“Fresh Kill”: la versione più “gangsta” e concreta di Metal Carter

Arriva finalmente “Fresh Kill“, nuovo album del “Death King” METAL CARTER, ed è subito roba cruenta!

Il “Sergente di Metallo” è tornato alla grande, nel suo stile. Anche se in modo diverso rispetto alle atmosfere dark del death rap, di cui il rapper romano è il massimo rappresentante, con la sua carriera, dapprima con i Truceboys e il TruceKlan, poi da solista, cambiando più volte aspetto e stile di vita, compreso il passaggio alla filosofia “Straight Edge“, ma rimanendo sempre coerente nel suo modo di interpretare l’approccio al rap.

Questa volta, accentuando il cambiamento già presente in Slasher Movie Stile del 2018, pur mantenendo lo stile narrativo e le simpatiche punte di ironia, c’è un atteggiamento diverso, più duro, forse più spavaldo e lanciato, meno gotico e horrorcore, meno astratto e stralunato, con meno digressioni surreali, che pure erano la cifra che ne faceva un personaggio assolutamente particolare.

In Fresh Kill, il baricentro è volutamente e pesantemente spostato verso una maggiore concretezza, verso un racconto più calato nella quotidianità e nelle classiche tematiche della vita di strada, quali la “street credibility“, la violenza nei modi espressivi più che nelle scene descritte o nelle narrazioni, l’autocelebrazione, il rispetto e il quasi totalizzante, continuo e costante avvertimento contro chi fa “disrespect“.

Insomma, come già era stato anticipato, in Fresh Kill, c’è meno metal (nel senso che è completamente assente) e più rap / hip hop, meno fantasia e più concretezza, visto che nei pezzi si parla proprio di “concrete jungle“: è un album spiccatamente ed esclusivamente gangsta rap, seppure nella versione hardcore che piace a Metal Carter.

Pur rimanendo i dialoghi cinematografici inseriti nelle canzoni, spariscono le visioni di disagio e le atmosfere cupe da film horror, in favore di un’introduzione del linguaggio gergale che lo stesso “Death Lord” ha stabilito con i suoi fan, con la citazione di espressioni ricorrenti in questo senso, quali “On Point“, “Hai cabbesio?”, i riferimenti al “culto” (evoluzione del motto che va avanti da anni “Carter è culto!”) e altre.

Si può notare una certa dose di sperimentazione nel cambio di svariati flow ma nell’insieme l’atteggiamento da duro è ciò che sovrasta il tutto, suffragato da rime e suoni sempre incisivi e ad alto livello di coinvolgimento.

Peccato per l’assenza del singolo crossover con il death metal di Fulci / Face Your Enemy, uscito tempo fa, che avrebbe conferito una sonorità più varia; comunque tra i pezzi dell’album, i migliori restano i singoli che lo hanno anticipato ovvero Chiarimenti con Davide Toffolo dei Tre Allegri Ragazzi Morti, e soprattutto Non Scherzo, il cui titolo esplicativo è confermato dal flow ben ritmato e cadenzato, che cattura.

Da questo primo brano parte la tracklist, che poi continua con una skit introduttiva al secondo brano vero e proprio. Qui è perfetto il rumore di sottofondo della metro romana, un elemento identificativo dell’ambiente del rapper, seguito dal messaggio che lancia Oltre il bene e il male, il brano che mette “sulle i tutti i puntini”.

C’è comunque molta rabbia e aggressività, e un uso ancora più attento delle parole e degli accostamenti di significato. Risaltano ovviamente anche le grandi ospitate, con l’innovativa presenza di Young Signorino nel ritornello di Armata Mimetica, i featuring di Pacman XII e Do Your Thanc, che modernizzano il tutto senza scivolare nella trap, in G Control, Sick Boy Simon e Dirty Dagots in No Society Suckers.

Infine il ritorno di un socio d’annata del “Death God” come Santo Trafficante (indimenticabile la vecchia collaborazione in “Violenza domestica“) e soprattutto Landmarks, potentissimo pezzo a fare da reunion con due maestri del puro hip hop italiano: Danno dei Colle Der Fomento e Esa aka EL PREZ.

Con Qui non puoi starci e Frontline, il disco, il cui valore è dato anche dalle ottime produzioni interamente affidate ad Akira Beats, si chiude con una decisa nota gangsta, a ricordare questo aspetto e questo sottogenere del rap come genere di appartenenza di Metal Carter e a ricordare a tutti che, al di là del personaggio, come rapper “non scherza”.