“I feel so alive”: la sensazione della serata al Rock Planet con P.O.D., Alien Ant Farm e ’68

“Boom!”

Non possiamo che descrivere così, citando la celebre canzone dei P.O.D., la bella serata di sabato scorso, 16 febbraio, a tema rock-alternative metal-nu metal al Rock Planet di Pinarella di Cervia (RA), con la suddetta band internazionale come ospite d’onore, preceduta dagli Alien Ant Farm e dall’apertura dei ’68, la band di Josh Scogin, già leader dei The Chariot.

La serata si apre alla grande con i ’68 che sanno bene come scaldare l’atmosfera in poco tempo: con dei ritmi velocissimi questo power duo chitarra e batteria di una potenza inaudita ha tenuto gli occhi degli spettatori incollati al palco.

Entrano in giacca e cravatta (e bretelle), e poi coinvolgono il pubblico e lo tirano dentro a un ciclone di energia hard rock, con una voce punk e suoni a tratti funky che si mescolano e danno vita a uno spettacolo variegato dallo stile ironico e divertente.

Poi salgono sul palco gli Alien Ant Farm, acclamati dal pubblico. A un primo impatto fa certamente effetto vedere tutto questo entusiasmo per un gruppo i cui componenti sono visibilmente più vecchi e gonfi rispetto a come apparivano nei video delle canzoni che li hanno resi famosi. Ma è proprio questo il bello: non siamo a un concerto indie o di star dal look curato ma a un vero evento metal!

E infatti nel live viene fuori questa vena aggressiva che caratterizza il suono della band. In particolare sono degni di nota il cantante con la sua ironia e le sue facce buffe e il chitarrista per i suoi virtuosismi che entusiasmano il locale, già pieno di gente.

Il tutto culmina con l’uscita trionfale della band con il suo pezzo di repertorio più famoso, che calza a pennello come finale: la cover di Smooth Criminal di Michael Jackson.

I P.O.D., acronimo che sta per Payable On Death, attaccano proprio con l’energia di Boom! e proseguono con una scaletta densa di brani celebri ed esemplificativi della loro carriera: da Satellite alle esplosive Southtown e Rock The Party (Off The Hook), alle hit Youth Of The Nation, Will You e infine Alive.

Dispiace per l’assenza in scaletta di pezzi forti e rinomati come Sleeping Awake e Bullet The Blue Sky, o meno conosciuti ma entusiasmanti come The Messenjah, Booyaka 619 o Freestyle, ma la scelta era sicuramente difficile con tanti pezzi caratteristici tra i quali dover scegliere e dovendo dare spazio anche a quelli degli album più recenti come Circles, Soundboy Killa, Panic Attack, Rockin’ With The Best e Listening For The Silence.

I P.O.D. dal vivo sono carichi di energia e tecnicamente impeccabili, possono fare di tutto grazie all’estensione vocale del leader Sonny Sandoval, capace di passare in un attimo dalla voce acuta allo scream, al rap con metriche intense e frenetiche, dal raggamuffin fino al canto più melodico dei ritornelli, il tutto su una base fatta di perfezione di tutti gli strumenti suonati.

I Payable On Death si distinguono, come indica anche il nome, per il messaggio fortemente orientato alla spiritualità e alla religiosità, tipica dello stile un po’ “tamarro” del Sud degli USA, al confine con il Messico. Con una forte impronta latina, la band negli anni è stata etichettata con il genere christian metal, seppure i continui riferimenti alla religione cristiana siano mescolati con influenze della cultura e spiritualità rastafariana.

Eppure dal vivo Sonny Sandoval non sembra proprio un angioletto; infatti ha una carica pazzesca e probabilmente non è umano: non ha smesso un secondo di dimenarsi come un pazzo e lo ha fatto per tutto il tempo vestito pesante nonostante il caldo e la totale assenza di aria pulita da respirare a quel punto della serata, soprattutto sotto il palco, dove praticamente chiunque veniva sistematicamente spostato di qualche metro dalle ondate di pogo.

Ci sono stati in questo caso anche diversi momenti emozionanti che hanno visto protagonista un bambino che assisteva insieme ai genitori dal soppalco, che è stato più volte coinvolto, preso in braccio e portato sul palco dai membri delle varie band, e addirittura insieme a un altra bambina ha cantato il ritornello “We are, we are, we are the youth of the nation”. Decisamente una scena toccante e appropriata alla canzone.

Entusiasmante anche la presenza scenica di Sonny, che non si è risparmiato dalla discesa dal palco scavalcando la transenna per andare a cantare in mezzo alla folla.

Sul finale rimangono in testa le parole della canzone che rende al meglio la bella sensazione che solo un concerto rock come questo può dare, la descrizione sintetica di questa bella serata e di ciò che in generale è il potere dei bei concerti:

“I feel so alive”.

Perciò consigliamo vivamente di assistere almeno a un concerto dei P.O.D. (e possibilmente anche degli altri gruppi). Visto che stanno affrontando un lungo tour europeo denominato “Full Circle Tour” sempre insieme agli Alien Ant Farm, per chi volesse e potesse farlo anche all’estero, possiamo assicurare che vale veramente la pena partecipare.

A noi, che lo rifaremmo volentieri, non resta che dire “Goodbye for now”.