I Nobraino, “animali da palcoscenico” liberati a Perugia alla prima data del nuovo tour

Gli “Animali da palcoscenico” NOBRAINO tornano nel loro habitat naturale, quello dei live e dei club.

Infatti il nuovo tour dei Nobraino per portare nei club il loro nuovo album “Animali da palcoscenico” uscito lo scorso 1 marzo, è partito alla grande, proprio dalla data che siamo andati a vedere all’Urban Club di Perugia, il 29 marzo, organizzata da Baobab Music & Ethics e dal festival Riverock nel contesto delle serate del venerdì perugino Friday I’m in rock.

Per descrivere questa esperienza assolutamente da provare, non possiamo usare parole migliori di quelle usate nel comunicato stampa della band:

“Il palco è sempre stato al centro della storia dei Nobraino, più dei dischi, più del gioco mediatico, più di tutto. Il luogo trascendentale dove trasformarsi nel proprio “daemon” come viene rappresentato proprio sulla copertina dell’ultimo disco della band: nel rito del concerto viene evocato lo spirito ancestrale del fare musica; la performance live è sentita dai Nobraino come un momento di possessione al quale abbandonarsi.”

E ancora:

” I Nobraino sono animali da palcoscenico, cresciuti in un panorama musicale ricco di opportunità, quello degli anni 2000 in cui la band si è formata al ritmo di 150 date all’anno su e giù per il paese”.

(…)

“La band torna ad accendere i riflettori su questi palchi che si stanno spegnendo con un tipo di evento a cui non siamo più abituati, un live in cui non si percepisce la divisione tra artisti e pubblico, ma durante il quale il pubblico diventa parte dello show e interagisce con la band. Questa dimensione è sempre più rara oggi, a causa della preferenza del pubblico per i grandi live, a scapito dei piccoli club, sale, festival minori e contenitori non convenzionali di musica suonata. Kruger scende dal palco, sale sui banconi dei bar, si arrampica, poga con gli spettatori e canta tra di loro, e in un attimo il vero palco è lì tra il pubblico.”

Effettivamente è proprio così che è andata. Chi ha già visto questa band in azione, sa cosa significa ma questa volta è stato un evento superlativo per la carica di energia che è stata trasmessa.

Inizialmente sembrano essere pochi gli spettatori venuti a raccogliersi per i Nobraino dentro l’Urban Club ma piano piano questo vuoto si addensa sentendo l’inizio imminente del live. Sul palco sono presenti delle grosse reti di metallo a simboleggiare le gabbie in cui sono chiusi e contenuti i membri della band proprio come animali in mostra: gli “animali da palcoscenico” che danno il titolo all’ultimo album.

Si spengono le luci. Durante l’intro musicale scendono dalle scale dell’Urban i musicisti, con i loro simpatici costumi, che si sistemano dietro queste reti.

Poi, avvolto in un vestito giapponese, arriva lui, l’ineffabile Lorenzo Kruger, il frontman in grado di cambiare più look nella storia, l’Arturo Brachetti dei cantanti, il mistico incontro di una voce potente ed evocativa tra De André e Francesco Bianconi dei Baustelle, con il guizzo esuberante e pazzoide di un GG Allin, incastonato in una formazione freakettona costituita da “Nestor” Fabbri alla chitarra, il “Vix” alla batteria, Pietro Casadei “Bartok II” al basso e che vede ora la sostituzione di Barbatosta con Nicoletta Nardi (che prende il nome di Lady Barbuda) per tastiere, chitarra e seconda voce.

Dopo l’introduzione discorsiva si parte con i brani del nuovo album: Pixel, Test di gravità, Arte Contemporanea, Esperto di comunicazione, Canzone d’amore per correre, Glenn Miller e Fermentazione, il singolo che ha anticipato l’ultimo album e che descrive la sbronza universale dell’uomo, rappresentando con la sua carica di follia, il pezzo perfetto per scatenare il live.

Si può notare fino a qui come la dialettica di Kruger abbia raggiunto una dimensione ancor più cantautorale rispetto al passato, più introspettiva e improntata allo Spoken Word come struttura e a un ritorno al rock come genere. La forza comunicativa di Kruger e compagni è contagiosa e dopo i primi brani seppure più riflessivi, il pubblico comincia ad essere stregato e si muove all’unisono seguendo il ritmo e parte già il pogo.

Dopo poco l’Urban è trasformato in una sorta di circo in cui è un continuo stage diving di Kruger sulla folla e un continuo pogare nella parte centrale della platea, un continuo trovarsi completamente spostati. La spumeggiante band annuncia la pausa prima di rientrare carica per il gran finale con i pezzi più conosciuti del loro repertorio.

Nel frattempo ha luogo un altro piccolo sprazzo di follia ma anche un interessante approccio all’interazione con il pubblico: il leader della band annuncia che serve qualcuno capace di suonare e intrattenere bene, che salga sul palco al posto suo. Si fa avanti un ragazzo che impugna la chitarra e in brevissimo si trasforma in una rockstar mandando in visibilio la folla, sorprendendo e spiazzando tutti.

Dopo questa parentesi di talent scouting, la band rientra, con la determinazione per suonare i brani più conosciuti come Bigamionista e I signori della corte (urlando tutti insieme “io non sono matto!”) passando per brani più movimentati e altri emotivamente coinvolgenti come Tempio di Iside e Endorfine. E a quel punto è il delirio: Kruger si tuffa più volte sulla folla e altre volte scende camminandoci in mezzo, in una di queste si fa portare in fondo alla sala e si arrampica in cima alla struttura più alta per poi tuffarsi di nuovo da lassù e farsi riportare sul palco.

Successivamente si mette in spalla un’irroratrice a pompa con cui schizza acqua sul pubblico e quando l’acqua finisce lo riempie di gin tonic per poi distribuirlo a chiunque schizzandolo nella bocca di ogni singolo spettatore in una sorta di sacrilega e ambigua comunione, finendo a rifornirsi direttamente dal bar e mettendosi in piedi sul bancone continuando a dispensare alcol, mentre sotto il palco si continua a pogare e ballare fino alla fine.

Serate come queste si trasformano in grandi occasioni di divertimento in cui anche chi non conosce le canzoni può divertirsi come un matto. Ed è proprio il senso dello spettacolo messo in scena dai Nobraino: l’animalità pura e selvaggia, non esente da emozionalità e sensibilità artistica, riflessività e romanticismo, ma comunque animalità, che viene fuori dalle gabbie sul palco sulle quali Kruger si erge in piedi scavalcandole mentre canta, rappresentando la volontà di liberarsi, un’animalità che pervade il pubblico e tutto il locale.

E per questo ai Nobraino va dato il merito di aver recuperato questa dimensione e visione del live musicale come rito celebrativo di una liberazione animalesca che avviene nella purezza del contatto tra artisti e pubblico, lontano da meccanismi e dinamiche di divismo, freddo professionismo, star system, marketing vario ed esposizioni mediatiche.

Se non volete perdervi questo spettacolo, vi consigliamo di segnarvi le prossime date del tour dei Nobraino:

05/04 – TORINO – HIROSHIMA MON AMOUR

13/04 – VERONA – THE FACTORY

18/04 – ROMA – LARGO VENUE

19/04 – FIRENZE – VIPER THEATRE

20/04 – NONANTOLA (MO) – VOX CLUB

24/04 – BARI – DEMODE’ CLUB 30/04 – NAPOLI – DUEL CLUB

nobraino live

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