Radio Sakura: la primavera di Rose Villain

Atteso, anzi attesissimo da fans e addetti ai lavori il nuovo progetto di Rose Villain, Radio Sakura (fioritura dei ciliegi in Giappone, che apre le porte alla primavera).

Grande amante sia della cultura nipponica che del mondo cinematografico, nonché della radio che “è imprevedibile, non sai mai che canzone arriverà; allo stesso tempo la radio a volte ti parla, ti mette il brano di cui hai bisogno in quel momento lì”, in questo album composto da 12 tracce troviamo tutti questi concetti senza paura e, soprattutto, con la consapevolezza di essere finalmente compresa.

Uscito un mese fa, 8 marzo, in occasione della Giornata Internazionale della Donna, Radio Sakura si apre non a caso con un duetto tutto al femminile: Hattori Hanzo.

Chiaro riferimento al celebre Kill Bill, dove una straordinaria Madame danza con abilità su un beat dirompente e “ferisce” come la lama di una spada. Rose con la calma di un samurai da valore all’attesa e alla resilienza: quando tutto sembra perduto si può trovare la bellezza anche nel dolore, proprio come i fiori che nascono nei posti più impensabili.

Potentissima l’immagine “i fiori come metastasi si prenderanno tutto”, appunto.

Il filo conduttore di tutto l’album è proprio questo, la libertà e il coraggio di mettersi completamente a nudo per fiorire come donna e come artista dopo le nubi scure e malinconiche di Radio Gotham.

Si prosegue con Click Boom!, tra i brani protagonisti della kermesse sanremese, ottima vetrina che le apre ancora di più le porte al mainstream. Il brano è in perfetto stile “Sanremo”: una ballad d’amore che mette in evidenza le sue indiscusse doti canore e poi ci proietta all’improvviso in un ritornello un po’ storto, martellante, che dalla testa non va più via.

Di amore si parla ancora in Stan (dall’omonima canzone di Eminem) nella quale c’è un’ossessione positiva nei confronti della persona amata, rappresentata da Ernia, che diventa esempio, punto di riferimento e ispirazione.

Perfetto connubio tra pop, rock, punk, urban e rap, generi di cui l’intero album è pregno senza mai risultare scollato e nel quale le diverse anime di Rose sguazzano e convivono alla perfezione.

Quando leggi il titolo non sai cosa aspettarti: Huh?

Ma cos’è?! Un verso? Una sfida? Semplice autocelebrazione del girl power (“ho comprato casa in top chart”) in un brano dai suoni trap dove si susseguono immagini cinematografiche. Sicuramente ha un grandissimo potenziale dal vivo.

Direzione nuovo feat, questa volta con Bresh. In Graffiti si racconta di un amore finito: tutto va in pezzi, non ci si riesce a scrollare di dosso i segni indelebili, come quelli lasciati dalle bombolette che accompagnano il beat deciso. Molto hip hop.

Accecati da una luce verde si viene catapultati ne Il Mio Funerale. Schitarrate dal gusto punk-rock che Rose ama e conosce molto bene, fin dai tempi in cui suonava nei The Villains, band di cui poi tenne il nome. Gli amanti dello Zio Ax apprezzeranno!

I toni si fanno cupi con il settimo brano, Brutti Pensieri. Un testo pensante, al contempo potente che esplode con la voce vulnerabile di ThaSup, capace di toccare le giuste corde. Brano incredibile e importantissimo, soprattutto in questo momento storico dove la salute mentale è ancora uno stigma. A volte ci si sente soli, ma fuori c’è sempre qualcuno che soffre con te e che può aiutarti se glielo permetti.

Stempera l’aria Hai Mai Visto Piangere Un Cowboy? Atmosfere country-pop che rimandano alle hit statunitensi, che nascondono nel testo le paure della controparte di lasciarsi andare, seppur sia un “cowboy”, un uomo grande e grosso.

Su questa altalena di emozioni si ritorna in un’atmosfera intima con Trasparente. Profondo desiderio di accettazione, a volte accontentandosi di parole fugaci pur di stare bene per quell’attimo. Ci si rende conto però di non averne bisogno perché l’amore più importante è quello per se stessi. “Nessuno si preoccupa per me, ma sai che c’è, lo farò io. Non ho bisogno del vostro amore perché tanto ho il mio”.

Non contenta la cara Rose Villain ci regala un feat spaziale dal gusto latino. E cosa mancava fluttuando tra i vari generi se non una bella bachata? Il partner giusto è proprio lui, Guè. Già dal primo ascolto si attesta come papabile hit, e ad un mese di distanza i numeri non ci danno torto. Come Un Tuono, dall’omonimo film di Ryan Gosling, è una bachata dal gusto rap, un amore improvviso quanto pericoloso.

Penultima traccia: Io, Me ed altri Guai, già singolo ad ottobre 2023. No, non state sognando, è il sample di Tained love dei Soft Cell che tutti conosciamo, già rivisitata da Marilyn Manson e Depeche Mode.

Serviva una versione pop-rap? Why not?!

L’artista meneghina decide di chiuderlo a casa l’album, sulle note di Milano almeno tu. Un’ode alla città che solo chi l’ha vissuta conosce, al di là dello sfarzo “sei molto più di un billionaire su una supercar”. Al contempo si rivolge alla sua città che sembra l’unica di grado di conoscerla veramente.

Un continuo rincorrersi “scappo poi ritorno”, Milano che ha visto gioie e dolori.

Un disco che è un giardino ricolmo di fiori diversi e colorati, tutti bellissimi, infiocchettati in un fascio perfetto dalle sapienti mani di Sixpm. Melodie, beat e parole si danno potenza in un moto perpetuo che rende Radio Sakura la faccia felice, o quasi, di un’unica medaglia: la vera essenza di Rose imprescindibile dalla faccia più cupa di Radio Gotham.

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