Levante: un live emozionante nelle arene aspettando il Forum

28 canzoni, altrettante storie differenti fra loro ma una sola chitarra e un’unica voce, quella inconfondibile di Levante, che sta portando la straordinaria bellezza dei suoi pezzi in giro per le arene storiche di tutta Italia, suggestivo scenario del tour. Luoghi del passato, persistente nel presente, il quale però vuole avere un riscatto dal futuro. Tre concetti cardine che descrivono Magmamemoria, il suo prossimo album in uscita il 4 ottobre.

Nelle date estive si possono ascoltare in anteprima: Se non ti vedo non esisti, che vede protagonisti Anita e Francesco, due adulti ritrovatosi a fare i conti con una salvifica relazione d’amore e Questa è l’ultima volta che ti dimentico, in cui viene raccontato che il dimenticare, mentendo persino a sé stessi, non sempre fa star bene. Entrambe sono tratte dagli omonimi titoli dei romanzi scritti dalla cantautrice. Infine Magmamemoria stessa, nella quale giorni, mesi e anni riemergono dai ricordi dell’artista trasformandosi in un’eterna consapevolezza, “tu non muori mai, sei dentro di me”, il riferimento è al tempo già trascorso, paragonato a una lava incandescente che ha fissa dimora nel suo cuore vulcanico.

Questo stesso tempo durante i live si sussegue in modo dinamico, due ore di concerto in cui Levante cantando si spoglia da ogni tipo di paura facendo fuoriuscire le cosiddette “mille lei”, ma alla fine sono e rimangono sempre una sola, Claudia, che regala alla platea emozioni che io, avendole provate il 19 luglio al teatro Romano di Ostia Antica, definirei speciali, per il semplice fatto che spesso e volentieri le protagoniste dei suoi testi non sono solamente le numerose identità che coabitano nella sua anima, ma bensì coloro che andando a sentirla cantare dal vivo, sentono di aver vissuto sulla propria pelle le medesime esperienze di vita. Le persone, (me compresa), dai volti visibilmente partecipi alla potenza della sua musica, alla quarta canzone in scaletta, Ciao per sempre, hanno lasciato le scalinate per raggiungerla vicino la transenna, rimanendoci per l’intera durata dell’esibizione.

Levante mentre canta sembra quasi volare sui tacchi altissimi, come se avesse, al posto delle braccia, un paio di enormi ali che permettono alle note di spiccare il volo per raggiungere gli animi sensibili degli ascoltatori, che si rispecchiano nel suo mondo interiore grazie alla veridicità dei brani, scritti da lei, il che non esclude affatto, in alcune composizioni, una partecipazione di più mani su carta.

Si alternano tutti i successi più grandi, da Gesù Cristo sono io a Lo stretto necessario, in rotazione radiofonica da poche settimane, passando per 1996 la stagione del rumore. Non manca di certo il “che vita di merda”, urlato a gran voce da tutti, fatidico ritornello di Alfonso, uno dei pezzi più coraggiosi. Levante la si sente cantare forte, a tratti quasi gridare di gioia, dolore, infila le parole, una a una, dritte nel petto di chi l’ascolta, come fossero pugni di verità e una volta entrate non c’è modo di mandarle via, li rimangono e da lì si prendono cura di te.

La scenografia dello spettacolo musicale, di cui è madre e figlia allo stesso tempo, ha un impatto notevole a livello emotivo in quanto il palco, artefice di esplosioni fra anime simili, è costituito da luci inizialmente rosse come il fuoco, per poi colorarsi di altre vivaci sfumature, che illuminano una donna altrettanto vivace, musicalmente e non, facendo si che il pubblico si senta parte di quella che lei stessa ha definito “magia” riferendosi ai propri live di cui è cantante e narratrice nello stesso modo.

In questi viaggi nelle vite altrui Levante non è sola, assieme a lei sono presenti dieci elementi, fra tastiere, bassi, batteria, due coriste e la partecipazione di bravissimi violoncellisti, che, mescolando suoni di violini e archi con quelli delle vibrazioni vocali di Claudia, fanno si che le emozioni fra lei e la gente si scambino reciprocamente in modo totalmente spontaneo.

“Queste sono solo piccole briciole che ci porteranno piano piano, il 23 novembre, al forum d’Assago” afferma l’artista e si conclude così il concerto, fra tantissimi interminabili applausi e la commovente consapevolezza che Magmamemoria una volta fuori arriverà a suonare e a farsi voce fino al Mediolanum Forum, dando vita a quella che sarà per lei la sua prima data in un palazzetto così capiente.