#ThrowBackThursday: tutto quello che volevano gli Ace of Base

Eccoci all’appuntamento numero 4 con #ThrowBackThursday, 4 come i componenti della band svedese che per un’estate o poco più ebbe All that she wants.

Il 1993 si apre con una fine: la Cecoslovacchia dopo 75 anni non esiste più, al suo posto due stati indipendenti ovvero Repubblica Ceca e Slovacchia. Ma anche in Italia si assiste ad una fine storica, quella della Prima Repubblica a seguito delle indagini di Mani Pulite e dello scioglimento della Democrazia Cristiana.

È però la cronaca a tenere banco nel nostro paese: l’arresto di Pietro Pacciani, considerato “Il Mostro di Firenze”, segue di solo un giorno quello del “Capo dei Capi” Totò Riina, al quale Cosa Nostra risponderà con gli attentati di Firenze, Milano e Roma e l’assassinio di don Pino Puglisi, parroco anti-mafia di Palermo.

A Sanremo una giovane emiliana vince le nuove proposte: è l’inizio della fortunatissima carriera di Laura Pausini. Il successo radiofonico non arriva subito però: è l’anno del Vasco Rossi di Gli Spari Sopra e degli 883 di Nord Sud Ovest Est.

Ma a dominare veramente le classifiche è l’esplosione della musica dance, genere che regala negli anni ’90 una serie quasi infinita di meteore. Nel 1993 a farla da padroni sono gli Ace of Base, composti dai 3 fratelli Berggren e dal Dj Ulf Ekberg.

Come molti dei gruppi della scena pop-dance vengono dal nord Europa, precisamente dalla Svezia, hanno un sound che entra immediatamente in testa e dei testi di facile comprensione e scarsa profondità: il mix perfetto per il successo immediato.

All that she wants esce in Svezia nel 1992 ma è l’anno successivo a diventare un hit a livello mondiale: arriva al primo posto in classifica in 10 nazioni diverse, comprese Italia, Germania, Spagna e Regno Unito, oltre che nella Top 40 Mainstream delle radio americane, che spinge il brano al secondo posto nella prestigiosa Billbord Hot 100.

A fine anno in Italia sarà il terzo singolo più venduto dietro “solo” al Vasco nazionale e al successo postumo di Freddie Mercury Living on my own.

Forti del successo di All that she wants la band ripropone il primo singolo svedese Wheel of fortune ma la fortuna in questo caso non gira dalla loro, mentre va meglio con l’album, dal titolo Happy Nation che riceve diverse certificazioni Oro e Platino e persino Diamante nella sua versione per il mercato americano (dove esce però con il titolo The Sign).

Nel 1995 il quartetto svedese ci riprova con un album più pop e meno dance: sarà questo, saranno i problemi personali della cantante Malin, ma il disco è un vero flop commerciale.

La band torna in studio nel 1997 con Jenny che ha definitivamente sostituito la sorella Malin come prima voce visto l’aggravarsi dei problemi di depressione e i frequenti attacchi di panico di quest’ultima seguiti ad uno shock mai completamente superato conseguenza di un brutto episodio capitato qualche anno prima: una ragazza, apparentemente senza motivo, si era introdotta nella casa della cantante ferendone la madre e la sorella.

La nuova conformazione della band e il ritorno alle sonorità degli esordi dà nuovo vitalità alla band che nel 1998 piazza il suo secondo grande successo: Life is a Flower. Successo che però rimane circoscritto al mercato europeo, dato che come era stato per Happy Nation la band propone una diversa versione per il mercato Americano, questa volta senza fortuna.

Se il singolo raggiunge la top 10 in diversi paesi europei che gli vale anche un 6° posto nella MTV European top 20, l’album Flowers non ottiene lo stesso successo. Ancora peggio va nel 2002 a Da Capo, nemmeno pubblicato in Italia e in diversi altri paesi dove in passato la band aveva avuto ottimi riscontri.

I problemi di Malin portano al suo auto-allontanamento dal gruppo che, pur non dichiarandolo, di fatto si scioglie dato che anche Jenny porta avanti una carriera da solista registrando anche un album con gli Arose.
La band si riunisce, senza Malin, qualche anno dopo ritornando ad esibirsi in propri show a partire dal 2007. Dalla reunion nasce un singolo, My Story¸ che avrebbe dovuto anticipare il 5° album della band, ma accade qualcosa.

Nel 2009 gli uomini della band incontrano Julia Williamson e cominciano una collaborazione che si estende a Clara Hamgan, giovane concorrente del talent svedese Idol di cui Ulf Ekberg è giudice. Il gruppo così composto diventa la nuova formazione degli Ace of Base tra le proteste di Jenny che ritiene il quartetto originale l’unico che possa utilizzare il nome. La risposta di Jonas Berggren è di aggirare il problema cambiando il nome della band in Ace.of.Base.

Il problema in realtà sembrerebbe essere la mancanza di disponibilità di Jenny ad accettare un’altra voce mentre la band, e soprattutto la sua etichetta, insistevano per tornare alla formazione iniziale con due donne al microfono. Qualunque sia il motivo, la band registra il nuovo album nella nuova formazione e nel 2010 esce The Golden Ratio che nonostante buone recensioni da parte della critica non ottiene il successo commerciale sperato.

La band si scioglie senza dirselo nel 2012, come confesserà tempo dopo la Williamson sulla propria pagina Facebook: “non ho mai lasciato davvero il gruppo, un bel giorno non ho li ho più sentiti e lo stesso vale per Clara. Come fosse andato tutto in fumo, davvero strano”.

Le ultime notizie della band sono legate all’uscita dei b-sides e degli inediti contenuti in Hidden Gems del 2015. Nell’occasione i membri storici della band avevano dichiarato di aver appianato i contrasti che li avevano portati alla separazione ma nonostante questo Jenny aveva negato una possibile reunion della band.

Evidentemente All that she wants non è tornare a cantare con gli Ace of Base.