Intervista ai Cactus? – a breve l’uscita di No People Party

In occasione dell’uscita del loro nuovo album No People Party abbiamo incontrato i Cactus? che ci hanno raccontato qualche novità e hanno risposto alle nostre domande. La band è composta da Simone Marchiori (chitarra, campionatore, synth e voce), Francesco Lunardon (batteria e voce), e Andrea Berti (basso, campionatore, synth e voce) e l’album uscirà il 22 febbraio per Costello’s. 

Avete definito il vostro nuovo disco come “arrivare ad una festa e ritrovarsi soli in una stanza vuota, trattenuti da un disco in loop, circondati da neon”. È perché vi trovare spesso in questa situazione? 

In realtà abbiamo pensato a questa definizione quando il disco era già finito, ascoltandolo ci dà questa sensazione. Non ci siamo mai trovati nella precisa situazione descritta ma comunque ci è capitato di trovarci soli alla fine di una festa con ancora qualche disco che gira a bere l’ultimo bicchiere.

La vostra proposta musicale è piuttosto alternativa rispetto alla musica italiana attuale: è stato difficile emergere?

Pensiamo ci manchi ancora molta strada per emergere, stiamo lavorando il più possibile, attualmente in una scena a cui molti sono omologati forse la nostra diversità è più un vantaggio che uno svantaggio.

Cantate in inglese: il vostro disco è indirizzato a un pubblico italiano o vorreste “esportarlo” anche all’estero?

Il nostro disco è indirizzato a chiunque, attualmente tutti ascoltato un po’ di tutto quindi non ci preoccupa molto lanciare un disco cantato in inglese in Italia, sicuramente puntiamo a farlo sentire anche fuori.

Musiche lo-fi, sonorità psichedeliche, immagini lunari ed esplosioni rock…chi sono gli artisti che più vi ispirano e vi hanno ispirato?

Sono veramente tanti i gruppi che ci hanno ispirato, e ci troviamo un po’ in difficoltà a rispondere, ma i primi che ci vengono in mente potrebbero essere Late of the Pier, Does it offend you yeah?, shitdisco, Bloc party, Crystal Castle, Ratboy, Good shoes e davvero tanti altri, sempre gruppi che spaziano dall’indie dance al bedroom lo-fi.

Qual è il messaggio (se c’è un messaggio) che “No people party” vuole trasmettere?

In realtà non pensiamo molto quando ci mettiamo a scrivere una canzone, dietro alle nostre produzioni non ci sono concept precisi, non c’è niente di organizzato anticipatamente. Raccontiamo quello che viviamo, non vogliamo dare nessun messaggio ma speriamo di toccare comunque chi ci ascolta.

Che cosa vi aspettate da questo nuovo disco?

Speriamo di andare oltre ai nostri confini attuali e di aver realizzato qualcosa di nuovo e interessante nel panorama musicale odierno.