CALCUTTA – Mainstream

ETICHETTA | Bomba Dischi

GENERE | Pop/Elettronica

ANNO | 2015

Parlare della pura e semplice quotidianità, delle piccolissime cose e soprattutto dei rapporti che muoiono, mancano, sono desiderati. Un immaginario Mainstream? Ci sta alla grande perché lo vogliano o no gli alternativi, la nostra vita si circonda di queste cose. Le canzoni di Calcutta (che mi sbilancio a definire “futuro re della canzone italiana” – toccati Edoardo) sono malinconiche e pop. Qua il concetto di pop però viene completamente ribaltato perché non ci sono bassi che pompano o produzioni ricche, tutto è molto semplice e per certi versi pure grezzo. I brani sono composti da ritornelli forti che ti rimangono in testa , una voce particolare e unica e a mio avviso alcuni riferimenti al miglior Venditti.

Calcutta pare malinconicamente sfrontato, si permette di dire che la gente che ascolta De Gregori non gli va giù (e come dargli torto se parliamo dell’ultimo De Gregori), chiude il cerchio cominciato da Rino Gaetano in “Mio fratello è figlio unico” parlando di Frosinone in serie A, scappa da Milano per poter respirare e vuole farsi un bagno a Peschiera del Garda per non allagare la mansarda della sua amata.

Dieci tracce: due intermezzi musicali,  un bel pestatone elettronico e sette canzoni, sette “singoloni”, di cui una solo chitarra e voce.

Brano consigliato? direste tutti “Che cosa mi manchi a fare” ma secondo me è senza dubbio “Frosinone” che parte in maniera perfetta e si sviluppa benissimo,  uno sfogo sia a livello testuale che musicale. Bellissima.

Signori pare che la generazione degli anni ‘90 possa finalmente lasciarsi alle spalle il mito nazionalpopolare della musica italiana che ha accompagnato genitori e fratelli maggiori per abbracciare come nuovo riferimento musicale da tramandare alle generazioni future Edoardo Calcutta. Finalmente.

Sebastiano Solerte