Intervista ad Andrea Appino

Abbiamo incontrato per voi Andrea Appino, in occasione della presentazione del su nuovo (e secondo) album da solista: “Grande Raccordo Animale”.

E cosi’ oltre ad aver assistito a un eccezionale set acustico siamo anche riusciti a farci raccontare qualcosa… Dopotutto si sa noi di Rock and More siamo molto curiosi!

-Come mai ti piace autocitarti?

Andrea: “L’ho sempre fatto sin dai dischi degli Zen Circus. Mi piace dare dei rimandi ai miei vecchi lavori. La nostra e’ una storia lunga e quindi di conseguenza va coniugata.

-In questo disco ( Grande Raccordo Animale NDR), c’e’ una canzone sulla volpa e l’elefante, nel tuo lavoro solista precedente invece c’era un rimando a Cappuccetto Rosso. Da cosa deriva questo amore e citazione verso il mondo delle favole?

A: Mi piacciono molto le ninne nanne e la favole. Da piccolo mi facevano paura e invece ora le canto per esorcizzarle.
Amo molto anche le canzoni sacre… Ti confesso che volevo fare una cover di “Tu sei la mia vita, altro io non ho “ (canta NDR).
Mi sono sempre piaciute molto le filastrocche e le favole… Forse deriva dal mio lato bambino che ancora e’ vivo dentro di me.

-Il cambio di etichetta e di compagni di apertura a cosa e’ dovuto?

A: Nella vita bisogna sempre cambiare. Sempre. Per quento riguarda invece la scelta dei musicisti e’ stata fatta per amicizia. Ho tante persone nella mia vita con cui voglio suonare e Francesco Pellegrini era una di queste. Non vedo l’ora di andare in tour per suonare con la mia band, i miei amici.

-In questo disco si nota un filo conduttore che e’ la malinconia.

A: Penso che la malinconia fara’ sempre parte di me. Sempre. Sono infelice perche’ nei pochi momenti in cui sono invece felice so che poi invece finira’. Dopotutto puo’ anche essere visto come modo di combattere la morte.

-Questo disco e’ stato scritto in giro per il mondo…

A: Esatto questo disco e’ stato influenzato dai miei viaggi in giro per il mondo. Ci sono molte influenze anni 60-70 che potete notare anche dal mio look.. L’influenza molto importante e’ quella dei “beat africani”. Penso dipenda dal groove che ormai stava andando perduto. Ma invece e’ stato proprio questo e il sole che loro hanno dentro a svoltarmi e far nascere un disco di questo tipo.

-Come hai scelto il nuovo produttore, Paolo Boldini? Cosa ti aspetti da questo disco?

A: Sapevo cosa volevo fare e con chi volevo farlo. Ora pero’ non mi aspetto niente. Mi lascio fare. Voglio suonare e continuare a portare la mia musica in giro. La musica continua a darmi un sacco di pepe in culo. Mi emoziono.

-Se questo disco non si fosse intitolato cosi’ come lo chiameresti?

A: Sabbia. Il deserto dopotutto rappresenta la solitudine del’uomo.
Anche se questa parola e’ opposta al titolo “Grande Raccordo Animale” che indica esattamente il contrario.

-Cosa vorresti dire che nessuno ti ha mai chiesto?

A: Nessuno mi chiede mai “Come stai?”. Sarebbe una cosa carina… Come quando incontri un amico e gli chiedi come va.

E su questa domanda che il micfrono viene spento e le domande ufficiali abbandonate. Quello che voi ora dovete fare e’ schiacciare play sul vostro I Pod o smartphone e scegliere la data del tour a cui assistere.