Sanremo 2023: il pagellone degli artisti in gara

Finita la 73esima e lunghissima edizione del Festival di Sanremo è il momento del pagellone finale degli artisti in gara. Lo zero lo prendiamo noi per l’originalità, gli altri invece li abbiamo assegnati così:

10 – Marco Mengoni: la sua vittoria era più scontata di quella della Meloni alle ultime elezioni ma Marco non vince questo Sanremo, lo domina. In testa costantemente dalla prima sera, vince anche la serata cover e il premio “Giancarlo Bigazzi” alla miglior composizione musicale. E nella vittoria dedica il premio alle donne, tutte escluse dalla cinquina finale. Chapeau.

9 – Colapesce Dimartino: premio della critica e della sala stampa alla loro Splash, ma l’assenza di una fanbase importante li penalizza e non li fa entrare nella cinquina finale. Nonostante questo siamo sicuri che il loro brano sarà, giustamente, ancora una volta uno dei più ascoltati nei prossimi mesi.

8 – Elodie: brava, bellissima e sexy (ma mai volgare) e questo si sapeva. Ma nella serata cover dimostra che potrebbe cantare molto di più della solita canzone pop che comunque interpreta in maniera sempre convincente, a differenza di divers* collegh*. In crescita continua, siamo curiosi di vedere dove potrà arrivare.

7 – Gianluca Grignani: forse non sapremo mai se i problemi di audio della terza serata erano reali o solo un modo per solidarizzare con Blanco, la nostra parte romantica (e un po’ complottista) spera la seconda. Al di là di questo il suo brano è probabilmente uno dei migliori per testo e intensità, ma la performance dal vivo (soprattutto della prima sera) non è stata quasi mai all’altezza. Peccato.

6 – Paola&Chiara / Articolo 31: il momento revival più atteso, quello che ha fatto ribattezzare a molti questo Festival di Sanremo come Festivalbar 2023. Gli anni sono passati, inutile negarlo, ma entrambi non deludono le aspettative e portano una versione credibile di sè stessi a cui la nostalgia fa perdonare qualche errore di troppo. Per entrambi rimane la domanda: ONS o ritorno di fiamma? 

5 – Levante: una cosa le va riconosciuta: sicuramente non partecipa in maniera ruffiana. Le sue performance sono energiche e decisamente più convincenti rispetto all’impaurita Levante del 2020 ma sceglie di nuovo un brano poco convincente rispetto al suo repertorio, prediligendo ancora il messaggio alla forma. Come se non bastasse nella serata duetti si fa accompagnare da Renzo Rubino, scelta che sa di suicidio dal punto di vista della gara. Don Chisciotte che canta contro i mulini a vento.

4 – Leo Gassman: la canzone di Riccardo Zanotti è un lasciapassare per l’alta rotazione radiofonica e digitale, ma dal vivo il buon Leo la interpreta veramente maluccio. E dire che le doti canore al ragazzo non mancano ma evidentemente non basta prendere due buoni ingredienti per fare un buon piatto, è necessario che questi si sposino bene assieme. Occasione sprecata.

3 – Ultimo / Modà: non c’è niente di peggio che essere la brutta copia di una brutta cosa scriveva  Niccolò Ammaniti. Ecco, Ultimo e i Modà sono la brutta copia di se stessi, e già non erano una cosa particolarmente originale. Il loro pubblico di affezionati continua a spingerli al di là della prestazione, tutti gli altri tifano apertamente contro.

2 – Will / LDA: due degli artisti più giovani sono quelli che portano i brani più classici in un festival assolutamente contemporaneo. Anche la serata duetti non va meglio: Michele Zarrillo per uno e Alex Britti (sempre bravissimo) per l’altro per brani storici del festival ma appartenenti appunto ad una tradizione ormai superata. Il nuovo che non avanza.

1- Anna Oxa: avete presente la Alanis Morissette post India? ecco, Anna Oxa ne è la versione ordinata su Wish che ti arriva a casa. Si fa notare soprattutto per la capacità di polemizzare con tutti e di non indovinare un look neanche per sbaglio. Esibizioni deludenti, canzone anonima e un duetto che duetto non è completano il quadro di un Festival da dimenticare.

S.V. – Rosa Chemical: dopo tutta la polemica legata alla sua presenza sul palco dell’Ariston le esibizioni e i look di Rosa Chemical non sono certo passati inosservati, culminati con il bacio a Fedez in finale. La canzone è decisamente orecchiabile e accattivante ma il rischio in questi casi è sempre che il personaggio superi l’artista, da qui l’astensione sul voto che, altrimenti, sarebbe molto alto.