La musica dei quadri di Bosch nel progetto di Pavor Nocturnus

Hieronymus Bosch è il pittore che ha rappresentato al meglio la visione del Medioevo che è arrivata fino a noi oggi, una visione di buio e morte, di religiosità schiacciante e al tempo stesso accusatrice della carnalità e dei piaceri, visti come una elementi diabolici e inquietanti sulla via del peccato, della follia, del delirio. Luoghi infernali e “giardini delle delizie” pieni di raggruppamenti orgiastici, paesaggi inquietanti, oggetti, animali e personaggi mostruosi occupati in strane attività, colorati dettagli e simboli alchemici ed enigmatici. 

E l’enigma è proprio ciò che sta al centro della scena, nel suo significato più mistico ed esistenziale.

Tra l’altro c’è un forte collegamento con l’ambito della musica: oltre ai numerosi strumenti musicali disseminati nei suoi dipinti, Bosch si distingue anche per una caratteristica che lo rende unico: è infatti il primo a inserire in una sua opera, quasi nascondendolo sul sedere di un personaggio, uno spartito che è stato finalmente suonato, permettendoci di sapere quale fosse la musica di quel delirio visivo.

Ma dicevamo che l’enigma è l’elemento centrale, ciò che viene evocato e ciò che c’è di più evocativo nell’opera di Bosch. Ed è proprio l’enigma ciò che viene reso nella sua forma più profonda nell’opera di Eugenio Mazza con il nome di PAVOR NOCTURNUS con il suo album dal titolo “Bosch“, appunto, in cui traendo ispirazione da otto opere del pittore, le suggestioni artistiche vengono “messe in musica” in altrettanti brani. L’album è stato pubblicato per Dio Drone e Toten Schwan Records.

L’album è dominato dalle atmosfere ambient, con risvolti elettronici dark interessanti, una drone music quasi costante e inquietante, piena di allusioni a visioni oniriche e spiriti, demoni, dannati e uccelli e altri animali paradisiaci, dando al tutto un senso di mistico difficilmente immaginabile nell’era post-moderna e post-tecnologica contemporanea e per di più in un album di matrice elettronica (vedi la seconda e la terza traccia ovvero Paradiso Terrestre e Ascesa all’Empireo).

Dall’Estrazione della Pietra della Follia, alla Caduta dei dannati si arriva così all’Inferno Musicale, culmine ritmico di tutto, ricco di sensazioni, passando però per il Giardino dell’Eden e il Giardino delle delizie, delineando quindi un viaggio nell’opera pittorica di Bosch e quindi nell’ampiezza di ciò che questa racchiude e simbolizza, dando spessore emotivo e consistenza sonora ai concetti di paradiso, inferno, vita ed esistenza. 

Un ottimo album quindi per gli amanti dell’arte e non solo, per chi ama perdersi e piacevolmente ritrovarsi in questo viaggio psichico, nell’eterea dimensione delle suggestioni e dello Spirito.

L’idea:

L’idea di un disco ispirato alle opere di Bosch nasce in seguito a svariate visite al Museo del Prado di Madrid; passeggiando per le sale e osservando le innumerevoli opere d’arte esposte, l’attenzione veniva lentamente e inesorabilmente catalizzata dal “trittico delle delizie” e dagli altri dipinti dell’autore presenti nel museo madrileno.

Dopo un periodo di ricerca e documentazione volto ad approfondire il lavoro dell’artista, la selezione delle opere è avvenuta in maniera spontanea ed istintiva, dando il via ad una trasposizione in musica personale ma, al tempo stesso, fedele e ‘realistica’.

I dipinti forniscono l’opportunità di cimentarsi in una descrizione sonora di differenti “dimensioni”, quasi sempre connesse dall’elemento sacro, ad eccezione del primo brano, inteso come una sorta di introduzione all’opera, dove il personaggio seduto sembra essere al tempo stesso protagonista e spettatore.

Il progetto:

Bosch” è un progetto ispirato alle opere del pittore olandese Hieronymus Bosch, un tentativo di trascrivere in musica la visionarietà, le atmosfere e la complessa simbologia escatologica della sua pittura.

Sono state selezionate otto opere dalle quali derivano altrettanti brani musicali, caratterizzati da un amalgama eterogeneo di sonorità elettroniche che restituiscono i paesaggi, le figure e la dimensione onirica e spesso terrifica dei dipinti.
Per ogni brano è stato inoltre realizzato un video, un percorso visivo che segue e sottolinea l’andamento musicale, guidando l’ascoltatore ed immergendolo nei minuziosi dettagli di ogni singola opera.

Un tentativo di trascrivere in musica visioni e atmosfere complesse che fanno parte della simbologia escatologica della pittura di H. Bosch.

Sono state selezionate otto opere dalle quali derivano altrettanti brani musicali, caratterizzati da un amalgama eterogeneo di sonorità elettroniche che restituiscono i paesaggi, le figure e la dimensione onirica e spesso terrifica dei dipinti.

Matteo Spadaro ha curato la componente video, creando dei percorsi visivi che seguono e sottolineano l’andamento musicale, guidando l’ascoltatore e immergendolo tra le immagini e i minuziosi dettagli di ogni singola opera.

Musiche: Pavor Nocturnus.
Sax contralto in “Caduta dei Dannati”: Alessandro Pellegrino.
Fisarmonica in “Inferno Musicale”: Alessandro di Liquantia.
Mix & Master: Eugenio Mazza.
Video: H3ml0ck.
Grafica: Gabriele Rondanini.
Prodotto e distribuito da Dio Drone & Toten Schwan Records.

Potete ascoltarlo a questo link.