Intervista a Calabi: la mia maturità è un album sincero

Vi avevamo già parlato di Viaggio post maturità il nuovo disco di Calabi, un album episodico che ha già visto l’uscita dei primi due capitoli: Sferica Manifesto.

Proprio in occasione dell’uscita del secondo singolo abbiamo approfittato per fare due chiacchiere con Calabi, al secolo Andre Rota, per farci raccontare qualcosa in più di questo suo nuovo progetto.

Quando ho letto che tu sei un fisico teorico il mio primo pensiero è andato subito alla serie The Big Bang Theory…in realtà poi quello che esce dalla tua musica è un qualcosa di abbastanza lontano da quello che diciamo è lo stereotipo un po’ del fisico o dello scienziato. Quindi ti chiedo quanto c’è del fisico nel musicista e viceversa?
Conosco la serie e purtroppo devo dire tra l’altro io mi occupo, e mi sono occupato, delle stesse cose e delle stesse materie delle quali si occupa Sheldon Cooper. In realtà io ovviamente non coincido evidentemente con con il fisico medio o con lo stereotipo del fisico, ma in verità c’è un aspetto che manca rispetto alla narrazione alla gente di quello che è la fisica teorica. O meglio diciamo che è molto difficile far comprendere alla gente che cosa ci sia in quel mondo e quindi è molto facile dare la rappresentazione del fisico teorico come di un nerd.
La realtà è che la fisica teorica è un mondo estremamente elegante, estremamente creativo ed è estremamente astratto: è affascinante e intellettualmente molto stimolante.
Però davvero io in realtà ho sempre trovato un filo conduttore tra la musica e la fisica teorica che è appunto la creatività e l’eleganza.
Semplicemente l’eleganza è descritta attraverso un linguaggio che purtroppo non è accessibile a tutti perché il linguaggio della matematica e di una matematica estremamente complessa, estremamente astratta e di conseguenza inaccessibile e impossibile da raccontare utilizzando il linguaggio comune.
Ma chi ha accesso quel tipo di linguaggio ci può ritrovare davvero una una sorta di armonia estetica e di eleganza.

Che è poi un po’ vero anche per la musica, anche quello è un linguaggio che non tutti parlano e che bisogna saper scrivere, anche se più facile all’ascolto…
Si ecco la musica però puoi ascoltarla lo stesso, il linguaggio in cui è scritta la fisica è veramente molto meno accessibile quindi è anche difficile raccontarla alle persone. Però per me le cose che ho studiato sono dei capolavori di creatività che uno potrebbe veramente paragonare ai migliori dischi della storia.

Quali sono i suoi riferimenti musicali sia del passato che del presente?
Ti dico la verità, io non sono una persona lineare…(ride, nda) sono una persona che nella sua vita ha ascoltato tante cose, tantissime cose diverse e sono anche una persona che è cambiata negli anni. Non resto fisso sulle mie posizioni quindi magari una cosa che 10 anni fa non mi piaceva adesso mi piace tantissimo.
Ad esempio, ti confesso che in questi giorni di quarantena uno dei pochi artisti che sono riuscito ad ascoltare che mi hai emozionato è Baglioni ed è una cosa della quale fino a 6 anni fa mi sarei vergognato come un ladro e invece oggi te la dichiaro in un’intervista.
Io sicuramente mi sono formato con la musica anglosassone e americana e soprattutto le mie radici musicali per tanti anni sono state negli anni ’60-’70, Beatles su tutti.
Ho scoperto colpevolmente tardi la musica italiana nel senso che ho ascoltato poco o niente per tantissimo tempo e soltanto negli ultimi 4-5 anni ho iniziato ad apprezzare la musica italiana partendo dai grandi classici e mano a mano avvicinandomi anche a cose più moderne ma non voglio farti i soliti nomi.
Se proprio dovessi dirti un nome che secondo me è veramente unico a livello mondiale e non invecchierà mai per il tipo di composizione che ha, è Battiato ed è uno dei pochi che mi sono sempre piaciuti: da bambino quando lo ascoltava mio papà, da adolescente e continua a piacermi ancora adesso.

Visto che hai tirato fuori tu questa cosa ti faccio questa domanda, c’è un po’ di “snobismo” degli italiani verso la musica italiana che forse invece ultimamente sta un po’ venendo meno?
Si, sono pienamente d’accordo e io ho partecipato a questo snobismo per tanti anni e lo riconosco. Per fortuna sono riuscito a vincerlo, ma non è stata una cosa “ragionata”, semplicemente un giorno ho iniziato a emozionarmi ascoltando le canzoni italiane cosa che prima non accadeva.
Sicuramente in questo momento la musica italiana, al netto dell’emergenza attuale, gode di ottima salute da un punto di vista creativo, sono uscite un sacco di cose molto belle, molto fresche anche secondo me di livello internazionale pur sempre conservando le peculiarità che contraddistinguono la musica italiana
Anche nel mondo della Trap penso ci siamo un sacco di cose interessanti e riesco ad apprezzare anche artisti che fanno questo genere nonostante io faccia tutt’altro.

Il rovescio della medaglia è che forse ultimamente escono davvero troppe cose e spesso finiscono per assomigliarsi molto fra loro, anche un po’ volutamente, cercando di sfruttare una pista già battuta per arrivare più facilmente al pubblico. Tu come ti come ti poni rispetto a questa cosa e cosa fai tu per mantenere la tua autenticità e magari mantenere una linea diversa rispetto a gli altri?
Io ovviamente sono convinto che gli ascolti che faccio mi abbiano influenzato nella composizione come penso succeda a qualsiasi artista quando ascolta altra musica.
Detto questo io non rischio e non ho nessuna paura di perdere autenticità perché ho una scrittura che è puramente istintiva, di conseguenza non rischio di essere contaminato dagli altri nella misura in cui le canzoni è come se le “vomitassi”: mi escono in una specie di flusso di coscienza e sono canzoni che parlano di me quindi le sento davvero mie e di nessun altro. Dopodiché se uno mi dice che scrivo canzoni d’amore come tanti…Beh sì, del resto anche negli anni ’60 si scrivevano perlopiù canzoni d’amore.
Se poi invece mi si dice che la produzione delle canzoni rientra in questo filone dell’indie italiano…si, effetti i suoni che che vanno per la maggiore adesso sono suoni con molta elettronica e sono suoni di un certo tipo e sicuramente su quelli si possono trovare delle somiglianze e ciascuno può fare i paragoni che vuole.
Però se devo parlarti del songwriting io le mie canzoni dei rivendico come mie nella maniera più assoluta e più autentica.

Avevo già letto da qualche altra di questo tuo modo molto istintivo, molto umorale di scrivere…quanto è difficile e quanto lavoro c’è nel prendere una cosa così istintiva e trasportarla poi in una forma che è quella della produzione finale?
Beh allora intanto il processo di produzione di un brano è qualche cosa di comunque di imperscrutabile, come è un po’ la composizione. Così come uno come uno non può spiegarti come ha scritto quella canzone e perché gli è venuta, allo stesso modo quando uno prende una canzone chitarra e voce o piano e voce e deve trasformarla in una canzone che può andare in radio ci sono 100 milioni di vie diverse per arrivarci e tantissime combinazioni possibili di elementi, di note, di strutture e di suoni.
Questa cosa è molto affascinante se ci pensi, io quando scrivo una canzone non me la immagino già prodotta: l’ascolto e la vivo così com’è.
Ho la fortuna di lavorare con un produttore con cui mi trovo molto bene che si chiama Federico Laini e di fatto è lui che mette in atto questa trasformazione da canzone formato spiaggia a formato radio.
Devo dire in realtà non è mai faticoso questo processo, la cosa incredibile è che io vado da lui con la canzone e il più delle volte nel giro di poche ore la canzone è finita. E questa cosa è veramente sorprendente.
Chiaramente è finita in una dei miliardi di possibili forme che avrebbe potuto prendere, però poi nella stragrande maggioranza dei casi ci affezioniamo subito a quella forma che ha preso in prima battuta e in cui riconosco subito la canzone come completa.

L’album si intitolerà Viaggio Post Maturità. Ora non avendo tu 20 anni immagino sia riferito ad una maturità non tanto scolastica, pur andandola a riprendere con un gioco di parole, quanto ad una maturità personale. Sbaglio o ci sono davvero riferimenti a quel periodo preciso della tua vita?
Se vuoi questa maturità si può attribuire a mille cose diverse e ognuno si può mettere dentro la propria ed è bello così. Io ho dei meravigliosi ricordi del mio viaggio post maturità, ho dei meravigliosi ricordi dei viaggi reali che ho fatto nella mia vita e c’è anche una canzone che parla anche di un po’ di questo all’interno del disco.
Poi evidentemente è chiaro che questo Viaggio Post Maturità può assumere dei connotati più astratti e sicuramente questo album per me è, o quantomeno vorrebbe essere, anche un po’ una maturità artistica dopo un percorso lungo dove per anni ho cantato e scritto musica in inglese. Sostanzialmente questo è un po’ il primo album che scrivo in italiano quindi in questo senso mi ritrovo anche a raccontare una crescita artistica.

La release dell’album avverrà in 4 fasi, ognuna con un singolo a rappresentarla. Come mai questa scelta?
Devo attribuire i meriti di questa scelta al mio manager e uno dei motivi è che piacevano molto tante di queste canzoni e quindi sostanzialmente se ne volevano fare tanti singoli e si è trovata questa via di mezzo.
Poi in sostanza ho avuto questa idea della mini-serie e poi tutto il resto si è ancorato a questo. Chiaramente adesso per voi che lo fruite è presto per capire in che modo si svilupperà la storia, però si sono creati dei video che di fatto sono gli episodi di questa mini-serie e che vanno in parallelo con la musica che sta uscendo di fatto poco alla volta in contemporanea.

La domanda ha una seconda parte fintamente polemica ovvero: facendo uscire un album così non c’è il rischio che poi qualche canzone sovrasti un po’ le altre anche solo semplicemente perchè indicate come “lato B” dei singoli? Anche in linea generale, ha poi ancora senso il discorso di album vero e proprio?
Ti dico, onestamente io sono talmente legato a tutte le mie canzoni che dentro di me vorrei dare la stessa importanza a tutte quindi vorrei farle uscire tutte come singoli. Ma ovviamente è anche giusto e anche bello a un certo punto cercare di creare un tipo di narrazione un po’ più complessa.
Io credo che gli album abbiano ancora senso soprattutto per far affezionare il pubblico all’artista, cosa che magari con i singoli succede meno e in realtà io ho l’ambizione e la speranza che poi alla fine, quando l’album sarà fuori per intero, la gente avrà la voglia di riascoltarlo tutto dall’inizio alla fine: a quel punto la democrazia tra le tracce verrà ristabilita.

E a quel punto si capirà anche il percorso della storia che dicevamo prima…
Esatto. Adesso è più difficile.

Qual è la cosa di cui sei più contento o più orgoglioso di questo di questo album?
Accidenti domandona… la cosa di cui sono più orgoglioso è che veramente è un disco sincero perché parla di me e delle cose che ho vissuto.
Spesso si rischia di essere un po’ bugiardi nelle canzoni invece non lo sono stato neanche un po’ e davvero quando li ascolto mi ci riconosco e ritrovo dei pezzi di me.
Quindi penso di poter dire che è un disco molto autentico e sincero, di questo sono orgoglioso.


Ultima domanda, d’obbligo in questo momento, è come vivi questo periodo di quarantena obbligata e di isolamento forzato?
Lo vivo con difficoltà, come tutti.
Non ti nascondo che ci sono stati dei momenti in cui ho pensato che non avesse senso uscire con delle canzoni adesso: se ne è discusso nell’entourage e si è deciso di continuare lo stesso.
Anche io ho accettato la sfida, per altro di uscire con un piano così articolato in questo momento, perché io in primis in questi giorni mi accorgo che ci sono dei momenti in cui la musica veramente mi “ridà una sistemata”, mi fa emozionare e mi restituisce davvero un po’ di un po’ di aria e un po’ di senso di libertà.
C’è stato un giorno in cui sono uscito sul balcone a cantare come un matto e una signora che era nel balcone di fronte a me s’è messa a cantare con me e ci siamo tenuti compagnia per mezz’ora: è un momento difficile e complesso e non abbiamo idea di come ne usciremo, però ecco tutto sommato spero che le mie canzoni possano avere un senso per qualcuno in questo momento.