“Alla fiera della fine” torna MusicaPerBambini con un nuovo disco che ospita gli Elio E Le Storie Tese

-“Dipintore, quando finisce questa storia?
-All’inizio, mio Signore!”

Il 6 dicembre 2019 è uscito Alla fiera della fine, il nuovo disco di MUSICAPERBAMBINI (potete ascoltarlo qui).

Avevamo già visto all’opera la follia creativa di MANUEL BONGIORNI nel singolo anticipatorio, Mario Antiorario ma anche nel precedente video Il tocco di Re Midi) in cui compariva insieme a un Elio con la corona. In effetti la musica da saltimbanco e giullare di corte tipica dell’artista piacentino trova ora il suo “coronamento” proprio con il re della musica comica e demenziale italiana.

Infatti, mantenendo la collaborazione con Trovarobato (iniziata con Dio contro Diavolo, l’album cult del 2008), Bongiorni con quest’opera inizia a collaborare anche con Hukapan, l’etichetta degli Elio e le Storie Tese. E proprio dagli Eelst vengono importanti contributi: troviamo la partecipazione di Elio nella già citata Mario Antiorario e in Vivere nel tuo naso, mentre in Cartolino compare il mitico Rocco Tanica.

Per gli sfortunati che non lo conoscessero, MusicaPerBambini (detto anche MxB) è il progetto delirante di Manuel Bongiorni, prolifico cantautore che ha esordito alla fine degli anni ’90.

Si caratterizza per la miscela esplosiva e distonica di musica elettronica e medievale, accenni di brutal metal e filastrocche bambinesche, accostamento di tempi tutti diversi tra loro, parlato demenziale (che però cela costanti riflessioni pesanti sulla vita e sulla morte), sintetizzatori e voci distorte, spesso dalle sembianze diaboliche, in una sorta di dialogo interiore o sdoppiamento continuo della narrazione, per dare sfogo al lato più folle e fantasioso dell’umanità.

MxB è autore di capolavori come il rap di Federico II in Svevo Terone, vere e proprie canzoni come Mappamondista o il canto in cortese L’Idraulico Aulico; oppure i collage sonori di Morte di un orsetto di pelouche, Come la minestra e Cose da non fare al gatto.

Negli anni ha realizzato otto album e collezionato diverse collaborazioni importanti: con Alessio Bertallot (per il quale ha scritto la sigla di B-Side), con il programma Dispenser della Rai, con Caparezza (con il quale nel 2011 ha duettato nel brano Tartarugola), con Giovanni Gulino dei Marta Sui Tubi e con La Pina.

Come i precedenti dischi, anche Alla fiera della fine è un concept album. Conservando l’ironia e al tempo stesso la dialettica culturale riferita continuamente ad archetipi alchemici e personaggi simbolici (che continua la saga iniziata da Dio contro Diavolo), qui ogni brano ha un finale a sorpresa, ed è proprio da qui che deriva il titolo (che rovescia il modo di dire “Alla fine della fiera”).

Il Signore e il Dipintore (le due figure presenti costantemente nella sua discografia come personaggi narranti) si aggirano per questa Fiera collegando un brano all’altro tramite dialoghi surreali sul tema.

Questi ed altri continui rimandi alle opere passate connettono l’album con quel Corpus letterario divertentissimo che è l’opera magna di MusicaPerBambini. 

A partire da Vivere nel tuo naso, canto nostalgico di una caccola, con un intro elettronica esagerata. Si percepisce il valore dato da Elio nella seconda strofa su base techno e nel ritornello. Sono riconoscibili le caratteristiche tipiche di tutta la produzione di MxB ma con una sonorità ancora più esplicita nell’elettro-dance.

La narrazione confluisce in #afdf – Atto Primo, una skit. Questa, tra riferimenti a Ligabue e dialoghi da teatro dell’assurdo, introduce l’ambientazione della “Fiera della fine”.

Cartolino è un alieno in forma 2D che “va spedito” verso la Terra, si imbatte in un controllore puntiglioso e finisce per perdersi nel mondo dei media e nelle discussioni sull’accettazione o meno dello straniero (riferimento attuale al tema dell’immigrazione). Quando finalmente il controllore lo accetta scopre che effettivamente è spam spaziale. Coerentemente con il tema, l’elettronica domina, finché parte la serie di schitarrate metal. Esilaranti il parlato di Rocco Tanica e il riferimento a Extraterrestre di Eugenio Finardi.

Tra le varie autocitazioni troviamo quella che sembrerebbe essere contenuta nella frase “tutti dal dottore nella quarta traccia dalla velocità supersonica. Ecco Il capo dei nonni, che guida un’armata di anziani e fronteggia la Morte, con la quale instaura un dialogo nella skit #afdf Capitolo Secondo (da notare la mancanza di linearità nel fatto che da Atto è diventato Capitolo, poi diventerà Canto terzo, Libro quarto, Puntata quinta, e infine Coso sesto, pura follia!).

Più calmo il brano Corpo di mille corpi, che porta il titolo di un’imprecazione rielaborata, in cui uno scienziato crea in laboratorio la donna ideale ma viene friendzonato perché lei ama gli altri elettrodomestici.

Il singolo Mario Anti-Orario vede dialogare un Pellegrino viaggiatore nel tempo con un Re (magistralmente interpretato da Elio). I ritornelli fatti di parole urlate, distorte e ripetute sono ossessivi più che orecchiabili. In ogni caso rimangono in testa proprio come un trapano.

Alla “Fiera della fine” potete trovare altri personaggi buffi e grotteschi come L’uomo di camicia, il Supereroe che difende l’eleganza (provocando la telefonata arrabbiata di Dio in diretta!), e L’uomo in mano, ovvero la coscienza che vive nella nostra mano e che ci rovina sempre tutto minando la nostra felicità e autostima. Oppure Occhiotristo Menagramura, il Monatto innamorato della Morte che ruba vesti e gioielli ai moribondi.

Notevole soprattutto il racconto epico di Marmellano, un esploratore bambino il cui nome evoca giri del mondo conosciuto e confetture morbide che non necessitano la masticazione. Partito per fuggire al continuo “Mastica bene, mastica meglio” che si sente ripetere, cerca di compiere un giro dell’isolato con la sua bici.

Una vera e propria favola, che però non ha un lieto fine: a un certo punto succede qualcosa.

La bici vola fino a casa completando il giro, e seguendo la logica della sovversione della logica (sottesa a tutto l’album), arrivando dal retro, vede se stesso, o meglio, il suo spettro. Qui il colpo di genio nello storytelling accurato: in realtà era l’anima ad avere completato il giro dopo un incidente. L’accenno alla perdita dei denti, è l’indizio che svela, oltre alla morte di Marmellano, il perché del mantra ripetuto “mastica bene, mastica meglio”. Il momento più poetico dell’album.

Èlanemonefenomenale, parla della Supereroina palindroma con un ritornello geniale:

“Se l’anemone fenomenale / si gira… È l’anemone fenomenale / ancora”.

Infine sono sorprendenti anche il folk rock di Gambe di sedano (un albero con gambe di sedano che lascia l’orto botanico in cui vive per andare in montagna) e Il Temutissimo Vampiero, lunghissima e sfrenata dance che cita un vecchio pezzo (Mortovivo).

Insomma, citando il titolo dell’album precedente, possiamo dire che anche questo Alla fiera della fine è un “Capolavoro“.