Intervista a Ettore Giuradei dopo l’uscita di Lucertola

L’artista bresciano si racconta pochi giorni dopo l’uscita del suo nuovo album Lucertola e poco prima dell’inizio del tour. In quest’intervista, Ettore Giuradei ci racconta la nascita di questo nuovo progetto.

Perchè hai chiamato il tuo ultimo lavoro Lucertola? Senti che questo rettile ti rappresenti in qualche modo?  
Lucertola è il titolo del brano che mi piace di più del disco. E’ sempre un po’ antipatico spiegare il significato del titolo quando, come in questo caso, il significato è molto semplice. Era un periodo in cui avevo a che fare con molte lucertole che venivano in casa. Ce le avevo sempre un po’ in mezzo ai piedi. Il rapporto con la lucertola ha lanciato questo finale di ritornello che poi è diventato il titolo sia del brano che del disco.

Senti che questo disco sia più maturo rispetto ai tuoi lavori precedenti?
Un po’ sì, e un po’ mi vien da dire che fa parte di un percorso. Se “maturo” dev’essere anche serio, da una parte molto intensa da parte mia, nel senso che ci sono stato a rischiare un po’ su questa soluzione assolutamente piacevole per me, senza pensare troppo a quello che poteva essere il piacere per gli altri.

Perchè hai deciso di riarrangaire proprio quelle canzoni dai tuoi dischi precedenti? 
Il motivo fondamentale era che nel momento in cui mi è stato proposto di registrare il disco avevo solo 4 brani inediti, e mi è stato detto che il disco l’avrei fatto o ora o magari non si faceva più. Ci ho pensato qualche giorno, era un periodo nel quale avevo fatto un paio di live in acustico, da solo. Quindi mi sono trovato dei pezzi di repertorio con la chitarra. Chiacchierando con chi mi ha prodotto il disco è venuto fuori un buon momento anche per fare un punto della mia carriera autoriale, che ha cambiato nome più volte. Da lì mi è venuta l’idea di scegliere un pezzo per disco. Ho scelto i brani che mi convincevano di più a livello di testo. Secondo me i loro testi sono molto caratteristici, per me molto interessanti (spero anche per gli altri).

Com’è ritornare a lavorare da solo dopo molti anni che sei stato affiancato da tuo fratello prima (Marco Giuradei ndr) e dai Dunk poi? Ho molta voglia! Farò anche questa parte di tour in solo, non vedo l’ora che arrivi il tour per iniziare a girare. E’ molto stimolante quella sensazione insicura, di slancio verso qualcosa che non conosci fino in fondo, no? Quello credo che sia uno degli stimoli più interessanti per chi cerca di fare arte, non so se sto facendo arte sinceramente eh. Mi sembra che l’arte l’abbiano fatta in tanti nei secoli passati. In questo periodo storico spesso pensi che l’arte più efficace sia quella di contribuire a qualche stravolgimento sociale, più che esprimerti artisticamente. Dall’altro lato si è spesso in quella condizione di improvvisazione, almeno per quanto mi riguarda, quindi è sempre molto difficile capire cosa fare e l’unica regola che ti dai, almeno, è quello che senti. E quello che sento è questo, di suonare da solo, ma anche in trio. Abbiamo fatto la prima data di lancio del disco molto bello, sono molto contento di questa nuova collaborazione con due musicisti con il quale non avevo mai suonato. Insomma, sono contento di questa parentesi di freschezza e di novità. Sai, più si va su con l’età, più la novità è sempre più “rischiosa”, mi sembra di essere sempre meno predisposto alla novità quando si è grandi. Però effettivamente quando lo fai è molto più da “brivido”.

Non sono ancora uscite le date del tour. Sai dove ti porterà questo disco?
No, ma non vedo l’ora che me le comunichino. Mi sono tenuto libero per i weekend, ho dato un periodo e quindi credo che non me le comunichino perché sono assolutamente libero e pronto a girare dappertutto. So di una data a Milano il 13 di dicembre, che è Santa Lucia, quindi spero che sia un buon auspicio per le altre date che arriveranno.

Gli astri, la terra, la luna sono degli argomenti presenti in questo disco, come nella copertina di quest’ultimo. E’ stato qualcosa di casuale o sei interessato a queste tematiche? 
Sara Barozzi, che è sia la fotografa che la regista dei video, è una persona con la quale condivido un aspetto legato ad una sensazione che sta tra l’angosciante, qualcosa di antico se vuoi, e qualcosa di abbastanza moderno che è la ricerca di un’immagine. L’ho coinvolta e le ho detto che non mi sarebbe piaciuto apparire, seppur ci voglia essere, e abbiamo iniziato a lavorare su qualcosa che stava tra lo specchio e la trasparenza. E da lì è nata la copertina. La cosa che mi ha fatto sorridere di pini questi giorni, una delle poche cose molto interessanti del mio percorso è che, visto che tante volte fai delle scelte abbastanza di pancia, “punk” io le chiamo, è bello trovare dei significati dopo che hai fatto delle scelte. Quando l’hai fatta la scelta non sapevi perché la stavi facendo, perché era una cosa di sensazione, di fiuto, nel caso fortunato. Recentemente un mio carissimo amico tarologo mi ha detto “Ma la copertina del tuo album è la carta della luna, non solo per la luna, ma anche per questa sorta di emersione che è molto rappresentata nel video di 7 astri, con anche questo rapporto con l’acqua e il rapporto con la belva, o comunque con l’animale che può essere la lucertola. Ecco, inviterei chi non conosce il significato della carta della luna di prendere un’occasione per approfondire l’interpretazione di questa carta, soprattutto quando la fa parlare, è molto intrigante

Il disco sembra molto più dolce e, diciamo, tranquillo rispetto ai precedenti. E’ cambiato qualcosa nella tua vita? 
Effettivamente sono più sereno, credo che forse, forse, finalmente ho accettato il fatto di non essere più un ragazzo. Ormai ho quasi 40 anni, era ora, probabilmente potevo farlo 20, anche 15 anni fa. Più che altro, uno dei pochi vantaggi dell’età è la serenità, fare proprio tutto quello che voglio fare. Non che prima non l’avessi fatto, ma prima tenevo molto più in considerazione i commenti esterni, che in passato mi condizionava, a tratti subivo e che mi dava da pensare più del dovuto. Una volta che fai una scelta è molto più interessante cavalcarla che continuare a discutere sul fatto che l’hai fatta o su quello che ipoteticamente hai perso. Eventualmente lo ritroverai ma nel momento in cui scegli vai e sbattitene, anche in senso positivo. I commenti di amici e di gente cara sono sempre importanti, dopo il primo live mi hanno detto “molto bello, però mi hanno detto che riascoltare i pezzi vecchi riarrangiati è quasi fastidioso”. Però è molto interessante quel momento in cui credi di aver vissuto una storia intensa che è valsa un percorso che hai fatto, sei abbastanza forte di prendere la distanza da un commento, o una critica. Ovviamente ragionarla, prenderla in considerazione ma non farla diventare un “ho sbagliato tutto”.