Gli Imperdibili del Primavera Sound 2019: la dolcezza di Snail Mail

Snail Mail, in inglese, è la posta ordinaria, quella lenta come una chiocciola {snail, appunto}, che si contrappone alla velocità dell’attuale posta elettronica. Ancora esistono gruppi che si scambiano missive come negli anni che furono, rifiutando la tecnologia e conservando quelli che venivano chiamati “amici di penna”.

Perché questo preambolo? Perché Snail Mail, progetto solista della teenager {appena 19enne} Lindsey Jordan, parte proprio da lì. Iniziato come folk, evoluto in puro indie rock {molto melodico a dire il vero} con il primo vero album di debutto, Lush, ha convinto in maniera fragorosa tutta la critica, tanto da definirlo, secondo le parole dell’autorevole rivista Rolling Stone, come “l’opera di un prodigio dell’indie-rock”. Sonorità inclini a mostri sacri come Sonic Youth, The Cranberries, Pavement e The Velvet Underground, con la dolce e incantevole voce di Lindsey {che suona anche la chitarra, da 13 anni, praticamente tutta la vita} e l’accompagnamento di Alex Bass {basso}, Ray Brown {batteria}, Daniel Butko {chitarra} e Madeline Modem {chitarra e synth} creano un mix di assoluto successo. Tanto da spingerla ad avere più di 500.000 ascolti mensili su Spotify, e singoli da oltre 7 milioni di ascolti. E un palco, per la seconda giornata del Primavera Sound 2019.

E che palco: il Primavera, quello che si affaccia su una collinetta in erba, dove si può scegliere se abbandonarsi all’ascolto o scendere, in prima fila, a sentire il respiro dell’artista. Tutto questo in un orario fantastico: 17.45, sole ancora alto ma non cocente, parti in ombra, pubblico non ancora giunto completamente. Qualcosa che si avvicina all’etereo.

Puntualissima appare lei, Lindsey, racchiusa in enormi occhiali rossi, quasi imbarazzata… per un paio di secondi. Da qui parte il suono, parte la sua voce metà graffiante metà sussurrata e dolce, parte lo spettacolo che stiamo per goderci.

C’è moltissimo pubblico per l’ora, e il successo mondiale che sta ottenendo si dispiega in ballate cadenzate e intime, in parole che riempiono totalmente la sua età e danno la dimensione di un’artista che è venuta da Baltimore ad insegnarci come l’indie non solo è morto, ma sa evolversi attraverso un caleidoscopio di emozioni che parlano di amore e solitudine, del Noi che spesso si tradisce in circostanze imprevedibili e sospese. Come in Pristine, primo singolo di Lush:

And we can be anything
Even apart
And out of everything
It doesn’t have to be this hard
I could be anyone
But I’m so entwined
And out of everyone
Who’s on your mind?
And no more changes
I’ll still love you the same

Il sole non sembra calare, mentre gli occhiali scompaiono e la sua voce ci accarezza. Tutto il pubblico canta, nonostante qualche imperfezione vocale di Lindsey, che chiude con una sorpresa da {anni} 90: una cover di Second Most Beautiful Girl in the World, della dannata del grunge Courtney Love.

Gli Snail Mail ringraziano, salutano, e disegnano una traccia indelebile nel prato. Una traccia che potremmo rivedere presto: Lindsey ha visitato solo Roma del nostro paese, ma, come dichiarato in un’intervista a SPIN, desidera, ardentemente, registrare un disco in Italia. In un luogo insolito: al Nord. Per stare lontano dalla frenesia, isolata e chill, parola che utilizza come un articolo. E, nonostante in Europa abbia suonato molto, la scelta è caduta proprio… qui.

Portatevi avanti e ascoltatela. Le emozioni che vi darà non vi lasceranno indifferenti, in attesa del primo live a pochi km da noi.