Intervista a I DEI DEGLI OLIMPO sul progetto “La sessualità degli invisibili”

Il progetto “La Sessualità degli Invisibili“, a cura della Symphonic rock band romana “I DEI DEGLI OLIMPO”, nasce dalla convinzione che la musica possa essere uno strumento capace di salvare e scuotere dal torpore e dall’inerzia la Società odierna, con maggiore attenzione ad un pubblico di giovani fruitori.

Con questo progetto, infatti, la Band vuole rendersi portavoce e promotrice di una tematica sociale ancora oggi fortemente inaccessibile, quasi inviolabile: la sessualità e l’invisibilità di chiunque sia costretto a vivere una condizione di disagio ed emarginazione.

Abbiamo fatto qualche domanda alla band per approfondire questo tema di cui, purtroppo, spesso non si parla per timore o perché si considera un tabù. Riteniamo importante dare spazio a queste tematiche, soprattutto se interconnesse al mondo della musica e noi di Rock And More sosteniamo I Dei Degli Olimpo e il loro progetto di sensibilizzazione.

1. Da che cosa nasce il progetto de “La Sessualità degli Invisibili”? Cosa vi ha fatto nascere l’idea?

Il progetto “La Sessualità degli Invisibili” nasce dal desiderio di renderci portavoce e promotori di una tematica sociale ancora oggi fortemente inaccessibile, quasi inviolabile: la sessualità e l’invisibilità, di chiunque sia costretto a vivere una condizione di disagio ed emarginazione.

L’idea di partenza è nata in seguito a frequenti collaborazioni con i ragazzi disabili dell’Istituto Leonarda Vaccari di Roma: ci siamo trovati il chitarrista, Nicolò Baldini, ed io a lavorare fianco a fianco con questi ragazzi in un progetto di integrazione, che li coinvolgesse nell’ambito musicale e teatrale, volto alla realizzazione di musical e rappresentazioni teatrali.

Vedere l’entusiasmo e la passione con cui hanno lavorato ci ha spinto a credere che l’arte, nel nostro caso la Musica, possa essere il linguaggio universale con cui trattare delicatamente questa tematica e farla arrivare ad un pubblico di giovani. Inizialmente volevamo legare la tematica della sessualità solo al mondo della disabilità, ma di fatto l’invisibilità è un concetto più ampio che ha coinvolto chiunque almeno una volta nella vita e allora abbiamo deciso di dar voce a chiunque sia o si senta invisibile: così è nato il nostro progetto.

2. Avete già lavorato a un progetto simile oppure questo è il vostro primo?

Fatta eccezione per le collaborazioni di cui parlavo precedentemente, è la prima volta che ci impegniamo nella realizzazione di un progetto simile realmente nostro, non è mai facile trattare di argomenti simili e speriamo di riuscire a farlo con la delicatezza e la sensibilità che tali tematiche richiedono.

3. Qual è la reazione del pubblico quando ascolta le vostre canzoni?

Abbiamo la fortuna di avere a che fare sempre con un pubblico molto coinvolto ed entusiasta che varia da bambini, ragazzi giovanissimi e adulti. Cerchiamo sempre di far amare la nostra musica e di regalare a chiunque ci ascolti una serata piacevole, finora ci siamo sempre riusciti!

4. Qual è l’obiettivo principale che volete raggiungere attraverso questa campagna?

Con questa campagna vorremmo dare voce e volto a chiunque si senta “invisibile”, sbagliato o inadeguato per questa Società che di fatto ci vuole e ci rende “trasparenti”, come citiamo anche nel brano manifesto del progetto. Vorremmo ridare colore agli sconfitti, ai vinti, agli emarginati, a tutti coloro che vengono dimenticati e messi da parte, vorremo dare loro la possibilità di sentirsi finalmente parte di qualcosa attraverso la nostra musica.

5. Come pensate possa essere abbattuto il muro che esiste tra i cosiddetti “invisibili” e la sessualità?

Il muro, come ogni barriera sociale, si può abbattere solo parlandone e soprattutto coinvolgendo i più giovani: d’altronde sono loro il futuro della nostra società e sono loro l’obiettivo principale di questa sensibilizzazione. Speriamo davvero di riuscire a coinvolgerli e a far capire loro quanto sia importante abbattere tabù che oggigiorno non hanno più senso di esistere.

6. Come mai pensate esista questo muro?

I giovani di oggi vivono in una società fragile, completamente priva di sostanze, e sono destinati all’invisibilità, uno stato di alienazione e di inevitabile, e talvolta volontario, esilio. D’altronde in un clima socio-culturale in cui si vive costantemente in uno stato di perenne lotta per la supremazia dell’apparenza, dimenticandosi l’importanza dell’Essere piuttosto che dell’Apparire, è inevitabile che i ragazzi si sentano inadeguati e appunto invisibili. E’ naturale che poi ognuno si senta libero di essere se stesso solo nella propria intima solitudine.

7. Il brano “Invisibile” si accompagna a un video fortemente d’impatto: perché avete scelto di associare una ragazza disabile al tema dell’autoerotismo?

Volevamo dare un’immagine delicata ed erotica, esteticamente gradevole ed appagante, condivisa dall’idea radicata di sessualità che però si contrapponesse alla disabilità della donna, rappresentazione dell’Invisibilità; un’immagine, così, capace di appagare eroticamente lo spettatore e contemporaneamente di catapultarlo in una realtà dopotutto non così lontana, lasciandolo spiazzato e incredulo quando solo alla fine si renderà conto della disabilità della donna.

La scelta di mostrare una donna disabile si lega all’idea che chiunque, indipendentemente dal suo livello di disabilità, abbia un bisogno naturale di accedere all’affettività, al calore e al contatto con sé stessi e con gli altri. L’autoerotismo, invece, è un atto naturale e soprattutto intimo, la cui eleganza e naturalezza è rappresentata dalla figura femminile; l’atto in sé è un’allegoria della “piacevole” solitudine con cui nutriamo il nostro corpo, una solitudine che sfida l’indifferenza della vita e della società.