Una ventata di freschezza a Senigallia: non è il mare ma i COMA_COSE live al Mamamia

L’avevamo annunciato. L’avevamo predetto. L’avevamo capito. Avevamo trovato riscontro nella crescente attenzione mediatica. Ma vedendoli dal vivo domenica 7 aprile al Mamamia di Senigallia, abbiamo avuto la conferma:

i COMA_COSE rappresentano la freschezza nell’ambito delle icone musicali più recenti.

Come anticipato nella nostra recensione, tra tanti personaggi poco edificanti e poco propositivi che guidano il mercato musicale, tra gli artisti spuntati fuori dal nulla (“Vengo dal niente e voglio tutto”), saliti alla ribalta nei tempi più recenti, che hanno incarnato la novità delle proposte musicali nel complesso panorama italiano giovanile, spicca in modo esemplare questa coppia magica.

Una coppia che parla della vita a Milano senza cadere nella banalità di rapper già sentiti, che usa i giochi di parole inventando nuovi linguaggi ed emana una sensazione di leggerezza e di stile fresco.

Il tutto condito da un misto di atteggiamenti modaioli e al tempo stesso anticonformisti, al passo coi tempi eppure originali.

E proprio in quanto coppia forse, Fausto Zanardelli detto Fausto Lama aka Edipo, e Francesca Mesiano detta California, mostrano al pubblico un atteggiamento e una forza non comune, quella di due persone che si sostengono a vicenda, che condividono tutto, e nonostante la patina mediatica, non lo fanno in modo falso come J-Ax e Fedez (coppia notoriamente scoppiata per ragioni poco chiare ma che forse potreste trovare qui).

Anzi, lo fanno perché devono pagarsi l’affitto, così come sono (ri)partiti da zero nel mondo della musica, reinventandosi, dopo essersi conosciuti e trovati nell’umiltà di un lavoro da commessi in un negozio.

Così infatti è iniziato questo progetto di coppia, trovandosi per caso a lavorare insieme e a condividere la passione della musica, dopo che il rapper Edipo non era riuscito a far decollare la sua precedente carriera musicale con questo pseudonimo, pur avendo sfornato canzoni piacevoli e promettenti per i testi particolari e significativi e pur essendo inserito nell’etichetta GiadaMesi di Dargen D’Amico e nella major Universal.

Evidentemente questa semplicità traspare. Perché la sensazione che i Coma_Cose hanno trasmesso sul palco del Mamamia è quella di una capacità espressiva non artefatta, che esprime e regala al pubblico una certa armonia.

Così come c’è un’armonia nell’impatto visivo di questi due personaggi dai movimenti e dal look particolari (trasgressivo ma dolce per lei, buffo e che cambia spesso e in modo radicale quello di lui).

E c’è un’armonia anche nello spettacolo, dominato da un gioco di luci e colori che variano dal rosa all’azzurro ed esprimono perfettamente la personalità dei due soggetti.

Queste luci colorate incorniciano il flow sincopato di Fausto che dà prova delle sue grandi capacità metriche e nelle punchline, e la delicatezza dell’immagine giovanile e della voce di California, una voce che ipnotizza e rimane in testa.

Sul palco, notiamo anche qui, come un tratto distintivo di quasi tutti i live degli artisti italiani più originali tra quelli che fanno rap, la presenza di una band, costituita solo di due musicisti che suonano rispettivamente la batteria l’uno, tastiere, basso e chitarra l’altro.

L’inizio rende esattamente l’idea racchiusa nel titolo del nuovo album, Hype Aura. In effetti il suono della Intro (stavolta messa in apertura e non alla fine come nell’album) introduce un’atmosfera carica di enfasi elettronica, creando una vera e propria grande aura di hype.

Il live scorre veloce con una canzone dietro l’altra, ripercorrendo tutto il repertorio del duo, dai singoli di questo nuovo primo album Via Gola e Granata, passando per i brani dell’EP Inverno Ticinese  ovvero Pakistan, French Fries, e Anima Lattina, alle vecchie hit come Jugoslavia e Post-Concerto , fino a canzoni del nuovo album quali S. Sebastiano e Mancarsi, quasi senza interruzioni, a parte l’assolo della band e l’interludio costituito da un video con un discorso sulla stranezza dell’esistenza della paura di essere spiati da un’anatra, e quindi per esteso su quanto sia strano il mondo, che è divertente e colpisce.

Poi, sul motivo reggaeggiante di Mariachidi, parte l’onda di cui si parla nella canzone, che coinvolge il pubblico creando un’onda di mani alzate che, appunto, ondeggiano a tempo.

In definitiva si può dire che quello dei Coma_Cose è uno di quei casi in cui il prodotto funziona e non si riesce a trovare un elemento negativo al quale appigliarsi per smontarlo in virtù del fatto che è “troppo commerciale” e pop, anche perché si configura comunque come un prodotto musicale che non è come tanti altri e che si muove all’interno dell’ambiente indie, con un’impronta alternativa e sperimentale.

Un prodotto e un progetto nel quale le scommesse riposte sono state ripagate perché i Coma_Cose hanno un sound e uno stile unico che conquista.