La scomparsa dell’uomo invisibile, il ritorno di Carlo Skizzo Biglioli

Avevamo lasciato Carlo Skizzo Biglioli come “patriarca” de La Famiglia Rossi e capobanda del collettivo FreakAntoniano, nato per celebrare la memoria della scomparsa voce degli Skiantos. Lo ritroviamo ora in solitaria, con un disco tutto suo a 25 anni di distanza dal suo secondo e fino a poco tempo fa ultimo album.

13 tracce piene di ironia spesso surreale che spaziano tra vari generi musicali strizzando l’occhio sia al repertorio della Famiglia sia a grandi del cantautorato italiano. Esercizi stilistici interessanti musicalmente ma soprattutto a livello testuale dove la sciarada la fa da padrona creando interessanti doppi sensi e giochi di parole.

Il disco si apre con Sciamare a detta di Biglioli la sua canzone preferita dell’album, forse effettivamente il pezzo più a sé stante come genere. Un brano che sembra una filastrocca in musica, con un ritornello però da madrigale che da uno spessore completamente diverso al brano.

Ometto è invece un veloce ma geniale esercizio stilistico. La canzone che più riporta con il pensiero alla Famiglia è il primo singolo estratto, Le ragazze immaginarie. Immediato in questo caso anche il rimando a Fred Buscaglione e forse ancor di più a Sergio Caputo.

La title track La scomparsa dell’uomo invisibile, una storia surreale come già ipotizzabile dal titolo messa in musica con forti richiami alla musica sacra funerea, dal ritmo all’utilizzo di strumenti antichi come il clavicembalo.

Per stessa ammissione dell’autore Ciumbia è un omaggio a Giorgio Gaber, a partire dall’uso del dialetto milanese al tema, quotidiano e un po’ intimo, ma finalizzato alla battuta. Ancora più vecchi i riferimenti di Discuter, una marcetta un po’ anni trenta un po’ cartone animato.

Uno sciocco canto gregoriano invece Luminose meraviglie, dove la solennità dello stile si accompagna ad un testo volutamente no sense.  La chitarra di Robi Zonca impreziosisce invece Marvel Rush, un altro brano orecchiabile che ricorda nuovamente i tempi della band.

La voce di Gabriella Mazza invece nel duetto di Tubando un brano che fa un po’ il verso ai classici della canzone italiana che prevedono un corteggiamento tra una donna disinvolta e determinata e un uomo spaventato e insicuro.

Costituzione è invece un brano dall’intensità musicale e del cantato ostentata rispetto al testo, come sempre ironico. Richiami di polizziottesco anni ’70 nel funk di Il Superpoliziotto, un brano dal ritornello palindormo anche in questo caso arricchito musicalmente da Robi Zanca.

Country invece sia l’argomento che la musica di Billy Sieve, uno dei brani forse più lineari testualmente ad eccezione della sciarada finale. Vivi di DVD è invece una lunga e continua allitterazione che parte folk per trasformarsi in un classico valzer viennese.

Nel complesso un album di facile ascolto a livello musicale, ma decisamente più piacevole ad un ascolto più accurato del testo e delle sue mille acrobazie. Consigliato agli amanti del rock demenziale e delle parole crociate, ma anche a chi semplicemente vuole ascoltare qualcosa di leggero senza per forza bisogno della rima cuore-amore.