#ThrowBackThursday: il declino Miserable dei Lit

Bentornati a #ThrowBackThursday: anche questa settimana un brano, ma soprattutto un video, indimenticabile di una band dimenticata.

Anno 2000, superata la paura del millenium bug e delle profezie di Nostradamus il mondo si prepara a chiudere un’epoca e aprirne una nuova. In effetti l’anno vede la stampa delle ultime Lire e la chiusura definitiva della centrale di Chernobyl oltre che la rivelazione del Terzo Segreto di Fatima nell’anno del Giubileo. Ma è anche un anno di inizi: la prima versione di OpenOffice inaugura la stagione dell’oper source, l’Italia del rugby fa il suo esordio al torneo del Sei Nazioni mentre Vladimir Putin diventa Presidente Russo per il primo dei suoi, ad oggi, 4 mandati.

A livello musicale esplode il fenomeno Eminem che riesce a scalzare dal top delle classifiche anche teen idol del calibro di Britney Spears e Backstreet Boys. Ma se da un lato il pop e l’hip-hop gettano le basi per quello che sarà il trend degli anni 2000, anche il punk-rock tipicamente californiano vive una nuova giovinezza: agli ormai storici Offspring e Green Day si affianca infatti il fenomeno Blink-182.

È sulla spinta di questa nuova ondata di potenza mista a ironia e un po’ di strafottenza che nel 1999 i Lit pubblicano A place in the sun. Formatisi nel nel 1990, i Lit pubblicano il primo album nel 1997 ma è appunto il secondo lavoro in studio della band a raggiungere la certificazione Platino e permette ai Lit di esibirsi oltre che con i già citati Offspring con artisti del calibro di Garbage e No Doubt.

Il vero successo mediatico però arriva nel 2000 con il singolo Miserable dove la band è lillipuziana protagonista del video al fianco di una Pamela Anderson, vera icona di quel periodo, in versione Gulliver. Le cose però vanno a finire in maniera un po’ diversa dal romanzo di Swift: la band viene infatti letteralmente cannibalizzata dalla procace attrice. Come ha spiegato il cantante stesso Jay Popoff, il brano (ed in parte aggiungiamo noi anche il video) parla di dipendenze ed è in parte autobiografico visti i trascorsi problematici con l’alcol del leader della band.

Nello stesso anno altro singolo di successo è Over my head, inserito nella colonna sonora di Titan A.E., film di animazione che nella versione originale vanta doppiatori d’eccellenza come Matt Damon e Drew Barrymore.

Ma come sempre raggiunto l’apice o inizi a volare o inizia il declino che nel caso dei quattro ragazzi californiani coincise con l’album Atomic del 2001, un autentico flop di vendite nonostante un buon riscontro del singolo Lipstick & Bruises. La band provò a rilanciarsi cambiando etichetta discografia e nel 2004 uscì un nuovo album dall’omonimo titolo di Lit ma senza maggiori fortune.

Nel 2009 i Lit vengono colpiti da un grave lutto: muore infatti Allen Shellenberger, batterista della band colpito un anno prima da un cancro al cervello, il suo posto viene preso da Nathan Walker. Con la nuova formazione la band pubblica nel 2012 The view from the bottom ma anche in questo caso senza particolare successo.

Dopo 5 anni di silenzio lo scorso dicembre i Lit hanno dato alla luce These are the days, un album al quale hanno lavorato dal 2015. Registrato a Nashville il disco ha una forte influenza country anche se la band rifiuta di definirlo un album di genere. Resta il fatto che nell’ultimo anno le esibizioni della band si sono divise tra festival rock e festival country, anche se come ha tenuto a precisare Jay Popoff “il nostro set è esattamente identico, non suoniamo in uno stile differente a seconda del pubblico e non ci mettiamo in testa un cappello da cowboy per l’occasione”.

La band sarà in tour negli Stati Uniti questa primavera ma, nonostante le buone intenzioni dei fratelli Popoff e soci, non sono previste al momento date europee: vista l’evoluzione stilistica, sinceramente, non fatichiamo a capire il perchè.