INFERNVM: dai versi di Dante ai versi di Murubutu e Claver Gold

Secondo la tradizione, il 25 marzo del 1300 Dante Alighieri entrava nella Selva Oscura dando inizio alla Divina Commedia; in logica continuità, essendo il rap il linguaggio erede della poesia, è stato in questo giorno del 2020 che ha avuto inizio anche il viaggio di INFERNVM, un viaggio esplorativo nelle capacità espressive del rap per mostrarne la forma più alta, ad opera di CLAVER GOLD e MURUBUTU.

INFERNVM è il nuovo concept album dei due rapper, uscito il 31 marzo per Glory Hole Records, anticipato dal singolo Paolo E Francesca, pubblicato il 25 marzo, celebrando appunto la data di inizio del viaggio dantesco.

Claver Gold, il “Lupo di Hokkaido” di Ascoli Piceno, bravissimo paroliere del rap underground, e Murubutu, professore di Storia e Filosofia di Reggio Emilia e portavoce di un nuovo rap letterario definito “letteraturap”, formano un’accoppiata vincente ormai consolidata dopo le collaborazioni in La Rana e Lo scorpione (2012), Le Sirene (2014) e il successo dell’ultimo concept album della produzione letteraria di Murubutu, Tenebra è la notte e altri racconti di buio e crepuscoli del 2019, dove il featuring in Le notti bianche costituisce uno dei punti più alti di quell’opera, forse il brano più poetico. E ora, due grandi artigiani della parola come loro si sono cimentati nella riscoperta e attualizzazione dell’opera del padre della lingua italiana.

Vediamo come, vestendo i panni del Sommo Poeta e del suo maestro Virgilio, i due si sono tuffati in questa catabasi (la prima per Claver Gold, la seconda per il professore che aveva già realizzato La Murubeide).                                       

«A passi lenti tra gli ulivi e bivi decisivi».

Si comincia con scratch e suoni distorti, oscuri, tenebrosi, in un beat hip hop ma tendente al gothic rap: le atmosfere cupe, che torneranno speso ad avvolgere vari passaggi dell’album, hanno lo svantaggio di rendere ancor meno comprensibile all’ascolto distratto la musicalità e le parole, rendendo il tutto un po’ confuso ma hanno un senso: rendono perfettamente lo smarrimento nella Selva Oscura, titolo della prima traccia che ci introduce alla discesa nell’Infernvm, con una sorta di confuso brusio di voci che si contorcono e sovrappongono come le voci confuse dei dannati provenienti dall’inferno, tramite estratti recitati dall’attore teatrale Vincenzo di Bonaventura.

«Lasciate ogni speranza, o voi che entrate».

Con un coro di voci di angeli invece inizia la seconda traccia: prima dell’inferno, prima dell’Acheronte, prima di tutti i cerchi, c’è l’Antinferno: come Dante e Virgilio, i nostri incontrano le anime degli ignavi, criticando chi non prende posizione chi è “senza infamia e senza lode, senza vita e senza morte”, con il valido aiuto del ritornello cantato da Davide Shorty che aggiunge un po’ di soul alla riuscita ricetta.

«Stringevo forte due monete per pagare il pegno».

Quindi in Caronte, il celebre nocchiero è paragone e personificazione della dipendenza da eroina, in quanto anche questa è una traghettatrice di anime nel viaggio verso l’aldilà.

«Qua tante spire quanti i cerchi scelti da Minosse».

Poi c’è Minosse, pezzo creativo e molto forte nell’insieme, in cui i due rapper prendono spunto dal giudice delle anime dei dannati dell’inferno e dalle pene commisurate secondo la legge del contrappasso per immaginare la pena che potrebbe toccare a loro.

«Amor, ch’a nullo amato amar perdona».

Paolo E Francesca, con il ritornello di Giuliano Palma a dare una sfumatura pop più radiofonica, è il singolo perfetto che ha anticipato l’album il 25 marzo, ricordando la data in cui Dante iniziò il suo viaggio entrando nella selva oscura, il 25 marzo del 1300. Ed è forse la parte più poetica, sicuramente la più romantica del concept. La tormentata storia d’amore di Paolo e Francesca, in piena sintonia con il Canto V del Sommo Poeta, sottolinea quanto valga la pena di essere costretti alla dannazione eterna per l’amore vero, “il migliore tra i peccati”.                           

«Sono scomparsi quei commenti sotto la tua foto».

In Pier, partendo dalla figura di Pier delle Vigne, narrata nel canto XIII della Divina Commedia, in cui sono puniti i suicidi, viene sviscerato e coraggiosamente messo in luce il tema del suicidio con la capacità nello storytelling che contraddistingue i due rapper, attualizzandolo e situandolo nella società giovanile odierna, come conseguenza del fenomeno del bullismo. Commovente.

«‘Sti barattieri che ora lo fanno per moda /
Mi parlano dei quartieri, mi parlano della droga
».

L’extrabeat del brano Malebranche ci porta in un terreno inusuale per dei rapper intellettuali come i nostri autori, traendo spunto dai “barattieri”, vendutisi in cambio di ricchezze, che nei Canti XXI e XXII affollano la quinta bolgia dell’ottavo cerchio, con i due poeti che sono raggiunti da un gruppo di diavoli alati e neri, armati di bastoni uncinati coi quali afferrano e straziano ogni dannato che tenti di emergere dalla pece, chiamati “Malebranche” e capeggiati da Malacoda. Invece i “Sommi Rapper” si lanciano in un forte richiamo all’attualità, alla responsabilità delle parole, al valore della parola, l’accusa e la denuncia contro il sistema della moda musicale attuale in cui trionfano i testi della trap seguita dai ragazzini, in cui regnano parole che non sono di esempio e di arricchimento ma solo di impoverimento del linguaggio e della musica, con il solo scopo dell’inseguimento di un arricchimento personale, parlando solo di soldi, sesso, droga e altri stereotipi. Come già tentato da altri, da Benigni a Caparezza, anche Murubutu e Claver Gold si misurano con Dante ricalcandone la caratteristica di situare all’inferno personaggi realmente esistiti dei suoi tempi, inserendo quindi un livello di lettura metaforico che rappresenta una critica sociale.

«Quando il ciclope mi parlò io risposi: “Nessuno”/ e quando il mare ci affondò io risposi: “Nettuno”».

Ulisse è la traccia più aperta, più ariosa, piena di vita. Dal punto di vista delle suggestioni e della poetica tipica di Murubutu, qui risalta al meglio la sua caratteristica capacità di descrivere un personaggio letterario (e in altri casi storico o mitologico) con un linguaggio semplice e attuale, moderno, suscitando un’emozione. Qui, in una specie di autocitazione del suo pezzo di storytelling più alto e più riuscito, ritornano protagonisti “i marinai”. Qui si sente, ancora una volta, la brezza del mare e il soffio dei venti che trapelano dalle parole e dalle rime del professor Mariani. Qui si assapora la forza della hybris greca, citata nel brano stesso, si respira la Grecia e ci si sente spronati a buttarsi nella navigazione facendosi largo tra voci di sirene che ci confondono e offuscano la mente, ad andare coraggiosamente oltre i limiti conosciuti (le colonne d’Ercole). Qui si respira aria di libertà. Qui sta la dichiarazione più vera della poetica dei due rapper: la sete di conoscenza come ciò che nobilita l’uomo e ciò che rende veramente vivi.

«Il cuore al trotto inonda e rende i loro baci /
Lei che per baciare chiede il doppio /
Che darebbe per un bacio gratis
».

Taide, altra attualizzazione, stavolta di una delle etère preferite da Alessandro Magno, che Dante incontra nella seconda bolgia dell’ottavo cerchio (Canto XVIII), immedesimandosi in una donna moderna che non riesce ad amare e sentirsi amata, con momenti di vera poesia, come quello di Claver Gold che dimostra di saper usare quei riferimenti alla realtà concreta moderna che paradossalmente raggiungono l’apice espressivo: «…come l’odio che fiuti, quando un po’ ti rifiuti / cerchi pace nel vuoto e le pasticche nel beauty».

«Come in alto, così in basso».

Non è una citazione dantesca, né dei due rapper, ma un motto alchemico e gnostico che descrive bene la simbologia e la figura luciferina, caratterizzata dal dualismo e dall’ambivalenza, tanta fu la sua grandezza come angelo del cielo, tanta è la sua grandiosità come re dell’Inferno e antitesi divina; quasi una riabilitazione della sua figura nella magnificente Lucifero, descrizione dell’angelo caduto divenuto bestia mostruosa divoratrice di anime e nella cui vicenda leggendaria è ben resa la legge del contrappasso che domina l’inferno dantesco e che Murubutu e Claver Gold vogliono trasmettere a noi, mostrando però in ciò un po’ di pietà perfino per il diavolo supremo.

Infine chiude il disco l’outro Chiaro Mondo, una sorta di collage di spezzoni di canzoni precedenti dei due artisti sul tema, sapientemente rimescolati e composti tra gli scratch da Dj Fastcut.

«E quindi uscimmo a riveder le stelle».

Volendo trovare degli aspetti negativi si può osservare che è certamente sintetico rispetto alle potenzialità di reinterpretazione offerte dalla Divina Commedia (pensando a quanti interessanti personaggi e temi sono rimasti fuori), ma è già un miracolo considerando le tendenze discografiche attuali. Un altro limite è quello di essere un po’ caotico (giustamente, dovendo rendere l’atmosfera infernale) e poco orecchiabile, restringendo così ancora di più il proprio bacino di utenza.

Se da una parte si indulge eccessivamente in questo “peccato” (rimanendo in tema) assolutamente perdonabile, d’altro canto si assiste a una conferma del valore dei due artisti e addirittura di un salto di qualità: Claver Gold riuscendo finalmente a raggiungere la consacrazione nell’empireo del vero Conscious Rap; Murubutu, che rappresenta invece uno dei massimi esponenti in questo senso, se non quello in assoluto più “intellettuale”, trova qui la conferma del raggiungimento del giusto compromesso, del difficile, perfetto e bilanciato equilibrio tra un linguaggio aulico e un linguaggio chiaro, tra linguaggio alto e basso, tra classico e moderno, e soprattutto tra scrittura “stilistica” e approccio didattico.

In consonanza con la complessità dell’opera ispiratrice, il disco è denso di parole scelte con maestria e metriche ricche, avvalendosi di ottime sonorità che situano perfettamente il tutto, grazie alle produzioni dei beat di Squarta, XXX-Fila, Kd-One, Dj Fastcut, il Tenente, James Logan, Dj West, Dj Sid e Kuma.

Nell’insieme quindi, Infernvm è un capolavoro di scrittura che fa venire voglia di rileggere la Divina Commedia e potrebbe essere un ottimo strumento per avvicinare i giovani alla letteratura; Infernvm rappresenta una perla tra le uscite di questo periodo di sospensione della scena musicale italiana, un tesoro di valore inestimabile per il rap italiano, una ricchezza per la cultura tutta.