Intervista agli Amen!

Aretini dal piglio pop gli Amen! sono una di quelle band che ti conquistano con le ritmiche electro e le decorano con parole dal tono cantautorale. Li abbiamo raggiunti via mail per scoprire qualcosa in più sul loro album “Preghierine“, uscito per Costello’s Records.

Tra nome della band e titolo del disco diciamo pure che amate provocare il vostro ascoltatore…
Probabilmente l’effetto finale è stato quello, ma con grande sincerità possiamo dirvi che, sia la scelta del nome della band che quella del titolo del disco, sono nati in grande libertà, svincolati da particolari logiche di marketing. Con la nostra musica non vogliamo provocare, ma eventualmente emozionare e far pensare.

I titoli di tutti i vostri brani sono al plurale. Come avete scelto le canzoni da inserire nel disco?
Le canzoni contenute in “Preghierine“, sono state scritte tra la seconda metà del 2012 e la prima metà del 2014, dopo un lungo periodo di stop, successivo allo scioglimento dei Soul Killa Beatz. Sono brani che non seguono tra loro un filo logico, o meglio, l’idea iniziale era quella di comporre musica seguendo solo il nostro istinto, mettendo da parte qualunque idea e preconcetto. Lo stesso è accaduto per i titoli della tracklist, anche questi nati in totale libertà. Preghierine non è quindi un concept album, ma una vera e propria raccolta di canzoni.

Il vostro album spazia tra tracce più electro, come Le piazze, ad atmosfere più pop. Il filo conduttore sono sempre le parole. Quindi è corretto chiamarvi una band cantautorale? Per voi cosa significa essere cantautore?
Non solo è corretto, ma anche un grande complimento. Noi non amiamo le categorie, né tanto meno le etichette, ma se proprio dobbiamo identificare il nostro approccio musicale, sicuramente il termine “cantautoriale” è quello che riteniamo più opportuno. Dopotutto scriviamo e cantiamo le nostre canzoni e indubbiamente al testo e al suo significato diamo molta importanza. Concordiamo, il vero filo conduttore di questo disco sono “Le Parole“, che oltretutto è il titolo di uno dei brani al quale siamo più affezionati di questo album.

Inevitabilmente quando si parla di autori toscani “giovani” spuntano i Baustelle, ma anche nomi più blasonati come Ciampi o una voce femminile come Nada. Che rapporto avete con il retaggio musicale della vostra regione? Quanto e come vi ha influenzato?
Mentiremmo se rispondessimo di no. Nada, Piero Ciampi, Bobo Rondelli e Federico Fiumani sono e saranno sempre dei riferimenti e ovviamente degli ascolti apprezzatissimi, al quale, nel corso degli anni, ci siamo ispirati. Per quanto riguarda i Baustelle, nel 2006, quando ancora ci chiamavamo Soul Killa Beatz, abbiamo avuto il piacere e l’onore di suonare in apertura prima del loro live organizzato dalla FAWI – Fondazione Arezzo Wave Italia, che ancora oggi ringraziamo per la fiducia che riposero in noi. Eravamo giovanissimi ed era una delle nostre prime e vere esibizioni. Fu una serata di grande musica, dove capimmo quando fosse bello suonare su di un palco con un pubblico davanti, che non fossero amici e parenti. Le gambe ci tremavano per l’emozione e il cuore batteva forte, una notte che non dimenticheremo mai.

Invece dal punto di vista dei live? Quanto è facile e/o difficile conquistarsi un pubblico?
Non ci siamo mai posti questa domanda. Abbiamo sempre seguito il nostro istinto, nel bene o nel male. Sul palco puntiamo ad essere veri e genuini, proponendo una scaletta che fa forza sui nostri brani più energetici, veloci e ritmati, senza negare il nostro lato più introspettivo. I nostri live hanno un animo punk, ma sappiamo intrattenere il nostro pubblico con momenti dallo spiccato gusto pop. Pur ritenendo internet e i media in generale, una risorsa fondamentale, crediamo che la dimensione live e il passaparola che ne consegue, rappresenti la vera occasione per promuovere la propria arte. Oggi, per via della crisi che sta attanagliando la musica live in Italia, gli spazi per proporre il proprio repertorio, sono sempre meno e purtroppo le nuove generazioni per conquistarsi un pubblico puntano tutto sui talent, sui videoclip in 4K o sui social network. Ecco, per noi è un abbaglio. Siamo dell’idea che la vera fidelizzazione, avvenga prima attraverso i live.

Amanda