Intervista ai Gouton Rouge

I Gouton Rouge sono giovani ma hanno alle spalle già due album, idee chiare, melodie efficaci e quel rumore post-adolescenziale che cattura con la sua irruenza. Abbiamo raggiunto i ragazzi via mail e li abbiamo interrogati sul loro modo di creare musica e di portarla dal vivo.

“Carne” e “Giungla” sono i titoli dei vostri album, in entrambi parlate di relazioni. Quali sono le principali differenze o quelle comuni tra i due lavori?

Carne e Giungla si presentano molto simili sotto diversi aspetti, dalla fase di composizione, che è durata all’incirca tre/quattro mesi, alla durata, perché entrambi suonano stando sotto i trenta minuti. C’è un aspetto che li differenzia in modo piuttosto netto, almeno su disco: una maggiore pulizia, linearità del suono che ci ha portato a suonare chitarre meno distorte e ritmiche più semplici. Giungla poi, a nostro avviso, si presenta come un disco più eterogeneo rispetto al precedente”

Come è nato “Giungla”? È stata una gestazione veloce oppure avevate già lasciato dei germi dal vostro esordio?

“Come detto prima Giungla è stato scritto in un arco di tempo abbastanza limitato, quindi sì, è stato concepito e partorito (inciso) nell’arco di 5/6 mesi, senza aver alle spalle alcun tipo di materiale scartato da Carne“.

Pubblicate con V4V, una etichetta indipendente che ha fatto sua la politica del free download attraverso il sistema pay-per-tweet. Come siete approdati all’etichetta? Come mai l’avete scelta, o è stata “lei” a scegliere voi?

“In realtà abbiamo due etichette, una è la V4VRecords di Michele Montagano, l’altra è Lafine di Manuele Altieri. Siamo approdati alla V4V perché Michele aveva recensito qualche anno fa un nostro vecchio EP. Gli eravamo piaciuti e, mentre noi cercavamo di scrivere Carne, lui aveva messo su da un anno la sua etichetta. Una volta registrato abbiamo inviato tutto a Michele, senza troppe aspettative perché lui stesso ci aveva detto che avrebbe avuto molto altro a cui pensare. Tempo 7 minuti, i primi tre brani, ci richiamò dicendo che era interessato”.

Il disco fisico per voi è un feticcio o è ancora uno strumento importante per la diffusione della musica?

“Abbiamo notato a nostre spese che se non sei un nome grosso grosso è praticamente impossibile vendere tante copie fisiche. La copia fisica del disco, il cd, non è l’unico mezzo per diffondere la musica, e forse è uno degli ultimi in quanto efficacia. Discorso a parte per i vinili”.

Curate voi stessi le grafiche e le illustrazioni e in entrambe le cover c’è sempre un movimento ondulatorio. È un vostro “marchio”?

“La copertina di Carne è di Francesco e di suo fratello, Vito Manolo Roma, mentre quella di Giungla è stata disegnata da Michele, l’altro chitarrista. Lo abbiamo notato solo ora che in entrambi ci sono delle curve. Non ci avevamo mai prestato attenzione, quindi no, non vuole essere un marchio di fabbrica il movimento ondulatorio. Piuttosto il vuvuvero, il serpente-puma-gatto in copertina di Giungla, vorremmo diventasse il nostro Eddi The Head”.

Parliamo un po’ dei live. Quanto conta per voi la performance dal vivo? E soprattutto ci sono ancora spazi dove poter far crescere un proprio seguito?

“Il live riveste la dimensione fondamentale. È in occasione di un live che ci vogliamo bene, odiamo, mal sopportiamo, per poi, in qualunque caso, berci sopra e divertirsi. Ma indipendentemente da questi aspetti privati crediamo che il palco possa essere allo stesso tempo il podio o il patibolo, il luogo dove ci si gioca il grosso della partita”.

Voi siete della provincia di Varese, cosa rappresenta per voi la parola “provincia”? È un’entità negativa o positiva? Quali sono le situazioni che la rendono tale?

“Qualunque parte del mondo con cui si arriverà ad avere a che fare si sarà sempre comunque un po’ provinciali, molto probabilmente. È una domanda che per poter essere affrontata in modo adeguato richiederebbe studi e studi di sociologia e non solo. Quel che possiamo dire, o più semplicemente notare, che nella provincia bassa di Varese ci si conosce tutti quanti e chi vuole, in base ai propri gusti, supporta un determinato gruppo”.

Amanda