FLORESTANO – Noh

ETICHETTA | Kowloon Records

GENERE | Elettronica

ANNO | 2015

Nel XIV secolo nasceva in Giappone una forma di teatro che faceva della libera interpretazione dello spettatore il suo punto cardine: pensato per un’audience molto colta, è famoso soprattutto per l’utilizzo costante di maschere che, di fatto, annullano tutta l’espressività facciale dei vari attori. Il nome di questa tipologia di teatro è “Noh”, (能).

Il polistrumentista veronese Leonardo Salvaro, fondatore dell’etichetta discografica londinese Kowloon Records, ha scelto proprio questa parola per il titolo del suo primo disco, presentandosi col nome d’arte di Florestano. Attraverso otto tracce di pura elettronica strumentale, Noh è un disco dalle sonorità dark, oscure, che si evolvono in maniera lenta ma inesorabile (“Dilentantes”), e che trascinano l’ascoltatore in uno spazio sonoro cupo ed avvolgente. Non mancano però passaggi sonori che spezzano di netto le atmosfere musicali dell’album: il meraviglioso crescendo della parte centrale di “Koola”, il quarto brano, ne è un chiaro esempio, così come l’ultima traccia, “Grizzled”.

Un disco estremamente valido, in grado di far viaggiare la mente attraverso paesaggi grigi ed ostili, e di evocare nell’ascoltatore le figure più disparate. Personalmente credo che un disco di musica elettronica debba essere principalmente questo: motore di visioni ed immagini, che ben differiscono da ascoltatore ad ascoltatore. Libera interpretazione, così come lo è il teatro Noh. Ed in questo caso il lavoro di florestano riesce bene. Dannatamente bene.

Se volete immergervi negli abissi oscuri di Noh, non posso non consigliarvi la quinta traccia, “Red Stool”, che credo sia un ottimo riassunto a tutto quello che l’album possa offrirvi.

Mario Macca