Aim + Wet Floor @ Circolone Legnano

Concerto esplosivo quello di venerdì 13 marzo al consueto appuntamento con il “Friday on My Mind”, la rassegna live del Circolone di Legnano.

Il locale dista trenta minuti da Milano ma non si fa mancare i grandi nomi della scena indipendente come Zen Circus, TARM e Marta sui Tubi, senza dimenticare le giovani realtà locali ed emergenti. Le protagoniste in questo caso sono due band brianzole potentissime: stiamo parlando di AIM e dei Wet Floor.

I primi sono un power trio composto da Marco Fiorello (detto Fiore), voce e chitarra della band, e dai due fratelli Marco e Matteo Camisasca, rispettivamente basso e batteria. Dopo aver calcato i palchi europei il gruppo è attualmente impegnato nella promozione del loro ultimo e quarto lavoro: “Finalmente a Casa” (Tirreno Dischi), con un tour che farà tappa in tutta Italia Isole comprese. I WET FLOOR sono invece un gruppo garage rock di giovane formazione, capitanato da Andrea Staglianò, voce e chitarra, Luca Erba al basso e Marco Perego alla batteria. Attualmente sono in tour per far conoscere il loro “Profezia in 12 pezzi”. Sono proprio loro ad aprire i live: la band domina il palco con decisione ed ha energia da vendere. Si inizia con “Scintilla”, l’intro del disco, pezzo corto ma denso di parole che lasciano ben intendere come il loro lavoro non sia costruito da testi banali ma voglia invece essere una chiara denuncia verso la società. Una società falsa e corrotta che ci propina idoli e profeti da seguire ciecamente. I Wet Floor hanno aperto gli occhi ed hanno deciso di percorrere la strada meno spianata, la direzione che, molto spesso, percorri solamente tu, la tua strada, insomma.
Concetti che ribadiscono in “Kill your Idols”, pezzo dalle sonorità punk e accattivanti e caratterizzato da riff potenti; proseguono con “Il bello di Marta”, brano graffiante in cui Andrea comunica con decisione che “le cose più belle sono quelle per cui lottare, non è solo un sogno questa rivoluzione” …e come dargli torto. Il gruppo è caricho e l’attenzione del pubblico viene catturata canzone dopo canzone. Durante “Non pensare a te” il rapporto artista-pubblico diviene ancora più diretto grazie al rito di casa, un gioco diviso in 3 parti:
PARTE NUMERO 1: dividersi metà a sinistra e metà a destra
PARTE NUMERO 2: battere le mani a tempo insieme a Coli e Luke
PARTE NUMERO 3: quando la canzone inizia la parte destra e la parte sinistra si scontrano in centro. Pronti?! Ovviamente i fan rispondono iniziando a pogare ad a divertirsi, beh, non se ne può fare a meno. Il live prosegue poi con pezzi come “Sotto gli occhi di tutti” in cui torna la tranquillità di un brano alternative rock di stampo tradizionale, in cui le fragilità personali vengono messe a nudo. “Amaro disincanto” è invece un brano squisitamente stoner rock dalla linea di basso potente ed armonica; chitarre dai suoni sporchi e grunge esplodono nel ritornello accompagnando parole acide e malinconiche. Lascia il segno “Il paese dei balocchi”, singolo in cui la band trasmette tutto il loro sentimento verso il proprio paese d’origine, un cuore che pulsa e che non si arresta mai. Chiudono due pezzi garage rock come “giallo e nero” e Polaroid”.
I Wet Floor lasciano il palco ed io ho già in testa il ritornello di quella canzone: “…ho la memoria di una polaroid, il fermo immagine di un istante – non mi ricordo degli stronzi, come voi”.

È giunto il momento degli AIM, animali da palcoscenico, indiavolati e pronti ad esplodere.
Il loro album percorre le sonorità del gruppo precedente ma si avverte fin da subito molta sperimentazione e corposità sonora nei pezzi. Il trio dà molto spazio alle parti strumentali di ogni brano e ci vuole davvero poco per farsi trascinare dal vortice di suoni e strumenti che vengono messi in scena e costruiscono un paesaggio denso e fitto. In scaletta “pezzoni” come “Finalmente a casa” in cui si parla della voglia di tornare alle proprie origini, verso un luogo sicuro, la propria casa, appunto. Si prosegue con brani dai riff potenti e affilati come “Non parli già da un po’”, “Vittoria” e “Dormo in te”. Gli AIM sanno catturare e mantenere con maestria l’attenzione del pubblico, anche sorprendendo tutti gettandosi tra la folla a suonare. Protagonista della scena è Matteo, il batterista, che inizia a suonare le percussioni con forza, i fan tutti attorno assistono a questa storta di rito tribale, ipnotico e trascinante. E ancora arrivano “Nel nuovo giorno”, “La tregua” e “Dove è ancora più profondo”: i bassi si fanno via via più profondi, i riff energici ed il ritmo dato dalle percussioni rimbomba nella mia testa. Veri e propri animali da palcoscenico questi AIM, con questo nuovo album hanno dimostrato senza dubbio una maturità artistica notevole.

In conclusione abbiamo assistito al live di due band molto promettenti, dove la componente fondamentale è stata l’energia che impregnava ogni singolo pezzo. Una prorompente voglia di gridare al mondo la propria volontà, di voler cambiare le cose, di costruire un futuro migliore è arrivata chiara e diretta, attraverso uno dei mezzi più efficaci in assoluto: la Musica. Beh, hanno tutto in nostro sostegno.


Federica Vismara

Photo by Stefano Brera