Joan Thiele all’Hiroshima Mon Amour, un talento vero da tenere d’occhio

Non era pieno l’Hiroshima per il concerto di Joan Thiele il 15 novembre, ed è un vero peccato. La giovane cantautrice di padre svizzero-colombiano e di madre napoletana presentava il suo ultimo album, Tango, nato in un periodo molto difficile passato in Colombia vicino al padre malato.
Tangere in latino significa emozionare, toccare (Tango es una palabra muy importante / Tango es el coraje para estar cerca), e Joan Thiele nel suo set elettro-acustico ci riesce perfettamente, grazie ad una formidabile presenza scenica ed a una voce magnetica e avvolgente.
Sul palco è sola, e una prima parte malinconica e struggente aperta dalla dolce Rainbow viene seguita da una seconda parte in cui la cantautrice abbandona la chitarra dicendo di aver voglia di ballare un po’. Tutto il pubblico è molto coinvolto e si muove insieme a lei, che incanta e ipnotizza cantando e ballando pezzi come Armenia Quindìo e Blue Tiger, seducente e dolcissima allo stesso tempo, e congedandosi infine con Azul.
Se avete occasione di andare a sentire l’elegante e bravissima Joan, non pensateci troppo.

Joan Thiele