I Codeina sopra e dietro al palco


Prendi un giovedì sera al Rock’n’Roll di Milano: musica, chitarre alle pareti, incontri con band e microfoni della radio.

Il 26 febbraio a suonare c’erano I Codeina: grinta e energia per un set che, siamo sicuri, anche nella sua messa in onda radiofonica regalerà una carica pazzesca, la stessa di cui già vi avevamo parlato in una nostra recente recensione.

Band storica, all’attivo dal 1998 I Codeina calcano il palco di questo storico locale come solo chi suona con passione sa fare. Dita che volano su chitarra e basso, piatti di batteria infuocati e un palco consumato tra sudore e energia.

Scopriamo insieme qualcos’altro su questi ragazzi…Ecco a voi cosa ci hanno raccontato proprio quella sera!

Presentatevi!

-Ale Codeina, batteria e percussioni; suono nel gruppo da 3 anni

-Ciao sono Matteo, canto, suono la chitarra , ho scritto i testi dell’ultimo disco e sono il fondatore del gruppo

-Sono Emanuele, suono il basso e vi voglio tanto bene!

-Io sono Gianmaria , suono la chitarra e diciamo che sono il jolly!

Come avete lavorato a questo disco?

E: partivamo da un riff o da una composizione, per poi lavorarci insieme arrivando a testo e melodia.

A: La nostra musica prende forma quasi come una statua… Proviamo, registriamo le prove che facciamo nel week end e ci lavoriamo scrupolosamente. E proprio come Michelangelo abbiamo dei pezzi non finiti.

A chi vi è più piaciuto essere paragonati, dopo questo lavoro?

M: Ovviamente ammettiamo di non fare un genere nuovo, anche perché fare musica nuova nel 2015 è praticamente impossibile. Abbiamo qualcosa di dire e vogliamo usare questo potente mezzo che è la musica per farlo. Diciamo che in realtà non penso di calzare in alcuni paragoni.

E: Forse dipende anche dal background musicale dell’ascoltatore. Ci accostano spesso al rock italiano come Il Teatro degli orrori quando in verità le nostre influeze sono più inglesi o americane. Deriviamo molto dagli anni 80-90, dai Nirvana, dai Melvins…

Ci parlate dell’artwork ?

E: Eravamo tutti insieme a cena e avevamo con noi uno splendido volume di illustrazioni, un atlante a dire il vero. Ogni paese vi è raffigurato con dagli animali mitologici. Appena abbiamo visto questo verme gigante ce ne siamo innamorati, e non potevamo non usarlo.

M: Precisamente rappresentava la Mongolia, è un verme paragonabile al mostro di Lochness.

La musica può essere un mezzo di denuncia sociale?

M: Assolutamente sì, anzi deve esserlo. Anche storicamente alcuni artisti hanno influenzato l’opinione pubblica; un esempio su tutti può essere Demetrio Stratos.

Se non vi chiamaste Codeina che parola usereste per descrivervi?

M: Grezzi, autentici. Forse passione, come parola.

A: Malta bastarda

E: Non riesco a trovare un’altra parola che non sia Codeina… Forse dannazione!

G: Apoteosi.

E: Forse a volte troppo poco indulgenti.

Quali sono i vostri sogni?

M: suonare, suonare ovunque.

E: Avere una sala prove privata e professionale. Però fare un tour che tocca tutta Italia piacerebbe anche a me.

Annie


Photo by Stefano Brera