Codeina – Allghoi Khorhoi


Un pugno in pieno stomaco, di quelli che ti mettono al tappeto. I Codeina nel loro DNA musicale hanno tutte le carte in regola per ottenere il risultato descritto.


La solidità della struttura chitarra-basso-batteria è la base ideale per i testi esasperati, critici e talvolta polemici. In “Allghoi Khorhoi”, secondo lavoro del gruppo brianzolo, troviamo esternazioni violente, laghi di calma apparente e attacchi strumentali. Esplosioni come “Crepa” in cui la voce elenca i Santi con tono sprezzante, una enumerazione che rende terrene e inutili le pratiche religiose. Un altro colpo, anche piuttosto basso, arriva con “71” e le sue parole al vetriolo: “Anche se sei bello ricco intelligente, sappi che sei merda / a te che piace il piatto ricco e nutriente, sappi che sei merda mangia la tua merda”.

Il trio non ha certo problemi ad esprimere la propria rabbia né, tanto meno, si preoccupa di edulcorare i vocaboli. Musicalmente, invece, i toni mutano rotta: mantenendo sempre un approccio piuttosto granitico, i tre si lanciano anche in trip esistenziali strumentali degni della migliore tradizione stoner con “Langley & Homer Collyer”. Strutture musicali più quiete le troviamo su pezzi come “Cascando” e “Dio ci pulisce” che dal punto di vista emozionale sono molto carichi. La voce con parole dure parla di fallimento e incertezza, mentre il tappeto sonoro più scarno ed essenziale mette a nudo la sensibilità nervosa.

I Codeina hanno racchiuso in questi dodici brani l’aggressività sonora che sa piegarsi a lidi più controllati, senza perdere la propria espressività e crudezza. Un lavoro che raccoglie le ispirazioni dall’hard rock dei Seventies e le mutua attraverso le sonorità DIY dei primi Novanta americani tra hardcore ed emo.

Come il verme della copertina, l’allghoi khorhoi, animale appartenente alla mitologia cinese, la band scava a fondo sotto un terreno desertico sputando acido sotto forma di parole e musica. Gli stessi musicisti vedono in questo essere sovrannaturale un simbolo di rivalsa e di ribellione dal basso. Una rivoluzione nascosta e silenziosa, che striscia nelle profondità del terreno e pronta ad esplodere all’improvviso. Come un pugno che ti affonda nello stomaco.

Amanda