Il Fieno – I vivi


E così arriva anche “I Vivi”, primo album de Il Fieno, band nata nel 2011 tra Milano e Varese che sembra essersi inserita in un panorama ben preciso, a cavallo tra il new wave british molto “Joy Division” e quello italiano stile “Diaframma”.


L’album è costruito su atmosfere molto cupe, come già si nota nel primo pezzo, “Poveri Stronzi”: vi si muove una feroce critica all’adolescenza trascorsa tra gli anni ’80 e ’90 in Italia, forse la stessa vissuta dai membri della band (e così si spiegherebbe parte dell’insofferenza presente nel lavoro).

Struggenti e malinconiche sono invece “Hiroshima” e “T’immagini Berlino”, animate dalla profondità dei testi e della voce di Gabriele Bosetti; la seconda è una carrellata di luoghi noti di Berlino, istantanee che non possono non rievocare la capitale tedesca a chi in quelle vie ci ha camminato: da “Friedrichstraße” a Brandeburgo, alla avveniristica “Postdamer Platz” coi suoi grattacieli e cantieri, fino alla stazione di Spandau, quasi a salutare, alla fine, la città.

“Oslo” e “Maelstrom” sono i pezzi che più suggeriscono le nostre impressioni delle prime righe: sembrano infatti muoversi costantemente fra le fredde atmosfere di “Siberia” e quelle fosche e tristi di “Unknown Pleasures”. “Maelstrom” ha un testo estremamente realistico che descrive non senza cinismo il ciclo della vita, riassunta in sole quattro fasi: laurea, lavoro, figli e morte; è sconcertante pensare di racchiudere un’intera esistenza in sole quattro parole, e ancora di più lo è il rendersi conto che troppe volte ce le facciamo bastare: quale genitore non ha augurato e non ha cercato una vita del genere per il proprio figlio?

Insomma, per essere l’album di debutto (dopo due EP) dei ragazzi de Il Fieno, di “I Vivi” c’è da essere soddisfatti: un lavoro maturo, consigliato a chi non si accontenta delle canzonette da Festival di Sanremo (“Poveri stronzi a guardare Sanremo” tanto per citare un verso loro), ma cerca qualcosa di più elaborato, sia nella musica che nei testi. A chi ascolterà l’album, un ultimo appunto: non permettetevi di farlo quando fuori è giorno e c’è pure sereno, non ci capireste niente!

Nick Di Luccio

Tracklist
1) Poveri stronzi
2) Hiroshima
3) Oslo
4) Il ragazzo che cadde sulla Terra
5) Maelstrom
6) T’immagini Berlino
7) Del conseguimento della maggiore età
8) La fine