Punk in Drublic: un giorno da California per il Carroponte

Domenica scorsa mentre mezza Italia era concentrata sulla fine del campionato di Serie A, il Carroponte si riempiva di una folla numerosa con una sola fede: il punk. L’occasione ovviamente il Punk in Drublic, one day festival ideato e diretto da Fat Mike, frontman dei NOFX.

Una giornata che ha visto alternarsi sul palco dell’ex area industiale di Sesto San Giovanni 8 band per oltre altrettante ore di musica dal vivo, con band tutte diverse tra loro ma con un filo conduttore comune, anzi due: quello del punk ovviamente ma anche quello di voler stare assieme e fare festa dopo due anni difficili per la musica live.

Ad aprire il festival i Pinc Louds, in formazione “solista, seguiti dai Days N’Daze e dalle The Bombpops, unica band tutta al femminile della giornata. L’atmosfera inizia a scaldarsi con i Pulley e successivamente con il combat Ska-Punk dei Talco, unica band italiana di giornata, anche se in realtà profeti più fuori dai confini nazionali che in patria (purtroppo).

A caricare ulteriormente il pubblico ci pensano gli Ignite che nonostante il cambio di frontman mantengono le aspettative hardcore anche quando dedicano un pensiero alla guerra in Ucraina con la cover di Sunday Bloody Sunday degli U2, non propriamente i re del pogo.

Cover che la fanno da padrone con i Me First and The Gimme Gimmes, coverband, anzi “LA coverband” come si sono autodefiniti, formata da membri di altri gruppi della scena punk/rock internazionale. E lo spettacolo offerto da Spike Slawson e soci è di quelli che rubano la scena, dall’intro con Meraviglioso di Modugno all’ukulele, al finale con ‘O sole mio, anticipato dalla finta esecuzione di Nuje vulimme ‘na speranza, sigla della serie Gomorra.

Nel mezzo si va da Gloria Gaynor a Elton John, con il pubblico divertito e coinvolto e con CJ Ramone a sostituire Fat Mike al basso, come lo stesso organizzatore del festival ci terrà più volte scherzosamente (?) a sottolineare più tardi durante la serata.

Ci sarebbe di che essere stritolati a suonare tra questa super band e gli headliner (e padroni di casa), ma è il momento dei Pennywise che sanno sicuramente come prendersi il pubblico del Carroponte. Un live potente il loro, tra pezzi propri e cover fra cui l’immancabile Stand by me eseguita assieme a Jen delle The Bombpops e soprattutto il finale con Bro Hymn: probabilmente il momento più atteso e partecipato dell’intero festival.

Ultimi ma non ultimi i NOFX che salgono sul palco con una scenografia minimale, un piccolo striscione con il loro nome e nulla più che in seguito si trasforma in un gigantesco sfondo giallo su cui campeggia il logo della band: peccato che il vento alzatosi in serata trasformi il tutto in una pericolosa vela alle loro spalle immediatamente rimossa per motivi di sicurezza.

Allo stesso modo il live di Fat Mike e compagni cresce di intensità col passare dei brani, con il leader della band che si conferma vero mattatore anche nei momenti non suonati, ma lascia un po’ di amaro in bocca perchè si chiude senza i due pezzi forse più iconici della band: Don’t call me white e Linoleum, con il pubblico che deve “accontentarsi” del finale con Kill al the white men.

Un salto in California e negli anni ’90 insomma, per ritrovare quel senso di libertà e di fratellanza che solo la musica spesso sa dare e che era poi l’obiettivo dichiarato di questo festival, che ci auguriamo sia solo il primo di una lunga stagione di musica live.