Tra le tante riaperture, ha aperto il “Cinema Samuele”

Il 2 ottobre SAMUELE BERSANI è tornato sulla scena discografica con “Cinema Samuele” (Sony Music), a distanza di sette anni dall’ultimo disco di inediti “Nuvola Numero Nove”.

Figlio di una lunga e attenta ricerca musicale, “Cinema Samuele” è l’ultimo album del cantautore, che ha già riscosso molto consenso, a partire dalla copertina dell’album (realizzata da Paolo De Francesco) che rappresenta bene lo spirito del disco.

Il profilo di Samuele con l’insegna luminosa vintage costituisce un abitato pieno di raffigurazioni simboliche di tutte le storie che l’artista racconta e che fanno parte del suo mondo: il cartellone con l’arcobaleno e la scritta “Andrà tutto bene“, riferimento al presente, si affianca a quelli del passato come l’orologio della Stazione di Bologna fermo sulle 10.25 a ricordare la strage del 2 agosto di 40 anni fa, l’ombra della statua del Nettuno della sua Bologna e tante porte, finestre illuminate, terrazze, costruzioni, alberi, sagome, luci e ombre che formano l’insieme dell’immaginario collettivo e individuale, del vissuto delle persone, su uno sfondo rosso con una luna piena in stile Roy Liechtenstein.

Ha aperto un nuovo cinema in città e tutti vogliono venire a vederlo: in un’atmosfera da Nuovo Cinema Paradiso di Tornatore, Samuele Bersani inserisce un periodo di stasi, di vuoto interiore, provocato da una crisi emotiva e sentimentale. In pratica quelle cose che sa raccontare così bene ma che sono altrettanto difficili da affrontare. E che il cantautore è riuscito a superare e mettere in musica.

“Un disco vitale e visionario”, “con la musica al centro”, un album “mosaico”, “una luce dopo un blackout”.

Queste sono alcune delle definizioni che sono state date a quest’opera e sono tutte calzanti. E nell’ultima, come è facile intuire, oltre ad essere stata esplicitamente dichiarata dall’autore, in quanto rappresenta la sua situazione personale, è facile vedere la coincidenza con la realtà di tutti in questo momento storico, la timida (ma determinata) ripresa e la voglia di reagire.

Il gioco di luci e ombre e l’alternanza di questi elementi è la costante del racconto di Bersani che culmina nel ritorno della luce dopo il buio, dopo il blackout, nel pezzo dal testo ermetico Harakiri, (quasi un esame di fine stage dal maestro Lucio Dalla), che non a caso è stato scelto per anticipare il progetto.

Un brano che si chiude con l’apertura di un sipario. Quale singolo migliore per rappresentare il tutto?

I suoni, sempre più vicini a quelli d’oltreoceano, sono ricchi, pastosi, sperimentali, in un percorso già iniziato negli ultimi album, con chitarre elettriche e synth che si mescolano al pianoforte e agli archi.

Prodotto e arrangiato dallo stesso Bersani con la collaborazione di Pietro Cantarelli, suona moderno, adattatosi al passo con i tempi con la semplice aggiunta di un tocco di sottofondi elettronici (un po’ come nell’ultimo lavoro di un altro grande “parolaio” dello stesso calibro come Daniele Silvestri, La terra sotto i piedi, anche se molto meno calcato), con un’armonia che rende l’ambiente del “Cinema Samuele” perfettamente equilibrato e che è propria solo di chi ha buon gusto e sa bene come arredare una casa o una stanza.

Esattamente come la musica che accompagna le scene più emozionanti di un bel film, una colonna sonora della vita nelle sue fasi più riflessive, più malinconiche. 

Infatti le dieci sale del “Cinema Samuele” sono spaziose ma al tempo stesso intime: vi si possono trovare diversi tipi di emozioni e di vissuto, diversi tipi di atmosfere ma tutte abbastanza crepuscolari, serali, notturne, dal tepore e dal calore di una notte in un locale jazz, alla brezza estiva con i grilli che “cantano il disco dell’estate“.

Per chi non disdegna gli influssi elettronici e l’universo narrativo delle favole, le prime tracce Pixel e Il tiranno risulteranno perfette, laddove il clima che si respira è surreale e fatato, il racconto si serve proprio del linguaggio fiabesco e il tutto suona come la rappresentazione di un ambiente il cui tappeto di suoni tecnologici si intona perfettamente con le pareti decorate da arabeschi dallo stile più antico e favoleggiante.

La prima reca immagini accostabili anche alla situazione di quest’anno, con “in arrivo sul binario un solo passeggero” e le “frasi nascoste nei colpi di tosse“. La seconda è uno storytelling visionario e archetipico che racconta la complessità che si cela nelle scelte e nell’essere le persone o i personaggi che siamo, nella difficoltà di essere eroi.

Ci sono quindi anche diversi temi come quello dell’incomunicabilità presente in Mezza bugia e Con te; la dipendenza dallo schermo in Scorrimento verticale; l’ecologia ma anche il distanziamento in Distopici (ti sto vicino), canzone preveggente in quanto scritta prima del lockdown; c’è poi il rapporto tra due donne vissuto fregandosene di ciò che pensa la gente, in Le sorelle Abbagnale, e il pezzo decisamente migliore di tutti per quanto riguarda il testo: Il tuo ricordo.

Qui il confronto tra passato e presente si fa più serrato che mai, più dettagliatamente argomentato che in qualsiasi altra canzone mai sentita, in una riflessione e un’analisi dalla precisione sconcertante quasi come il suo contenuto. Un modo di parlare del tempo che passa, di come lo viviamo e percepiamo, che andrebbe inserito in appendice al paragrafo sulla teoria della relatività di Einstein e lo spazio-tempo per quanto è scientifico, esatto, e al tempo stesso saggio, proverbiale, con metafore del quotidiano che fanno riflettere e commuovere.

Infine, completiamo la citazione di questi dieci cortometraggi che compongono la proiezione del “Cinema Samuele” concedendoci una considerazione personale: speriamo di non fare la fine del giornalista del brano ironico L’intervista!

Un uso delle parole semplice ma efficace e mai banale, con metafore che riescono a parlare di astrazioni ma in modo concreto, a comunicare emozioni senza nominarle, secondo il principio dello “show, don’t tell”. E pure quando le nomina lo fa in un modo originalissimo che arriva diretto a quella parte nascosta del nostro io che è più ricettiva a certe sfumature, riuscendo a toccare quelle corde che ci fanno entusiasmare.

Il suo marchio di fabbrica, questo modo di cantare delicato con molto parlato tra un verso e l’altro e con accostamenti di rime particolari, assume qui un valore ancora diverso in quanto meno melodico e più ritmato, riuscendo a fare pop rimanendo se stesso.

Perciò questo disco romantico, poetico, cinematografico, felliniano, è l’ennesima dimostrazione che Samuele Bersani è unico come cantautore, con la sua voce riconoscibile, il suo stile personale, da persona profonda, che a prescindere da quale brano ascolti ti fa sempre pensare a quanto scrive bene e a quanti pochi siano a raggiungere questo livello di scrittura.

Per portare in giro lo spettacolo del “Cinema Samuele” è previsto un nuovo tour a partire da metà aprile 2021 (organizzato e prodotto da Friends&Partners).

Le date in calendario sono:

18 aprile Milano – Teatro degli Arcimboldi

27 aprile Bari – Teatro Team

29 aprile Catania – Teatro Metropolitan

3 maggio Bologna – Europauditorium

4 maggio Roma – Auditorium Parco della Musica

7 maggio Torino – Teatro Colosseo

10 maggio Firenze – Tuscany Hall