Intervista a Non voglio che Clara: da Pennac al Superspleen

Si intitola Superspleen vol.I il quinto album in studio dei bellunesi Non voglio che Clara.

Li abbiamo quindi raggiunti, telefonicamente visto il lockdown, per fare quattro chiacchiere con loro per parlare di questo nuovo lavoro e di quelli all’orizzonte.

Da dove e come è nato il nome del gruppo?
Nasce “rubando” una frase da un libro di Pennac. Inizialmente il nome era: Non voglio che Clara di sposi, poi abbiamo deciso di accorciarlo.

C’è qualche gruppo o artista che vi ha ispirato nel vostro modo di fare musica o che semplicemente apprezzate?
Ovviamente sono molti ma ciò che mi ha spinto a prendere in mano la chitarra è stato l’ascolto dei dischi che amavo.
La nostra estrazione, contrariamente a quanto si pensa è più esterofila che legata al cantautorato.

L’album è destinato a completarsi in un secondo volume?
Siamo andati in studio con un numero di brani importante e abbiamo deciso di metterne una decina in questa prima parte e di tenerne una decina per l’eventuale volume due, che probabilmente uscirà in autunno.

Da dove viene il titolo del disco, Superspleen?
In realtà è abbastanza casuale, non ricordo esattamente come.
Abbiamo deciso questo nome perchè c’era un buon contrasto tra le intenzioni del disco e il titolo stesso.

Cosa ne pensante dei social come strumento di pubblicità e condivisione?
Credo sia impossibile in questo momento sottrarsi alla promozione attraverso i social.
Tra l’altro in periodi come questo tornano molto utili.

Progetti futuri?
Riprogrammare il tour che molto probabilmente slitterà e abbiamo n ripubblicazione sulle piattaforme digitali il nostro secondo lavoro che non era presente con l’aggiunta di un nuovo brano rimasterizzato.
Speriamo poi anche di far uscire il secondo volume dell”album.

Come state trascorrendo questa quarantena?
Lavorando, tra i brani del secondo volume e la rimasterizzazione del nuovo brano.
Per fortuna la tecnologia ci aiuta a lavorare anche a distanza