Intervista a La Stanza della Nonna: siamo in continua evoluzione

Si chiamano La Stanza della Nonna come il posto dove facevano le prime prove, da allora però sono arrivati tanti live e due album in studio.

Abbiamo quindi fatto qualche domanda a questa giovane band di Messina per conoscere meglio loro e il sound del progetto.

Quando avete iniziato a fare musica?
Fin da piccoli abbiamo strimpellato, canticchiato e ascoltato tanta musica.
La cosa bella del nostro progetto è che siamo prima amici e poi colleghi di band, molti di noi si conoscono dall’infanzia e non sono mancati i progetti punk all’età di 15 o 16 anni!

Come vi siete conosciuti?
Eh in realtà ci conosciamo da sempre!
Alcuni di noi hanno anche condiviso le scuole medie e superiori, insomma il bello de La Stanza della Nonna è che c’è un legame forte tra di noi, siamo una famiglia.
Anche con i ragazzi che facevano parte del progetto del primo disco siamo rimasti molto legati e son sempre i primi ad ascoltare i provini delle nuove canzoni!

Come definireste la vostra musica?
In continua evoluzione. Siam partiti dai mandolini e siamo arrivati ai synth più “violenti”!
Pensiamo sia solo l’inizio!

Come la Sicilia ha accolto la vostra musica?
Non ci hanno capito del tutto sai?
Vedremo che risposta avremo dai live, fondamentali. Finora sta
andando molto bene.

Qual è il vostro rapporto con i fan?
Amichevole. Tutti prima o poi diventano nostri amici, come giusto che sia.

Quale tra le vostre canzoni è quella che preferite e perché?
Evitando i discorsi lunghi sul fatto che tutti i brani per noi sono belli e divertenti da suonare, sicuramente quelli che preferiamo fare dal vivo sono Dove gli occhi non possono arrivare e Anima d’idrogeno.

La musica può davvero cambiare la vita di qualcuno?
Eh si, la nostra è cambiata. Alcuni di noi fanno solo questo nella vita, abbandonando qualsiasi tipo di progetto esterno alla musica; e gli altri nonostante lavorino al di fuori di questo mondo, si fanno in 8 per partecipare a tutte le trasferte, le prove e tutte le attività di una band, che sono veramente tante.

A livello musicale verso che genere avete puntato nel vostro ultimo disco?
Abbiamo puntato su tanti generi in realtà, ed è stato proprio questo a farci divertire di più.
Pensiamo infatti che sia un disco abbastanza vario: dal sound di O papà a quello di Dove gli occhi non possono arrivare, incontriamo diversi mondi musicali. Abbiamo ascoltato e suonato veramente tanta musica per trovare l’ispirazione fatale!

Cosa è cambiato dal primo disco ad adesso?
Praticamente tutto: dai nostri gusti musicali, ad alcuni componenti della band.
Grazie all’influenza di Damiano Miceli, che ha curato la direzione artistica, abbiamo imparato tantissime cose su come approcciarci all’arrangiamento di un brano…grazie Damians!
Anche l’ambiente Dalek Studio ha fatto tanto per noi, mondi diversi che entrano in contatto.

Cosa vi aspettate da questo tour?
Di restare nei cuori di chi ci ascolta. Per noi che veniamo dalla Sicilia, inutile nasconderlo, è più complicato partire in tour. Le date più a nord comportano tanti sacrifici, che però siamo disposti a fare!

Anche in questo senso la frase di una vostra canzone “abbiamo fatto strade per sapere dove andare, perdendo quella che avremmo potuto seguire” quanto vi rispecchia?
Ovviamente tantissimo. Per noi i testi sono fondamentali, al centro del nostro progetto.

Progetti futuri?
Fare nuove canzoni e suonare tanto, ma proprio tanto dal vivo!