Generic Animal ci racconta il suo nuovo album Presto

Esce oggi, venerdì 21 febbraio, Presto il nuovo album di Generic Animal, al secolo Luca Galizia, con il quale abbiamo fatto due chiacchere per farcelo raccontare.

Sei soddisfatto di questo album? è come lo avresti voluto?
È presto per dirlo anche se sicuramente dal punto di vista musicale lo sono anche perchè è stato il lavoro più tosto e “challenging  finora, anche fase di gestazione. Dalla scrittura della prima a quella dell’ultima traccia sono cambiate e successe tante cose quindi a livello musicale e anche a livello narrativo sono molto contento nonostante i contenuti del disco lo siano molto meno.
È la prima volta che aspetto così tanto per far uscire un disco, sicuramente le dinamiche commerciali della musica in questo momento in Italia non sono proprio le mie preferite, però è un disco importante per me e spero possa esserlo per gli altri e per questo motivo andava lavorato con i giusti tempi, non troppo velocemente.

Qual è stata la cosa più difficile e quella più gratificante di questo lavoro?
La più difficile sicuramente è stata fare i conti con me stesso, perchè spesso quando scrivi un testo lo fai per raccontare qualcosa che succede ma che subisci passivamente. Solo dopo riascoltando quello che hai scritto ti rendi conto spesso di come sia stato un modo per esorcizzare quella fase, quella cosa che ti stava succedendo e affrontarla, riuscendo a trasformare un’urgenza espressiva nella soluzione al problema, in una sorta di terapia.
La cosa più gratificante nell’immediato è stata tornare a suonare e a lavorare in studio con Carlo, Fight Pausa, che è un mio carissimo amico e riuscire a tirare fuori con lui questo disco così denso

Musicalmente mi sembra che Presto sia un po’ l’unione dei due EP precedenti che invece erano molto differenti, sei d’accordo?
Si, certo. Diciamo che in parte è così in parte c’è una terza dimensione, una sua atmosfera dovuto anche ad un modo diverso di scrivere le canzoni. Credo di essere cresciuto un po’ da quel punto di vista, ma si, è un album che non rinnega nessuno dei due lavori precedenti.

Accennavi ad un cambiamento nel modo di scrivere, in cosa è stata diversa la scrittura di questo album?
Inconsciamente credo di essere stato più libero ma allo stesso tempo più disciplinato. Mi sembra che la mia scrittura sia migliorata e abbia trovato una forma creando da sola un percorso all’interno del disco.

In 1400 dici “Questi ragazzetti sono tutti come me”, è un riferimento a qualcuno in particolare o comunque alla scena musicale attuale sempre più omologata?
Si, è più un riferimento alla scena musicale generale che non una cosa generazionale. È il tentare di stare al mondo come te stesso, unico elemento e sentirti invece poi come tutti gli altri magari quando sei sul palco o ad un festival. La sensazione di sentirsi uguale a tutti, ma non in maniera positiva.

Nell’album ci sono collaborazioni con Franco126, Massimo Pericolo e  Nicolaj Seriotti più una partecipazione di Joan Thiele. C’è qualche artista invece con cui ti piacerebbe collaborare ma appartente ad un mondo musicale un po’ diverso dal tuo?
Si ma soprattutto dal punto di vista della produzione, mi piacerebbe magari collaborare con produttori diversi per poter sperimentare un po’ da quel punto di vista, senza necessariamente avere un feat in un pezzo. Poi ci sono artisti anche in Italia che mi piacciono, ad esempio Venerus è un nuovo artista, una new entry super valida anche come produttore, è un artista a tutto tondo e uno dei pochi che rispecchia davvero il mio modo di vedere e di sentire la musica. Ma anche lui forse è abbastanza vicino a quello che faccio io, ha uno stile piuttosto “ibridato”.

I tuoi testi sono sempre abbastanza autobiografici: è una necessita, una scelta o possiamo aspettarci per il futuro anche testi meno personali?
Per ora è stata un’urgenza, una necessità. Però mi pace pensare di non avere limiti in quel senso, penso di non aver ancora affrontato il periodo della vita in cui sento di scrivere di altro, mi sento ancora abbastanza giovane da potermi concentrare su di me. Poi di immaginare delle storie in maniera metaforica con me protagonista in passato è già successo, però di farlo in maniera ancora più allagata e impersonale non è una cosa di cui per ora ho avuto necessità.

Visto che ti senti ancora abbastanza giovane ti chiedo, cosa vuol fare Generic Animal da grande? qual è la direzione o il progetto a lungo termine?
Al momento sto sfruttando me stesso come piattaforma per tutto quello che potrebbe succedere: mi piacerebbe lavorare sempre di più alla produzione artistica, che sia come Generic Animal o come Luca Galizia in base a cosa preferisce la gente o a cosa mi rappresenta di più, anche se per me sono la stessa cosa: è solo più divertente per me dargli un nome.

Quindi anche produrre per altri e non solo in prima persona
Esatto, anche se poi sono sempre cose che si influenzano una con l’altra. Di sicuro continuerò a scrivere e suonare finchè mi sento di farlo, senza la necessità di vederlo come un lavoro salariato. Fino adesso non ne ho avuto bisogno e ho sempre la stessa “fotta emotiva” di farlo e volerlo fare.

Nel frattempo però tra i progetti a breve termine di Generic Animal c’è sicuramente il tour con cui porterà Presto nei prossimi mesi:

26/02 @ Santeria Toscana 31 – Milano
06/03 @ Viper – Firenze
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7/03 @ Monk – Roma
13/03 @ New Age Club – Roncade (TV)
14/03 @ Bronson – Ravenna
19/03 @ Hiroshima Mon Amour – Torino
21/03 @ The Cage – Livorno
28/03 @ Latteria Molloy – Brescia
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4/04 @ Locomotiv – Bologna
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8/04 @ Mangiadischi Live Club – Pescara
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9/04 @ Mercato Nuovo – Taranto