Intervista a Il Triangolo: siamo retrò, suoniamo davvero

In occasione dell’uscita del loro album Faccio un cinema abbiamo fatto una chiacchierata con Marco Ulcigrai, una delle due metà, con Thomas Paganini, de Il Triangolo.

Inizialmente eravate in tre, ora siete in due. Cosa cambia questa livello di suono o anche a livello di meccanismi all’interno della band?
A livello di suono non molto, nel senso che la parte diciamo compositiva, creativa rimane quella, avremo semplicemente sul palco un altro batterista che sarà un nuovo personaggio ma possiamo dire altro e un altro musicista che suonerà la chitarra o la tastiera secondo un po’ dell’esigenza.

Sono passati 5 anni dall’ultimo album che per i tempi attuali sono sono tanti. Come mai tutta questa attesa?
Semplicemente abbiamo avuto un po’ di cose personali di vita successe e un po’ di esperienze musicali diverse, io ad esempio ho suonato con altre band quindi sono stato un po’ di al di fuori della band Il Triangolo, poi tempo di rimettere insieme i pezzi… Alla fine sono passati 5 anni.

A proposito di questo esperienze esterne, so che hai suonato soprattutto con Vasco Brondi e con I Ministri. Cosa ti hanno lasciato sia a livello personale sia a livello di sound? se ti sei portato dietro qualcosa visto che poi sono artisti con un suono abbastanza diverso dal vostro…
Allora sicuramente è un’esperienza che mi ha formato tantissimo perché, al di là di essere due band più sono più grandi che calcano palchi più importanti, sono artisti che hanno fatto parte della mia crescita musicale anche prima di andarci a suonare insieme: sono un po’ cresciuto con le canzoni de I Ministri.
Non ti posso dire che ho portato un po’ del loro stile nella nostra musica perché non è successo, però mi hanno proprio cambiato il modo di suonare, di prendere la chitarra in mano, di avere più consapevolezza con lo strumento e sul palco più sicurezza, questo si.

Il nuovo album si intitola Faccio un cinema. C’è un regista con cui vi piacerebbe lavorare o per scrivendo voi una colonna sonora o facendovi dirigere voi magari un video o qualcosa?
Guarda sto guardando in questi giorni la seconda stagione di quello che è The Young Pope o The New Pope di Sorrentino e ho trovato che ha veramente una colonna sonora di stile molto italiano con delle canzoni quasi nazionalpopolari e ho pensato che potesse starci bene anche una nostra canzone.

Come definireste il vostro genere?
È una bella domanda perché abbiamo sempre fatto fatica e cercare di trovare una posizione all’interno dei generi e proprio un collocamento anche all’interno della scena musicale. Siamo abbastanza mutevoli però se ascolti a fondo senti sempre la stessa radice che è un po’ quella del cantautorato, del periodo della beat generation italiana.
Quindi è difficile anche perchè siamo tornati da poco con un mercato completamente diverso a quello che avevamo lasciato quindi non mi sono ancora fatto un’idea veramente precisa, bisognerà aspettare ancora un attimino e capire che cosa ci succederà e dove ci collocheranno.
Perché alla fine poi è la gente che ti colloca ad un certo punto in un certo pubblico.

Accennavi appunto alle vostre sonorità che ogni tanto richiamano il passato. C’è un ritorno in generale in questo senso con diverse band che vanno a ripescare cose un po’ retrò, per quale motivo secondo te?
Secondo me è sempre un fattore di infatuazione. Alla fine la musica è una cosa che gira e a forza di girare magari per trovare cose nuove vai a ripescare dal vecchio e ti rimane qualcosa.
Personalmente quando ho scritto le prime cose de Il Triangolo era davvero un periodo che avevo appena scoperto quelle sonorità lì e ne ero rimasto folgorato. è stata proprio una forma di innamoramento che dura un tot poi ti rimane dentro, anche se non c’è più quel fervore e quella passione iniziale.
Noi abbiamo iniziato con Nessuna pietà per quelli che odiano gli anni ’60 che era un po’ una sorta di “inno” in questo senso e poi da lì abbiamo cercato di modellare quella musica per renderla un qualcosa che possa funzionare e divertire sempre.
Quindi magari quell’aspetto retrò scende un po’ e lascia spazio ad altro e penso che lo stesso capiti con altre band: magari uno ha sempre ascoltato artisti contemporanei e una volta che scopre dei suoni diversi del passato gli si apre un mondo.

Andando al di là delle sonorità, in cosa siete più retrò e in cosa più moderni nel vostro modo di suonare, scrivere e vivere la musica?
Siamo retrò nel fatto che i nostri dischi sono fatti con gli strumenti musicali. Sembra banale ma abbiamo delle batterie vere, non finte, non triggerate. La mia voce non ha l’autotune, le chitarre sono infilate nell’amplificatore e microfonate…in questo siamo un po’ retrò.
Scriviamo dei brani con una forma di canzone classica: sono tante piccole cose che ci rendono una band di questo tipo.
Il lato più moderno può essere l’approccio completamente cambiato in questo album collaborando con Riccardo Montanari e Giacomo Carlone due amici e colleghi che ci hanno aiutato soprattutto nella produzione sono stati un po’ la carta dell’innovazione portando degli elementi contemporanei nel nostro suono e nel nostro stile.

Avete delle sonorità abbastanza diverse tra i vari brani dell’album, ce n’è uno che vi rappresenta di più o che semplicemente scegliereste da far ascoltare ad una persona che non vi conosce per spiegare chi siete e cosa fate?
Se dovessi sceglierne uno come manifesto direi Faccio un cinema che poi è il secondo singolo che abbiamo scelto. Se mi chiedi il brano preferito invece forse ti rispondo qualcos’altro

Ok allora brano preferito?
Ti direi Il giorno sbagliato anche se rispetto alla domanda che mi facevi prima non è proprio esemplificativo del nostro genere essendo molto intima, quasi acustica.

Progetti per il futuro?
Si faremo qualche data nel periodo invernale ma non tantissime, poi invece un tour un più lungo nel periodo estivo

Estate stagione dei festival, come li vivete? vi piace l’atmosfera o preferite una cosa più vostra, più personale?
Come situazione mi piace molto quella dei festival assolutamente, anzi forse lo preferisco al club invernale o al concerto solo de Il Triangolo. Anche perchè è un’occasione per conoscere gente, altri artisti…insomma, è figo.

Ed eccole le date invernali di Faccio un cinema, in attesa di quelle della stagione calda:

22/02 – Varese @Cantine Coopuf 
29/02 – Montelupo Fiorentino (FI) @Ottobit Art Lab
07/03 – Milano @Circolo Ohibò
13/03 – Brescia @ Latteria Molloy (in apertura a Dente, in acustico
20/03 – Bologna @ Locomotiv Club (in apertura a Dente in acustico)