2019 in musica: le nostre Top Ten di quest’anno

A prescindere dalle tendenze attuali, in quanto amante soprattutto del rap italiano, e in particolare di quello di livello culturale più alto, si può notare l’incrocio tra questi elementi, tra questa tendenza personale e l’influenza dell’elettronica nelle produzioni in questa mia playlist fatta di brani tratti da album del 2019 (quasi tutti recensiti o di cui abbiamo parlato); 10 canzoni in una lista che si caratterizza per il filo conduttore dell’elettronica, del rap, dello spessore dei testi e della poesia nella forma più diretta dello storytelling e del parlato rispetto alla melodia.

Bonus track: Anche se non lo inserirei nella Top Ten, va citato per aver destato un certo scalpore nell’ultima parte del 2019, l’album Persona di Marracash. Un lavoro più maturo che approfondisce vissuti personali del rapper e la riflessione sul fatto che non siamo solo corpi, ma persone nella loro interezza, con un’anima (magistralmente interpretata dalla giovane Madame). I pezzi migliori a livello di testo sono Bravi a cadere e il pezzo motivazionale G.O.A.T. ma scegliamo Greta Thunberg con la partecipazione di Cosmo, per i tempi incerti e gli scenari apocalittici che si presentano alle porte del 2020 e del nuovo decennio che sta arrivando, prendendoli con ironia (e ritmo).

10) Un gruppo importante del 2019, che si muove tra rap, indie ed elettronica, sono i Coma_Cose, al loro esordio ufficiale con Hype Aura. Io però prediligo un vecchio brano (che recentemente è stato pubblicato in Fondamenta, raccolta dei pezzi pubblicati precedentemente), Jugoslavia, riconoscendomi nel ritornello dalla forte carica: “Vengo dal niente e voglio tutto”.

9) Scoperta personale tra gli emergenti, ne abbiamo parlato molto nel 2019, è l’istrionico NAIP (Nessun Artista In Particolare). Anche qui è molto forte la presenza dell’elettronica, come si vede dal delirio sonoro di Attenti al loop.

8) Parlando di rap ed elettronica, va citato un nome come Uochi Toki con Cambia domanda, scelta dall’album Malæducaty per l’atmosfera, il flow straniante che rimane in testa, l’ironia e l’uso di metafore per spiegare il valore delle metafore stesse.

Pur rappresentando tutto un altro mondo, li colloco sulla stessa scia di un gruppo caratterizzato dall’uso di elettronica e in qualche modo antesignano del rap per l’uso della declamazione dei testi, ma su tutt’altro fronte, i Massimo Volume, tornati in grande stile quest’anno con l’album Il nuotatore. Quindi, a pari merito con il brano precedente, ecco un’estratto: Mia madre e la morte del gen. José Sanjurjo.

7) Elettronica e rap si notano in presenza massiccia nell’ultimo album di Daniele Silvestri, La terra sotto i piedi. Bisogna dire che Silvestri ha sempre avuto la caratteristica della tendenza al parlato, ai giochi di parole e ai testi geniali nelle sue canzoni. Invece l’elettronica è una novità che aggiunge spessore alla parte musicale. E non a caso l’album è diviso in due parti (Rap Pack e Dance Pack). L’inizio dell’anno è stato accompagnato dal brano con cui ha partecipato al Festival di Sanremo, Argento vivo.

6) Grazie a questo brano pluripremiato a Sanremo, anche il rapper Rancore ha avuto un grande successo nel 2019. E quindi, in virtù della piacevole scoperta dei suoi live, avvenuta durante quest’anno, va inserito almeno un brano di Musica per bambini, seppure risalente al 2018.

5) Ora qualcosa di più movimentato: Server Sirena dei Linea 77. Il brano che mi è rimasto più in testa è Play & Rewind. Forse perché ha un ritmo più orecchiabile. O forse sarà, oltre alla fusione di nu metal, rap e drum’n’bass, i miei generi preferiti, la presenza del mio artista preferito, Caparezza, ospite della traccia insieme a Hell Raton.

4) Di alto livello è l’ultimo concept di Murubutu, Tenebra è la notte, in cui ogni traccia è una perla di cultura. Nella difficoltà della scelta proponiamo Occhiali da luna, una moderna ode alla notte quale atmosfera perfetta per la scrittura, anche perché include altri grandi parolieri come Willie Peyote e Dutch Nazari, che qui ci regala una strofa e un ritornello bellissimi, cantati a squarciagola per tutto il 2019, soprattutto in macchina, guidando nel buio della notte o della mattina presto nel tragitto per andare al lavoro.

3) C’è poi il rap impegnato e originale del già citato Willie Peyote con Iodegradabile, album ancora in rodaggio perché uscito da poco, ma già ascoltato tantissimo. Il rapper torinese segue una strada tutta sua, portando il rap verso il blues e il rock britannico alla Damon Albarn. Sicuramente uno dei principali protagonisti del mio anno, accompagnato, già dalla fine del 2018, delle vecchie canzoni e dai coinvolgenti live del precedente tour. Non riuscendo a scegliere il pezzo preferito tra almeno quattro tracce, a titolo esemplificativo ecco Mango, forse il riassunto perfetto della ricchezza e varietà metrica e sonora dell’ultimo album.

2) Se fino ad ora in questa playlist ci sono solo artisti italiani è per via della mia concentrazione maggiore sui testi e sull’uso della nostra lingua. Volendo inserire una personale “quota straniera”, potrebbe essere rappresentata dall’album The books of traps and lessons di Kate Tempest. Eccone un assaggio in questo trailer:

Questo perché è l’artista estera che rappresenta meglio il settore che ho approfondito negli ultimi mesi e che mi ha maggiormente catturato, il poetry slam, insieme ai progetti musicali similari. Ma la mia grande scoperta in questo campo è data dall’equivalente italiano, per la precisione bolognese, il mio attuale gruppo preferito che, ancora una volta, unisce elettronica e spoken word: Monosportiva Galli Dal Pan con l’EP omonimo, di cui riportiamo il brano finale e culminante Ta ta ta che, proprio in quanto culmine, si consiglia di ascoltare alla fine dell’album nella sua interezza (anche perché è molto breve).

1) Infine, per tornare a un po’ di sano rock, meritano il primo posto in assoluto di questo anno trascorso, gli Eugenio In Via Di Gioia con Natura viva, colonna sonora della mia primavera e disco bellissimo dall’inizio alla fine, pubblicato da una band di ragazzi un po’ folli e geniali che si è appena conquistata la partecipazione a Sanremo Giovani 2020.

Un 2020 in cui riponiamo grandi speranze noi sognatori, noi che ovunque siamo vorremmo essere sempre Altrove.