Vinicio Capossela canta il nuovo Medioevo al Festival dei Due Mondi di Spoleto

Nella sera di Domenica 7 luglio, all’interno del prestigioso Festival dei Due Mondi di Spoleto, si è esibito in Piazza Duomo il menestrello VINICIO CAPOSSELA.

Fresco del suo ultimo album Ballate per uomini e bestie, con il quale ha vinto la Targa Tenco 2019, è ora in giro per l’Italia con il tour Atti Unici.

La serata, intitolata Cantata per le creature, in virtù della location umbra, traccia una linea tematica interessante tra gli animali delle varie Ballate della visione antropologica tipica di Capossela con il tema del Cantico delle Creature di San Francesco d’Assisi.

 Quindi è un contesto perfetto per la rappresentazione, anche attraverso le maschere, di animali archetipici e fantastici  presenti nelle nuove ballate come l’Uro, Le loup garrou, Il testamento del porco, Di città in città (…e porta l’orso), La lumaca, o quelli de I Musicanti di Brema.

Al tempo stesso la connotazione mistica e religiosa del tema francescano permette di inserire altri nuovi capolavori come La peste, che parla dell’attualità descrivendo la diffusione del virus della dipendenza dal web, il discorso sulla compassione che emerge dalla Ballata del carcere di Reading, ripresa da Oscar Wilde, e un altro omaggio a un altro poeta, John Keats, con La belle dame sans merci.

E ancora: Danza macabra, le Nuove tentazioni di Sant’Antonio, Il povero Cristo e, ovviamente, Perfetta Letizia, fino ad arrivare alla completa fusione del canto popolare latino Orientis partibus e Il ballo di San Vito  “in versione Carmina Burana” con i Micrologus.

Infine Vinicio non ha mancato di ricordare con la canzone antimilitarista O Gorizia, tu sei maledetta, l’episodio legato ad essa e al Festival di Spoleto. Proprio a Spoleto infatti, nel 1964, la suddetta canzone suscitò polemiche e sconvolgimenti.

La connessione tra le Ballate per uomini e bestie e i canti di lode alle creature nella visione francescana della natura, crea un ponte tra Medioevo e contemporaneità.

Ecco perché l’orchestra che suona sul palco in questa occasione è mista e formata in parte dai Micrologus di Assisi, una delle prime ensemble a riscoprire e riproporre la musica e il suono degli strumenti tipici medievali.

Nella piazza, gremita di partecipanti che riempivano completamente la lunga scalinata che scende fino al Duomo, grande acclamazione ed entusiasmo hanno accolto il cantautore, musicista e polistrumentista.

E gli applausi sono stati scroscianti fino alla standing ovation, soprattutto nel finale con i vari omaggi a Bruno Martino, Sergio Piazzoli, storico promoter umbro e organizzatore di grandi eventi musicali, e Joao Gilberto, e in chiusura con il classico Ovunque proteggi.

L’uso di strumenti medievali e la musica coinvolgente hanno trionfato, aiutati sicuramente anche dall’ambientazione medievale del centro di Spoleto.

Quindi si tratta di un grande successo, seppure non può certo fare scalpore come il concerto immediatamente successivo del tour di Capossela. Infatti in Piazza Cavalieri a Pisa, il concerto è stato interrotto da un gruppo di giovani studenti, saliti sul palco e accolti dallo stesso artista per spiegare le ragioni della loro energica protesta.

Comunque, il concerto di Spoleto è stato un evento sicuramente unico e affascinante in quanto rappresenta finalmente l’avvenuta unione del fiabesco e intrigante mondo di Vinicio con quello del Festival dei Due Mondi, come ha detto lui stesso salutando in chiusura: “E così fanno tre!”