Nelle viscere dell’elettronica suonata: intervista a RRUCCULLA

L’elettronica, ovvero la kryptonite di molti ascoltatori di Rock, Metal, musica con strumenti in genere; il deejay, visto come chi non crea musica, ma semplicemente mixa canzoni di altri, con una conoscenza musicale minima, per non dire nulla.

Quante volte abbiamo ascoltato queste parole? E abbiamo provato ad argomentare che non è affatto così, che ci sono artisti che hanno saputo creare canzoni, o set, tutti farina del loro sacco, e che la “contaminazione” {termine che mi piace realmente poco: non si contamina, ma si unisce e si crea qualcosa di nuovo} elettronica è ormai una costante nella maggior parte degli artisti che si professano “indie“, ed è diventata protagonista nei maggiori festival europei.

Da qui inizieremo il nostro viaggio alla scoperta di chi suona, mixa, crea, elabora unendo i due grandi avversari storici: gli strumenti musicali e le workstation, che siano digitali o fisiche.

Abbiamo parlato di festival internazionali, e da qui iniziamo. È venuta a trovarci, per fare quattro chiacchiere, RRUCCULLA, basca di origine, uno dei fenomeni emergenti della musica europea, già capace di calcare palchi molto importanti come BBK, Primavera Sound e Sonar. Già qualcosa di strano vi suonerà: com’è possibile che un artista possa suonare in tre festival dallo spirito musicale così differente? Batteria + DAW, ecco la soluzione. E, sopresa/spoiler, ha iniziato proprio dai piatti fisici.

Quindi, amiche e amici, ecco a voi RRUCCULLA.

P: Ciao Izaskun, e grazie per averci concesso questa breve intervista. Prima di tutto: immagina che devi presentare RRUCCULLA, prima di una esibizione dal vivo, a qualcuno che non ti conosce. Come ti racconteresti?

R: Non direi null’altro che 1 batteria e 1 computer: che tutto sia una sorpresa e ognuno si goda lo show senza preconcetti nè indicazioni.

P: Aphex Twin, SOPHIE, Mars Volta: questi nomi si ripetono nella tua musica e nella tua personale storia musicale. Dalle origini in un gruppo rock fino all’esibizione da solista, che è l’essenza dell’elettronica sperimentale, accompagnata da uno strumento abbastanza raro, in questo mondo, come la batteria. Qual è stata la traiettoria che ti ha portato da questi giganti della musica mondiale fino alle tue creazioni? Perché la musica di RRUCCULLA investe in pieno i 5 sensi?

R: In realtà mai mi sono considerata batteria al 100%, e null’altro. Non mi è mai piaciuto sostituire un metronomo, ho sempre voluto aggiungere qualcosa in più. Immagino che questi artisti creino musica in un modo abbastanza simile, vanno molto al di là del semplice atto di scrivere una canzone. A volte provo a scrivere canzoni semplici, però non posso, non si adatta al mio stile questa forma di fare musica.

P: Continuando sullo stesso filone, lo hai detto moltissime volte: hai preso lezioni di batteria alcuni anni, ma la tua formazione tecnica musica non è ortodossa. Non cerchi la nota perfetta: appare un disegno su un foglio, e da lì nasce la tua musica. Lo ammetto: mi sono innamorato della canzone “Té de Cabello blanco”, di SHuSH, il tuo ultimo disco, quello che ha segnato una differenza marcata all’interno del tuo universo differente. Da quale disegno è sorta questa canzone?

R: L’idea di “Té de Cabello blanco” nasce dall’atto del bere tè bianco, come a volte succede mentre sto creando musica. Mi piacerebbe molto avere una piccola piantagione di tè bianco, e chiamarlo così. La canzone, tra l’altro, presenta degli accenti bianchi e color crema: cercavo, infatti, di creare qualcosa con questo tipo di sapore leggero. E sì, ho un disegno di questa canzone nel mio quaderno, ovviamente con chiari colori pastello.

P: BBK, Primavera Sound, Low, Sonar Praticamente “la meglio gioventù” dei festival europei. Qual è la relazione tra il tuo successo e la tua personalità, sicuramente più timida che estroversa? In quali festival ti piacerebbe tantissimo esibirti e ancora ti mancano?

R: La mia vita scorre assolutamente identica da alcuni anni a questa parte… forse sono un po’ più stressata! {ride} Mi piacerebbe molto esibirmi fuori dalla Spagna, con un pubblico differente. Sinceramente ci sono tanti festival a cui mi piacerebbe partecipare: dicono gran cose, ad esempio, di Unsound, Atonal a Berlino, Mutek… però, soprattutto, impazzirei di gioia se mi proponessero di suonare in Asia.

P: Parliamo di futuro. C’è una relazione, chiarissima, e un equilibrio, geniale, tra batteria e DAW. Qual è il futuro di RRUCCULLA? Hai già qualche sorpresa per il 2020?

R: Sto lavorando duramente per presentare qualcosa di nuovo nel 2020. Per il momento quello che ho già in cantiere è molto buono {ride}. Manca solamente terminare tutto il resto.

P: Siamo quasi arrivati alla fine, così non ti disturbiamo troppo! Siamo una web italiana di musica e, esattamente come io ho amato la tua performance al Sonar 2019, sono convinto al 100% che in un paese attento alle avanguardie musicali come l’Italia tu potresti essere un punto di riferimento. Quando ci regalerai un tour europeo con alcune date anche nel nostro paese?

R: Quando qualcuno mi inviterà: io sarei entusiasta di venire in Italia! {sorride}. Caterina Barbieri {a cui dedicheremo molto presto un articolo, ndr} e Lorenzo Senni sono delle enormi ispirazioni della musica contemporanea, per me.

 

Vi lasciamo con la tracklist del suo ultimo lavoro, SHuSH, e un augurio: che possiate apprezzare quanto prima, anche dal vivo, una delle perle del movimento musicale contemporaneo europeo.