Sacramento: atmosfere lo-fi e anni ’80, live all’Ohibò di Milano

La nuova stagione dell’Ohibò di Milano si apre con il concerto di chiusura del tour estivo dei Sacramento che hanno regalato all’accaldato e piuttosto numeroso pubblico presente uno show decisamente valido.

Per dovere di cronaca ad aprire la serata sono stati gli A Flower Tide, band sicuramente da tenere d’occhio, sia per le sonorità interessanti sia per la voce della frontwoman, Arya Delgado, capace di impreziosirle ulteriormente.

Il piatto forte della serata era però il live dei Sacramento, band siciliana di origine, come tradisce l’accento di Stefano Fileti, ma decisamente europea di adozione, come confermano i testi in inglese e il suono decisamente “nordico”.

Un suono che strizza l’occhio anche abbastanza apertamente agli anni ’80, con sinth e tastiere a farla da padrone, il tutto senza perdere l’atmosfera lo-fi del loro album d’esordio Lido.

Album che ha visto la partecipazione anche di Colapesce e di Verano, ospite a sorpresa della serata, a conferma della bontà del progetto Sacramento.

Se la musica è decisamente da club europeo, la capacità di intrattenere è tutta maditerranea e sicuramente lontana dall’atteggiamento impostato che troppo spesso caratterizza le band affini a livello sonoro ai Sacramento.

Dalle battute sull’accento al siparietto finale con la cover di Wreckin Ball di Miley Cirus, il repertorio e il concerto passano via veloci, lasciando sicuramente nei presenti la voglia di un ulteriore ascolto

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