UOCHI TOKI SPIAZZANTI E IPNOTICI DAL VIVO A FOLIGNO

Nella piovosa serata di venerdì 8 novembre il centro di Foligno era completamente deserto; non si sapeva quanti sarebbero venuti allo Spazio Astra, cinema, negozio di dischi e sala concerti che prevedeva anche la formula di ingresso con cena inclusa, nonostante il nome UOCHI TOKI sul cartellone.

Poi, man mano, il locale si è riempito di gruppetti, per lo più assiepati ai tavoli e al bancone del bar, mentre erano già pronti i membri del duo creativo più originale d’Italia, senza esagerazioni.

Su invito di Napo, specificando l’estraneità a quanto chiedono solitamente gli artisti e che era per motivi di acustica, confermati da Rico in quanto esperto del suono («si, veramente, è solo per questo, avessimo avuto mezzi più potenti vi avremmo chiesto di andare lontano»), la folla, incuriosita, si è avvicinata. Ma Napo ha provveduto subito a stordirla e cercare di allontanarla con una delle loro opere più ironicamente sperimentali, il ritornello malato del brano La prima posizione della nostra classifica, cantato in modo paradossale.

Dopo un inizio così, sentendo una cantilena con le parole «Senti che voce inadatta alla melodia» e «Vattene fuori dalla sala / Questo non è un concerto, un intrattenimento, un dj set», l’effetto spiazzante è palese.

Conoscendoli potrebbe essere che adattino la scaletta a seconda dei contesti, per esempio in casi come questo in cui forse non erano in molti a conoscerli. Perché ci si poteva aspettare più autocelebrazione nel tour relativo a un album, Malæducaty, così fortemente improntato all’autocitazione e ai riferimenti al rapporto con il pubblico, che denotano la loro affermazione come band, volenti o nolenti (vedi Fate il ladro, fate l’estetica e Grazye, l’album lo abbiamo recensito qui).

Invece no: a vederli ora, sembra che gli UT vogliano presentarsi con la loro faccia più anticonformista, allontanandosi ancora di più da ciò che è comune. Sembra che vogliano farsi conoscere, come fossero emergenti anziché ricchi di una fitta discografia alle spalle.

Infatti con il primo pezzo sono partiti dalla presa in giro alla loro disattesa svolta pop (fingendo una manifesta incapacità di sintesi e orecchiabilità).

Poi hanno dato diversi assaggi di quanto possano essere disturbanti, espressivi, sperimentali, surreali, fuori da ogni schema e ogni immaginazione, capaci di stupire sempre e comunque. Anche, e soprattutto, chi pensa di conoscerli già. Come il sottoscritto, ascoltatore e frequentatore assiduo delle loro esibizioni, rimasto talmente impressionato da riscoprirli e vederci qualcosa di nuovo, come se fosse la prima volta.

Immaginate di trovarvi, in una piovosa serata di venerdì 8 novembre, rintanati in un locale a bere la vostra birra e vi trovate davanti questi due strani soggetti.

Uno che non parla mai, ma nelle rare volte in cui interviene, magari a fare un preambolo per qualche brano, dice poche parole in un modo che fa sempre ridere. Per il resto è costantemente intento a smanettare, armeggiare e altri verbi inusuali che esprimono meccanicità nei movimenti, con delle macchine e con la pennina sul palmare, lanciando nella stanza rumori robotici, sottofondi affascinanti e deliri sonori.

L’altro che sfoglia un grosso libro, il suo canzoniere personale, come un mago con un libro di ricette per pozioni magiche, finché si ferma. A quel punto avvicina il microfono e vi vomita addosso una raffica di parole dal significato non immediato e infarcito di inserti riflessivi ed espressivi che escono dal flusso e sfondano la quarta parete (anzi, tutte le pareti). Per esempio:

«Come il male di vivere? Come la condizione svantaggiosa? Come cercare di capire? Come parliamo due lingue diverse? E non le parleremmo lo stesso anche se le parlassimo?» (Fulmine di Alterità)

Oppure:

«Un tipo mi interrompe e mi chiede se ho visto “La Société du spectacle” di Debord / io gli dico: “no” / lui mi dice: “è impossibile perché quel che dici è uguale a quel che dice lui” / “ma da qualche parte Debord avrà guardato per scrivere e dirigere ciò che ha, forse abbiamo notato cose simili io e Debord” / il tipo dice che: “eh non lo so, sarà”, / io gli dico che sarà… ora di passare ad un’osservazione più avanzata di “questo assomiglia a quello quindi siccome questo è venuto dopo allora è poco originale”» (Una cena)

Una novità è costituita dall’uso di una loop station da parte di Napo che mischia effetti vocali ai suoi testi già tortuosi.

In questa strana performance gli Uochi Toki hanno spaziato dalle tante canzoni dell’ultimo album a pezzi più vecchi. Si sono susseguiti uno dietro l’altro con la base elettronica a fare da collante.

Fino ad arrivare al momento illuminante con The game remix rifatta con una base diversa e con Napo posseduto dal lunghissimo e complesso testo, in un flusso di energia scaturito dalla bellissima base usata da Rico che dava una grande carica emotiva, con l’effetto che tutti erano rapiti. Insomma, anche a un live targato Uochi Toki si possono provare forti emozioni.

Concludendo, due sono i motivi certi per convincervi che dovete assolutamente vedere gli Uochi Toki dal vivo: 1) non basta conoscerli e averne sentito qualche brano sparso, perché dal vivo vengono cambiati nella base musicale e nell’interpretazione. 2) Se siete disposti ad andare oltre all’ascolto passivo, a sporcarvi le mani con la riflessione e con la profondità, e cercate qualcosa che vi stupisca, con loro la troverete. Sempre.

Perciò ecco le prossime date:

15.11 Viareggio (LU) @ GOB

16.11 Siena @ Corte Dei Miracoli

21.11 Rimini @ Casa Pomposa

22.11 Putignano (BA) @ Macello

23.11 Caserta @ Lizard Club

29.11 Torino @ OffTopic

30.11 Genova @ Circolo Cane

06.12 Pisa @ Deposito Pontecorvo

07.12 Ferrara @ Officine Meca

13.12 Asti @ Diavolo Rosso

14.12 Schio (VI) @ CSA Arcadia                         

20.12 Grosseto @ Khorakhanè                                   

27.12 Iglesias (Sud Sardegna) @ Volcano Social Club 

03.01 Guagnano (LE) @ Arci Rubik                                 

04.01 Napoli @ Mamamù                                             

21.02 San Benedetto del Tronto (AP) @ Edelweiss