A Firenze Palazzo Strozzi racconta l’arte informale tra il ’50 ed il ’68

Molti sono stati in questa primavera i tentativi di celebrare e rivivere il ’68: numerose mostre, conferenze, iniziative culturali hanno cercato di ripensarne l’immenso valore storico e l’eredità a cinquant’anni da quegli avvenimenti. Uno tra i tentativi più interessanti è la mostra “Nascita di una Nazione. Tra Guttuso, Fontana e Schifano”, in esposizione al Palazzo Strozzi di Firenze dal 16 marzo al 22 luglio 2018.

Il percorso espositivo è stato curato da Luca Massimo Barbero e, più che una rievocazione o una sacralizzazione dello spirito del ’68, rappresenta un tentativo di ripercorrere il processo culturale che vi ha condotto, esprimendo il desiderio di una presa di coscienza storica del fermento da cui si è originata la gran parte della nostra identità e unità come nazione. Pur non trattandosi di una mostra sul ’68, “Nascita di una Nazione” disegna una strada attraverso gli anni ’50 e ’60, raccontando il miracolo economico, la diffusione della cultura di massa, fino a delineare il profilo della rivoluzione sessantottina nel campo artistico e culturale e le sue conseguenze.

“Nascita di una Nazione” cerca di immortalare il profondo cambiamento della società italiana di quel ventennio, che si riflette in una nuova idea di arte, il cui mutamento nelle tecniche, negli strumenti e negli approcci è ben rappresentato dalla varietà delle opere in catalogo. Partendo dalla questione, allora al centro del dibattito artistico, tra realismo e astrazione, il percorso espositivo si rivolge all’arte informale, per poi esplorarne le tante declinazioni e le novità introdotte durante – e anche grazie a – la rivoluzione culturale. Tanti i nomi degni di nota tra le opere esposte: Renato Guttuso, Lucio Fontana, Piero Manzoni, Mario Schifano, e Mario Merz, solo per citarne alcuni.

Una delle più forti immagini che abbiamo del ’68 è quella di una incessante dinamicità e di un movimento energico ed esplosivo, di uno scontro di forze – forze politiche, forze culturali, forze radicate nei secoli attraverso convenzioni che si vogliono superare. La capacità del curatore di riunire in “Nascita di una Nazione” forze culturali e correnti artistiche così lontane eppure contemporanee, vicine in qualche modo, esprime perfettamente questo concetto. Nella mutevolezza degli stili e delle poetiche proposte ritroviamo l’agire sotterraneo di tutte le influenze e le idee che, alla fine, hanno veramente contribuito a far nascere la nostra nazione per come la conosciamo.

La mostra in cinque brani:

  1. Five Spot After Dark – Curtis Fuller
  2. Body and Soul – Thelonious Monk
  3. Paris 1919 – John Cale
  4. The Killing Moon – Echo & the Bunnymen
  5. Marquee Moon – Relevision