Intervista ai The Minis, il giovanissimo progetto della storica Cramps Records

In occasione della loro prossima partecipazione al Giffoni Festival abbiamo fatto quattro chiacchere con Julian, cantante dei The Minis, una delle novità da cui riparte la nuova Cramps Records firmata Boosta.

Siete tutti molto giovani, quali sono i vostri riferimenti musicali sia del passato che attuali?
Del passato i nomi sono i soliti, The Who, Jam, Beatles…riferimenti moderni non ne abbiamo molti però ci piacciono alcuni gruppi, per esempio i Subsonica.

Visto che citi i Subsonica ti chiedo subito com’è lavorare con Boosta…
Ci troviamo molto bene, per noi è un onore lavorare con lui.

È molto esigente?
No…non tanto dai

Scrivi tu i brani o è un lavoro d’insieme?
No, li scriviamo assieme e ogni tanto ci dà una mano nostro padre con il team. I testi invece sono del nostro amico scrittore Fabio Geda.

Come riferimento sonoro siete abbastanza “brit”, però cantante in italiano. È una cosa che pensate di continuare a fare, è una cosa dovuta al fatto che chi vi scrive i testi lo fa in italiano o c’è una volontà di portare questo tipo di suono in italiano invece che in inglese?
Noi inizialmente cantavamo in inglese, poi andando avanti abbiamo scelto di iniziare a cantare e comporre in italiano perché comunque siamo in Italia e per noi sono molto importanti le parole: è importante che il pubblico capisca il testo.

Il vostro ultimo singolo è “Sale nel caffè”, vuoi raccontarci qualcosa in più di questo brano?
Intanto c’è un aneddoto legato al titolo, che nasce da una litigata con nostro padre che ci accusava di essere acidi appunto come sale nel caffè e da lì ci è venuta l’dea del brano.

Una litigata positiva quindi
Si, anche perché di questo brano abbiamo scritto noi anche il testo.
Il video invece stato registrato al teatro Juvarra di Torino per la regia di Beppe Gallo e gli archi sono suonati da nostre compagne del liceo musicale Cavour.

Sale nel caffè è il secondo brano che pubblicate su Spotify, l’intenzione è quella di andare avanti a pubblicare dei singoli e poi arrivare ad un album o c’è l’idea di fare “un po’ come si faceva una volta” direttamente l’album?
No, abbiamo già registrato l’album, è finito ed uscirà direttamente a settembre accompagnato da un nuovo singolo.

Rispetto all’album, il ruolo di Boosta è stato solo quello di direttore artistico di Cramps o ha messo mano anche in fase di produzione e dobbiamo quindi aspettarci qualche suono più elettronico?
No, il nostro produttore è Rudy Di Monte è stato lui che ci ha seguito per tutta la lavorazione dell’album.
Boosta non ha partecipato alla produzione del disco però ci ha messo a disposizione il suo studio dove poi lo abbiamo registrato.

Avete già un tour in programma per promuovere l’album?
Vedremo in autunno, al momento non abbiamo ancora date definite ma solo qualcosa come apertura.

Quale aspetto vi piace di più di questo lavoro? I live, lo studio, i video…
L’aspetto che ci piace di più di quello che facciamo credo siano i live, però anche le altre cose come ad esempio fare i video è molto divertente.

Il fatto di essere molto giovani vi stimola a fare meglio per dimostrare in qualche modo che l’età non conta, o la vedete come una possibilità crescere e vi siete quindi dati una scadenza a lungo termine?
Un po’ tutte e due le cose, vogliamo crescere ma nel frattempo fare roba bella.

Domenica suonerete al Giffoni Festival, tesi di suonare in un evento così importante? È la prima volta che vi capita?
No, abbiamo già suonato prima di artisti come Caparezza…i Baustelle… Al momento siamo tranquilli, sarà nei minuti prima di salire sul palco che saremo un po’ in ansia!

Il Giffoni è un festival destinato ad un pubblico piuttosto giovane, sono loro il vostro target o vi piacerebbe arrivare anche ad un pubblico più maturo?
Il nostro target sono i nostri coetanei diciamo quindi ci fa molto piacere partecipare ad un festival come Giffoni e chi ci segue sui social potrà vederlo perché contiamo di essere molto attivi e di condividere questa esperienza.

È un festival che seguivate gli anni passati o è una cosa del tutto nuova?
Sono sincero, gli anni scorsi eravamo troppo piccoli per seguirlo quindi sarà una novità

Avete aperto artisti piuttosto diversi dal vostro genere, citavamo prima Caparezza e i Baustelle. Voi come vi posizionate nel panorama musicale italiano?
Noi facciamo rock, forse possiamo definirci pop-rock ma quello che vogliamo fare è rock.

Quindi l’idea è quella di rimanere fedeli all’impronta di brit rock da cui siete partiti?
Vedremo col tempo, siamo aperti alle varie possibilità, non diciamo no a priori.