I giocattoli della “Musica Per Bambini” di Rancore dal vivo

Decisamente carina la serata di sabato 9 marzo con il live di RANCORE, facente parte del “Musica Per Bambini Tour“, inizialmente prevista al Locomotiv di Bologna, poi spostata all’Estragon per esigenze di capienza, fatto indicativo della grande affluenza.

L’artista, complice forse anche la maggiore esposizione mediatica post-Sanremo, richiama molte persone, soprattutto giovani, e non a caso le date precedenti a Ravenna, Torino e Firenze hanno registrato diversi sold out.

Tarek Iurcich, classe 1989, di origini egiziane e croate ma vissuto da sempre nel quartiere romano del Tufello, descritto tra l’altro nella canzone omonima eseguita nel live, quindi romanissimo (come si sente anche dall’accento marcato), è un ragazzo molto sensibile e probabilmente molto influenzato da questa sua appartenenza a situazioni territoriali miste, così diverse tra loro e così particolari.

Infatti la prima impressione che si ha di Rancore e della sua musica è quella di una rara apertura mentale e di una capacità di spaziare con la fantasia non comune nel contesto del rap italiano; riesce a piacere ai più giovani e coinvolgerli, elevando al tempo stesso lo spessore dei testi a un livello al quale solitamente i giovani tendono a non avvicinarsi troppo, ed è uno dei pochi a riuscire in questo.

L’album Musica Per Bambini, uscito lo scorso giugno per Hermetic – Artist First, nella settimana di uscita è schizzato al 6° posto nella classifica Fimi/Gfk dei dischi più venduti in Italia, e non ne è uscito per ben otto settimane. Inoltre ha superato i 10 milioni di streaming. Ma soprattutto dal punto di vista qualitativo, si può definire una chicca preziosa del mercato discografico italiano recente.

Il live riesce a calare benissimo lo spettatore nell’atmosfera onirica, creepy e provocatoria, di ambientazione tra il fantasy e il fiabesco della Musica Per Bambini, giocando con l’ironia del titolo, visto che questa musica “per bambini” non è.

Pieno di effetti scenici, sonori e visivi, giochi di luci colorate, costumi con luci affascinanti, come quando parte Questo pianeta, contributi video e immagini sullo schermo, che aiutano anche a focalizzare ciò di cui parlano le canzoni, altrimenti difficili da seguire, e i membri dell’Orquestra che indossano maschere horror luminose. Il tutto rende bene l’idea di essere all’interno di uno scenario fantastico dominato dalla Musica Per Bambini.

In particolare le luci dei classici cubi con le lettere per bambini che compongono le lettere del nome Rancore e le varie scenografie, fanno da sfondo perfetto per i brani dell’ultimo album. Come Arlecchino, florilegio di citazioni culturali (del mondo dei supereroi, artistiche e letterarie), che, condividendone il messaggio, la genialità nella scrittura e la ricchezza di allusione all’immaginifico, non ha niente da invidiare all’omonimo scritto del filosofo Michel Serres.

Oppure la cavalleresca Sangue di Drago, o Beep Beep, che usa a livello metaforico il cartoon di Beep Beep e Wile E. Coyote, o Disney Inferno, macabra evocazione di un’atmosfera simile a quella di Dismaland, il parco divertimenti provocatorio creato dalla mente malata di Banksy; e soprattutto Giocattoli, interpretata dal rapper in una sorta di performance teatrale perfettamente riuscita.

Già in queste canzoni emerge una caratteristica unica di Rancore che prescinde dalla profondità dei testi, ovvero la capacità tecnica elevatissima e in particolare la velocità supersonica che si può ammirare ad esempio in Beep Beep.

Come già detto anche per Willie Peyote qui, anche in questo caso sorprende e colpisce positivamente la presenza decisamente incisiva di una band, l’Orquestra, che arricchisce il rap con un suono ben più carico, caratterizzato dalla fusione di tastiere, basso e batteria, in un crossover rock potentissimo, che sembra quasi rap metal e, in certi momenti, punk hardcore. Insomma, largo spazio agli strumenti suonati, e ciò fa pensare che si stia affermando una tendenza decisamente positiva tra i rapper italiani.

Il rap di Rancore, che entra in scena con Underman, ha delle metriche complesse e un flow così spedito che rasenta il drum & bass; dal vivo assume connotazioni punk hardcore che lo rendono ancora più variegato, regalando un concerto dal ritmo potente e coinvolgente, che raggiunge il suo climax con S.u.n.s.h.i.n.e., definita dal critico Michele Monina la “canzone più bella della storia del rap italiano”, che risulta ancora più godibile dal vivo, accorciata adattando i suoi otto minuti di durata.

Essa poi si oppone tematicamente e simbolicamente a D.a.r.k.n.e.s.s., che manifesta l’aspetto oscuro del rapper e la profondità nella quale bisogna scavare per comprendere i suoi testi ermetici, tanto che lui stesso definisce il suo genere come “rap ermetico”.

Tra una canzone e l’altra, il rapper ha fatto dei discorsi di raccordo e introduzione ai pezzi eseguiti che spesso diventavano monologhi e forme di comunicazione a sé stanti, che sembrano dare luogo ad altri testi, lunghi e dai significati impegnativi, parlando anche di comunicazione, del ruolo e dell’importanza che essa ha nella società e di come oggi essa sia una comunicazione in cui in realtà non si comunica più, come dice anche in Centro Asociale.

Inoltre parla di labirinti e di come uscirne, della determinazione che lui ha avuto nella vita e di come questa sia stata premiata dal successo di Musica Per Bambini, facendo quindi dei discorsi motivazionali toccanti, nonostante nel finale ci ricordi come la situazione generale del mondo lo porta, come porta un po’ tutti noi, ad essere Depressissimo.

Molto interessante e apprezzabile l’idea di inserire nel live le strofe di alcuni featuring, una valida alternativa per ovviare al problema di non poter eseguire quei brani in tour (se non è possibile reinterpretarle come fanno in molti, o portarsi dietro gli ospiti del disco, come hanno fatto ad esempio i Subsonica con Willie Peyote).

Insomma tra parole importanti e messaggi interessanti lanciati dal palco, tra luci e colori, Arlecchino, Giocattoli, maschere e altri elementi tipici della Musica Per Bambini, tra rap e pogo, tra scenografie e musica, Tarek ha confezionato un bello spettacolo, veramente piacevole, che esalta al meglio il suo validissimo ultimo album; la Musica Per Bambini di Rancore rende molto meglio dal vivo, perché la profondità delle parole è rafforzata dalla forza travolgente del ritmo e del suono carico di rock.

Per chi volesse partecipare a questo spettacolo ecco le prossime date:

16/03 @Atlantico – Roma

22/03 @Latte+ – Brescia

30/03 @Bliss – L’Aquila

11/04 @Teatro dei Rinnovati – Siena

13/04 @Capitol – Pordenone

14/04 @Alcatraz – Milano

03/05 @Campus Industry – Parma