Malika Ayane @Magazzini Generali – Milano

Ieri sera abbiamo avuto la fortuna di assistere al secondo live, quello “elettronico”, del Domino Tour di Malika Ayane ai Magazzini Generali di Milano e il termine fortuna non è usato a caso.

Un concerto di quasi 2 ore in cui la Ayane tira fuori tutto quello che probabilmente nei dischi non era mai uscito e che forse svela in parte anche qualche influenza, mai manifestata, da parte di un certo tipo di rock, potente ed essenziale, ma non per questo banale.

Malika arriva sul palco con un look total black che contrasta con i due cubi bianchi alle sue spalle e mette subito in chiaro l’intenzione di fare sul serio con una versione potente di Nodi che apre il live prima che si aprano i cubi rivelando i due musicisti che l’accompagneranno nella serata, Nico Lippolis alla batteria e Jacopo Bertacco alla chitarra, e l’invito a ballare perchè “contro le brutture del mondo l’unica cura è divertirsi”.

Il concerto può essere diviso in 3 parti, la prima è quella maggiormente dedicata al nuovo album, suonato quasi per intero ma con arrangiamenti spesso diversi da quelli in studio. Il ritmo è piuttosto serrato ma la Ayane trova il tempo anche per scherzare con i fan dimostrandosi decisamente simpatica a dispetto dell’aria gelida che ogni tanto le viene attribuita.

La seconda parte si apre con una versione stravolta di Come Foglie, decisamente lontana da quella dell’Ariston e più calata nella realtà dei club. Quello che non cambia è la facilità di canto di Malika, decisamente a suo agio in ogni forma e capace di un’interpretazione così naturale da convincere chi dovesse ascoltarla per la prima volta che i brani non abbiano mai avuto una fisionomia diversa.

Nonostante la keytar spesso a tracolla, la Ayane si muove sempre sul palco e in maniera sinuosa, con una sensualità naturale, mai ostentata, decisamente innata. Si percepisce che Malika sul palco si diverte essendo sè stessa e questa non è una cosa che si impara nè tantomeno si insegna.

Il live prosegue con una versione pazzesca di Ricomincio da qui seguita da un’ovazione del pubblico che solo l’attacco del brano successivo interrompe dopo un paio di minuti. Quello che colpisce a livello vocale, oltre alla capacità o forse a dispetto della stessa, è la mancanza di vocalizzi fini a se stessi o di “dimostrazioni di forza”: l’interpretazione al servizio della canzone e non viceversa.

D’altronde parliamo di una cantautrice che come tale si riferisce ai suoi brani un po’ come fossero dei figli: chiede di adottarli, di amarli, di farli propri. Una inattesa Ansia da felicità, presentata come il brano lei stessa vorrebbe “che la Ayane facesse se andassi ad un concerto della Ayane”, rappresenta in pieno questo sentimento.

L’ultima parte del concerto è quella più rock, da una Shine quasi lisergica passando per una Feeling Better più scherzosa, si arriva al finale con una Tempesta cantata a due voci con il pubblico e una Tre Cose decisamente rivisitata. Malika canta e gioca con l’asta del microfono come una rockstar consumata e d’un tratto i Nirvana in diffusione per i Magazzini prima dell’inizio del concerto risultano decisamente una scelta azzeccata.

Il bis con Senza fare sul serio chiude un bel concerto, per la soddisfazione del pubblico e probabilmente anche di Malika che mostra una certa commozione per la realizzazione di quello che non nasconde era una cosa che sognava di fare da tempo.

Se avete amato la Malika Ayane sanremese forse vi mancherà quella sonorità, riservata forse più al teatro. Ma se invece la avete sempre considerata brava, ma troppo classica o impostata, adesso avete l’occasione per ricredervi.