“Stati d’animo”: la pittura italiana di fine ottocento a Ferrara

Nella cornice dello splendido Palazzo dei Diamanti di Ferrara è in scena “Stati d’Animo. Arte e psiche tra Previati e Boccioni”: la mostra, inaugurata il 3 marzo, indaga il ruolo dei sentimenti agli albori della modernità, a cavallo tra fine ottocento e inizio novecento.

Il tentativo dei curatori Chiara Vorrasi, Fernando Mazzocca e Maria Grazia Messina è in primis quello di raccontare lo stimolante dialogo tra scienza e cultura umanista che ha portato alla nascita delle così dette scienze dello spirito e ad una particolare attenzione nei confronti dei fenomeni emotivi e spirituali. “Arte e psiche” è un percorso attraverso cui la mente umana viene scandagliata dai grandi pittori della fin de siècle: tra le 70 opere esposte figurano alcuni dei nomi più in vista di quell’epoca, tra cui molti italiani come Medardo Rosso, De Chirico, Boccioni, Balla, Carrà, Previati. La loro vena decadente ed innovativa raffigura il fermento intellettuale della loro epoca, rendendoli capaci di raffigurare l’animo umano a 360 gradi, senza privarlo della sua dinamicità e imperscrutabile profondità.

Tra nuovi orizzonti morali, che rendono i lati dell’emotività anche più torbidi in qualche modo di tendenza, e una continua sperimentazione nel’ambito delle tecniche pittoriche, grazie alla quale la precarietà e la velocità tipiche dell’animo moderno vengono raffigurate, la mostra si snoda attorno ai principali temi dello spirito contemporaneo, accompagnando il visitatore in un percorso attraverso il tormento e la sensibilità decadente di fin de siècle. Allo stesso tempo il percorso espositivo mostra la nascita di una poetica nuova a cui appartiene un nuovo linguaggio pittorico, come dimostra la presenza di opere assolutamente innovative come “Stati d’animo: quelli che restano” di Boccioni, in prestito dal Museo del Novecento di Milano e le tele del Previati, figura chiave dell’intera mostra.

Inventare nuovi linguaggi espressivi significa anche creare contenuti, idee e modi di sentire nuovi. Così come gli artisti italiani esposti al Palazzo dei Diamanti di Ferrara hanno esplorato terre prima ignote, dando voce a nuovi stati d’animo, tanti artisti nella storia della musica si sono spinti abbastanza in là da potersi chiamare pionieri non solo nel campo musicale ma della cultura e della sensibilità della loro epoca. Sull’onda di questa riflessione è nata la playlist di questa mostra.

La mostra in cinque pezzi:

  1. Hurricane – Bob Dylan
  2. My Generation – The Who
  3. Summertime – George Gershwin
  4. Hey Joe – Jimi Hendrix
  5. Nowhere Man – The Beatles