Tour in coppia a San Valentino


Non avendo mai festeggiato San Valentino in vita mia, per me sabato scorso era una serata come un’altra, quindi decido di andare al Magnolia dove suonano Il Triangolo, terzetto di Luino che canta di amore tra il beat italiano anni ’60 e le sperimentazioni dell’ultimo album “Un’America”, e Gli Amanti, quattro ragazzi del sud Italia intrisi di folk americano che la musica e la vita hanno fatto incontrare a Milano.

Il Triangolo dà il via all’intreccio di brani tratti equamente da “Tutte le canzoni” (Ghost Records 2012) e quelli presi da “Un’America” con la dichiarazione di poetica del primo CD “Nessuna pietà per quelli che odiano gli anni ‘60” che fa da gancio ritmico a “Martedì di settembre”. Il terzo pezzo è “Varsavia” che ci racconta di una storia a distanza vissuta con tutto il coraggio tipico di chi ha vent’anni, e lo fa con una vena più pop. Dalla prima fila mi volto ad osservare il resto della sala e non c’è una persona che non stia cantando questa canzone che “scalda il cuore”.
Senza mai fermarsi Marco Ulcigrai (chitarra e voce) ed i suoi compagni ci conducono attraverso una suite di quattro brani dalle sonorità esotiche partendo con “Johnny” dal gusto quasi morriconiano, stupendoci con una versione bilingue di “Bang bang (My baby shot me down)” (strofe in italiano e ritornello in inglese), facendoci scivolare su “La playa”, una cavalcata tra il western ed il surf californiano, e portandoci nella litania polverosa di “Oradarada” che canta degli ultimi, come avrebbe fatto il buon Faber. Segue un trio composto da “Giurami”, “Con lei” e “Icaro” che poco legano una con l’altra.
Arriva poi il momento di “Battisti” di cui i primi versi vengono cantanti solo dal pubblico e durante la quale nessuno riesce a non ballare; nel frattempo il cantante distribuisce rose alle donzelle presenti. Le fa seguito “Avanti”, piccolo gioiello in crescendo diviso in due parti, la prima più romantica alla quale partecipano solo la voce ed una tastiera e la seconda dalla forza radicata nel suo ritmo incessante. Chiudono il live “Un’America” e “Le forbici” che regalano ai presenti un ultimo momento per cantare e danzare.

È il turno de Gli Amanti che personalmente ho sentito solo allo scorso Mi Ami prima di oggi e che stanno portando in tour il loro “Strade e Santi”, uscito a luglio del 2014.
Salgono sul palco al grido di “Né Santi, né eroi, solo amanti”, sorridenti e carichi subito cercano il coinvolgimento del pubblico: in formazione chitarra-basso-batteria-piano, questi quattro ragazzi sono capaci di colpire con la forza della semplicità, con un ritornello fatto solo di una vocale, ma cantato da tutti a squarciagola, con una cassa dritta che guida le mani delle persone in sala a tenere il tempo.
La prima canzone del set “Come quando piove” raccoglie in sé tutti gli elementi identificativi di questa band, con la seconda, “Sul fondo d’un bicchiere” iniziamo a cantare tutti insieme come se fossimo ad una festa estiva in campagna dopo già enne bottiglie di vino finite.
“Con la testa sull’addome” e la sua tastiera dolce e ritmata, culla tutti noi e ci porta sulle onde di “Lasciati vivere”. Lo show riparte con la carica di “Camper 42” e alla faccia di tutti gli innamorati presenti, Domi Tinelli (chitarra e voce) dedica “Il mio limite” a tutte le storie andate male, a tutte le persone sbagliate che ci teniamo accanto per troppo tempo permettendo loro di influenzarci e controllarci. Una liberazione collettiva. Arriva finalmente la title track, “Strade e Santi”, il momento giusto per riflettere su “qual è il mio posto in questo mondo” e prendere fiato, prima della sorpresa numero uno che Gli Amanti ci hanno riservato.
A questo punto sale sul palco Edipo e si esibisce coi nostri in “Sarei molto più bello”, brano tratto dal suo ultimo lavoro “Preistorie di tutti i giorni” ed io capisco esattamente cosa intende con “È la vita che faccio che mi rende uno straccio”, per poi partecipare al suo pezzo preferito dei suoi ospiti, ovvero “La differenza”.
Giungiamo così alla triade finale che ancora una volta rende tutti partecipi che sia cantando il ritornello o battendo le mani: la prima è “Cane” e subito dietro arrivano “Stavolta salvo te” e “La primaveragattanera”.
Noto Marco che fa capolino dal backstage e dice qualcosa a Domi. Gli Amanti chiudono il loro set con “Ho fame adesso” per poi invitare sul palco Il Triangolo e regalarci una bellissima versione di “Amarsi un po’” che, con mio grande disappunto, conoscevamo probabilmente solo in venti, compresi i membri delle due band.

È ormai passata mezzanotte, posso tornare a tormentare mio marito.

Emanuela N. Porro