THERE WILL BE BLOOD – Horns

ETICHETTA | Ghost Records

GENERE | Rock, Blues

ANNO | 2016

La prima bella sorpresa di quest’estate che fatica a partire, ce l’ha fatta il trio lombardo There Will Be Blood. Col suo secondo disco dal titolo Horns il gruppo scrive una pagina sicuramente importante della propria storia musicale.

Le dodici tracce dell’album, pubblicato il 10 giugno per l’etichetta Ghost Records, potranno avere sbavature e imperfezioni, ma hanno un elemento che è difficile incontrare nel panorama musicale odierno, impossibile da simulare: hanno carattere. I There Will Be Blood dimostrano di saperci fare dando vita ad un sound rotondo e sensuale, lento eppure deciso. La cosa che più mi colpisce di “Horns” è la capacità della band di creare atmosfere che, per il loro pathos, non hanno niente da invidiare ai migliori pezzi blues a cui potremmo rifarci – un repertorio vasto dal quale, senza ombra di dubbio, il gruppo attinge con consapevolezza e intelligenza compositiva. La tensione emotiva di cui vivono i pezzi del trio lombardo genera quella capacità narrativa che deriva solo da ispirazione e talento, e per questo è preclusa ai più. Le sonorità non sono dissimili da quelle del precedente lavoro “Without”: altrettanto taglienti, le scelte ritmiche e melodiche sono abbastanza vicine, tranne per il fatto che forse in “Horns” si percepisce il desiderio di scavare ancora più a fondo nelle influenze blues e soul della band, depurando il sound da distorsioni che potevano inquinare la purezza della melodia.

La ricerca di un sound autentico passa attraverso scelte spesso azzardate, che hanno richiesto senzaltro un lavoro in studio non indifferente. In “Horns” troviamo brani come “Undertow”, la cui melodia presenta forti connotazioni rock anni ‘70, con la scelta azzeccatissima di aggiungere le tastiere, grazie a cui la canzone raggiunge un più ampio respiro ed un carattere tutto suo. Qualcosa di simile accade anche con “Short Breath”: una batteria che domina il pezzo, e nel ritornello ci fa ballare come non mai.

Tuttavia la vera perla, in grado di farci toccare con mano il talento dei There Will Be Blood nel trasmettere emozioni, è il pezzo in cui più la band ha osato: sto parlando di “Blind Wandering”. Tre voci diverse si intrecciano per tutta la durata della canzone giocando l’una con l’altra e disegnando sotto i nostri occhi uno spazio concreto e multidimensionale che ci fa intuire la melodia, come se essa si dispiegasse sotto il nostro sguardo attonito. Nessuno strumento accompagna questo canto inconfondibilmente soul, a metà tra un lamento e una preghiera, soltanto un battere di mani: questo pezzo fa vibrare la pelle di chi ascolta, lo getta in uno stato di trasporto che può risolversi solo in una profonda commozione dell’animo.

“Horns” è un’ottima prova per i There Will Be Blood. Questa band può e deve solo puntare più in alto di così, considerata la sua spiccata intelligenza nel trovare un binario che conduca alle viscere del proprio pubblico.

Chiara Cappelli