CASPIAN W/ THE TIDAL SLEEP E JO QUAIL @TEATRO CIVICO SCHIO (VI)

Avete presente quando finirono i Mondiali nel 2006? O quando avete finito la vostra serie tv preferita? Probabilmente sono tra i momenti più felici della vostra vita, ma nell’istante in cui sono terminati un magone nostalgico si è subito impossessato di voi.

Il concerto organizzato da LINE dei Caspian del 21 Novembre al Teatro Civico di Schio mi ha colpito nel medesimo modo. La carica emotiva del finale, in cui i cinque componenti si sono riuniti attorno alla batteria per concludere Sycamore ognuno con una percussione diversa, mi ha estasiato quanto distrutto, segnando la fine di una delle ore musicalmente più belle della mia vita.

Ma andiamo con ordine. In apertura, nella splendida cornice del Teatro Civico (gli stessi Caspian hanno ribadito “Would be great if we could just pick this venue up and drop it in every city we ever play, everywhere all over the world”), si sono esibiti i The Tidal Sleep, band hardcore tedesca dalle influenze post rock, che con un’esecuzione perfetta, avvantaggiati dalla splendida acustica del luogo, hanno riscaldato le orecchie delle circa 350 persone presenti. Divertente e anomalo ascoltare un gruppo così, comodamente seduti su una sedia. Perla della serata.

A calmare le acque ci ha pensato Jo Quail, artista londinese che armata di un violoncello elettrico e loop station ha incuriosito (personalmente più nel male che nel bene) gli spettatori. Onestamente dare un giudizio con una tale eterogeneità tra i brani mi è difficile. Se a momenti la costruzione progressiva del brano, a partire dai suoni crudi per la parte ritmica fino alle vere e proprie melodie finali, mi ha affascinato, talvolta questo gioco eccessivo con la loop station mi ha musicalmente turbato per certe (dis)armonie. Ovviamente sono gusti personali, quindi devo dare atto che comunque la proposta rimane molto interessante e sicuramente fuori dalla norma.

Alle 22.45 circa sono finalmente saliti sul palco i Caspian. Di fronte ad uno spettacolo del genere è spesso difficile trovare le parole giuste. In un genere come il post rock soprattutto, in cui la semplicità di alcuni suoni riecheggia nell’anima e tramuta in emozioni ogni singola nota e melodia. Arduo è dunque il compito di trovare la giusta sequenza, armonia e giro d’accordi che possa penetrare tra arterie e vene e raggiungere il cuore. I Caspian lo sanno fare. La scaletta ha sapientemente pescato da praticamente tutti gli album della band, a partire da Rìoseco del nuovo “Dust And Disquiet”, fino ad arrivare ad Asa di “The Four Trees”.

Emozionanti dal disco e travolgenti dal vivo, è questa la ricetta dei Caspian, probabilmente una delle migliori realtà post rock in circolazione.

Lorenzo Gecchelin