Intervista: Bonetti

Curiosi di scoprire qualcosa su Bonetti, sul suo disco e sulla sua carriera musicale?

Non dovete far altro che leggere questa intervista!

-Come hai scelto il tuo nome d’arte?

E’ stata una scelta piuttosto semplice, da anni i miei amici mi chiamano Bonetti. Poi mi piaceva l’idea di tirare in ballo Dalla e quel suo disco meraviglioso.

-La copertina del tuo disco e’ davvero particolare e affascinante… come nasce? L’idea e’ tua?

Grazie, ma l’idea è dell’ottimo Roberto Redondi, giovane e bravissimo grafico milanese autore anche del logo. Mi piace molto e la vedrei bene come copertina di un vinile. Poi ha quell’aria un po’ anni Sessanta che ricorda lontanamente alcune cose dei Beach Boys, in assoluto il mio gruppo preferito.-

 -Quanto e come il nome del tuo produttore ha influito sul tuo disco?

Omid Jazi l’ho conosciuto attraverso i suoi lavori, quindi più che il nome hanno influito il suo gusto e la sua esperienza. Per me è un onore che lui abbia messo la sua sensibilità al servizio delle mie canzoni. Ecco, più che il nome ha contato molto la persona Omid Jazi. E’ stato bello conoscerlo e registrare insieme e poi lui è “entrato” benissimo nelle mie canzoni e le ha rivestite nel modo migliore. Ma lui è bravo e si sa!

-Quale realta’ preferisci tra la dimensione suonata dal vivo e quella su disco?

Dipende dai periodi. Quando ho dei pezzi nuovi mi piace molto ragionare sugli arrangiamenti e provare a registrarli in varie versioni con il vecchio multitraccia che conservo gelosamente a casa. Tutte le fasi relative alla produzione del disco mi affascinano molto. Poi ora che l’album è finito non vedo l’ora di portarlo in giro con la band e anche quella dal vivo è una dimensione che mi piace parecchio. Insomma, diciamo che se quello del cantautore diventasse un lavoro a tempo pieno non sarebbe male!

-Se non fossi musicista cosa saresti?

Io nella vita di tutti i giorni faccio il commesso. E’ un lavoro che mi piace e quindi credo che continuerei su questa strada. Il contatto con i clienti, parlare con loro e sentire le loro storie, è fondamentale per la mia scrittura ed è una miniera di spunti interessanti.