Intervista ai DelendaNoia

Il monito “mai fermarsi alle apparenze” calza perfettamente per i DelendaNoia. Il primo impatto è una visione tipicamente wave ma i due, Klord e Violara, hanno ben chiarito che, nonostante i riferimenti agli anni Ottanta, vivono nel 2015 e cercano di utilizzare quei suoni in un contesto attuale. Il duo pubblica il 16 ottobre un nuovo disco dal titolo Odi et Amo (Disco Dada Records), abbiamo raggiunto la band per scambiare quattro chiacchiere.

Il fatto di essere in due, a comporre e sul palco, lo vedete come una necessità o una opportunità?
“Crediamo di riconoscerci in entrambi i punti di vista. In parte perché sentiamo la necessità e la voglia di confrontarci e completarci, in funzione di questo abbiamo l’opportunità di crescere”.

La copertina del vostro disco d’esordio richiamava con quelle quattro teste divise da una croce fucsia la bandiera sarda. Quanto vi ha influenzato la vostra origine isolana?
“Con NoiaEstEtica avevamo preso come modello i “quattro mori” per rivendicare il nostro diritto di appartenenza. Noi siamo nati e cresciuti in Sardegna. Una volta trasferiti in Emilia ci siamo fatti una gran forza ripartendo da zero e cercando di stare sempre uniti. Siamo persone che alla fine guardano avanti, ma portano dentro un lato nostalgico della propria terra”.

Il luogo di residenza adesso è Reggio Emilia, come mai questa scelta non proprio allineata con i circuiti?
“In realtà è stato un caso. Quando avevamo capito che volevamo andare via ci è stato proposto di andare a Reggio Emilia. Ci piaceva la posizione strategica e, ancora di più, il fatto di non aver più bisogno di navi o aerei per muoverci. Inoltre pensavamo che in ogni caso ci saremmo impegnati al massimo per capire come muoverci in una realtà che ancora non conoscevamo. Sarebbe stata altrettanto dura in una città come Milano ad esempio, forse anche di più… Noi arriviamo da un posto tranquillo, l’impatto con il caos poteva risultare inaffrontabile”.

Con la vostra musica raccontate un amore per le sonorità wave di fine anni Ottanta. Qual è la cosa che vi manca di più del non aver vissuto quel periodo da protagonisti?
“Sì è vero, i nostri punti di riferimento son ben chiari, però ci consideriamo un progetto che vive nel 2015 e che per arrivare fin qui ha fatto un percorso fino ad oggi. Non viviamo nelle favole e soprattutto non ci nascondiamo dietro gli anni ’80. Quello che dobbiamo dire lo diciamo nelle canzoni sperando di essere apprezzati. Forse quello che manca e che avremmo voluto conoscere di quel periodo è una discografia più eterogenea che dava spazio ad artisti molto diversi in un momento musicale florido. Oggi sembra tutto standardizzato”.

Il nuovo album “Odi et Amo” esce dopo quattro anni da “NoiaEstEtica”. Qual è la cosa che sentite essere cambiata in voi come duo e come persone?
“Sono cambiate tante cose in questo periodo. Abbiamo iniziato senza avere particolari aspettative e nel giro di poco tempo ci siamo trovati a suonare in giro per l’Italia. Così abbiamo preso pian piano coscienza delle nostre potenzialità. I nostri discografici ed il nostro pubblico ci hanno dato sempre dei segnali molto positivi incoraggiando a voler migliorare la nostra strada. Ora sentiamo la necessità di provare a farci conoscere anche in altri ambiti, aprire gli orizzonti ad un pubblico più vasto. Tutto sommato, noi, aldilà del genere di riferimento, speriamo di essere visti come una realtà della musica italiana”.

Quale canzone scegliereste per raccontare la genesi di questo lavoro? Per quale motivo?
“Sicuramente Non nevica più. Perché è un invito a superare i momenti di difficoltà con decisioni importanti. Perché nonostante gli ostacoli siamo riusciti a pubblicare il nostro nuovo album”.

La vostra versione di “Fotoromanza” com’è nata? Devo dire che è una rilettura davvero interessante e straniante…
“È nata una sera a cena in compagnia del nostro produttore artistico Lorenzo Montanà e di Tying Tiffany…cercavamo un brano con un testo inerente al titolo del disco, un testo “agrodolce”… è venuta fuori Fotoromanza. Ricordo che Lorenzo ha messo le mani sul piano dicendo: “Provate ad iniziarla così…”. Non è stato semplice perché abbiamo cambiato le note, però siamo molto contenti del risultato finale”.

Tante fonti di ispirazione e tanti spunti da scoprire nei DelendaNoia. La curiosità non manca.

Amanda