SARA LORENI: eleganza, raffinatezza e semplicità

Ho avuto il piacere di conoscere Sara Loreni artisticamente, prima di X Factor. Il suo disco “Mentha” mi aveva colpito già un po’ di tempo fa, quando non era ancora sotto la luce dei riflettori. Elegante, raffinata e semplice, così è Sara e l’ha mostrato anche davanti a milioni di persone. Abbiamo scambiato quattro chiacchiere con lei.

Partiamo da X Factor: Dove volevi arrivare attraverso questo talent? Hai rinunciato, hai spiegato il perché e non c’è bisogno di altra spiegazione perché è sembrato veramente sincero il tuo gesto ma… se non fosse successo tutto questo, dove saresti voluta arrivare? Cosa ti saresti aspettata da quell’esperienza?
“Sono stata contattata da un talent scout per partecipare, dopo aver superato una serie di barriere mentali e giudizi a priori mi sono detta “perché no?”. Ho preso questa esperienza come un gioco, senza troppe aspettative e con la curiosità di conoscere quel mondo. Ora che l’ho vissuto sono certa che non mi appartiene, prima erano solo supposizioni”.

Io ho ascoltato il tuo disco prima di X Factor e quindi un giudizio su di te me l’ero già formato. Un’artista femminile come te in Italia credo che non ci sia, quindi il tuo modo di far musica poteva essere già un marchio di fabbrica per poter venir fuori anche senza il talent, perché hai fatto quella scelta?
“Ti ringrazio. X Factor non è stato un tentativo di emergere, ma un’esperienza che ho accettato di fare, come tante altre in questi ultimi 10 anni in cui mi sono dedicata alla musica. L’anno scorso ho rinunciato a un contratto a tempo indeterminato per dedicarmi a tempo pieno ai progetti musicali, e la scorsa estate, dopo la rinuncia alla sedia, ho fatto la campagna dei pomodori in fabbrica. Questo per dirti che sono disposta a fare grandi sacrifici per amore di ciò che faccio. Questo conta, il resto sono chiacchiere”.

La tua è stata un’esibizione che ha colpito un sacco il pubblico e in parte anche i giudici, sei stata forse una delle artiste più innovative, in Italia sicuramente ma all’estero una proposta come la tua la puoi trovare all’ordine del giorno. Perché secondo te in Italia arriviamo sempre dopo?
“Credo che la nostra tradizione musicale sia rimasta fortemente legata al passato e fatichi a rinnovarsi per pigrizia e paura di osare. Si tende a reiterare formule che funzionano, senza rischiare troppo per timore che il pubblico non sia ricettivo, e questo di certo non favorisce l’innovazione”.

I testi dei tuoi brani sono tutti molto intimi, si espongono poco oltre alla realtà di due persone, storie di una ‘quotidianità genuina’, hai portato la semplicità anche sul palco, con la solo loop station hai fatto cose bellissime. Sei così anche nella vita ‘non musicale’ ?
“Direi di sì. Parlo di ciò che vedo e dei miei piccoli terremoti emotivi, che poi spero diventino anche di altri, nell’ascolto”.

Nel disco le canzoni sono molto armonizzate, ricche di suoni, studiate e pensate bene. Una bella produzione. Se puoi spiegarmi brevemente l’idea di come è nato il disco, come le persone hanno scommesso su di te con una produzione così forte. Si nota che dietro non c’è un lavoro per caso ma organizzato per bene. Dipende forse da X Factor?
“Il disco è nato dall’incontro con Martino Cuman (Non voglio che Clara) che ha curato la produzione artistica, il suo ruolo è stato fondamentale perché ha decifrato le mie intenzioni ed è riuscito a tradurre e realizzare ciò che avevo in testa in maniera molto confusa. Ha coordinato e coinvolto i musicisti che hanno partecipato alle registrazioni con grande cura e professionalità. E’ stato molto bello lavorare con lui. X Factor non c’entra nulla, il disco era pronto già prima che partecipassi”.

Hai già un ep alle tue spalle. Mentha possiamo considerarlo il tuo esordio, come esordiente è la tua etichetta musicale: Maciste Dischi. Come volete inserirvi all’interno del mondo della musica italiana?
“Abbiamo infuso tanta passione nei nostri progetti perché ci crediamo fortemente. Spesso lavoriamo in uno stato di eccitazione febbrile perché la nostra non è solo una scommessa professionale, ma di vita”.

Ammetto pure io, dopo aver ascolto il disco, ho detto ad Alice “mi ricorda tanto St.Vincent”. Questa artista ti piace veramente? O meglio… questo paragone ti fa piacere?
“Lei mi piace moltissimo. Quindi sono contenta :)”.

Sebastiano Solerte